Accademia Cignaroli, Kandinskij e la ricerca della pittura senza oggetto

 
 

Venerdì 15 marzo Paolo Bolpagni presenterà la figura del padre indiscusso dell’astrattismo internazionale, inquadrandola nel contesto storico-artistico del periodo.

Vasilij Kandinskij è un artista sui generis, che costituisce l’incarnazione di una modalità precisa ma infrequente di esplicare un modo d’intendere la pittura e il suo significato. Non si pensa abbastanza spesso a due fatti: da un lato la provenienza da un ambiente sociale agiato e culturalmente avvertito, ossia quello dell’alta borghesia mercantile russa del tempo, che gli diede una serie di cognizioni a largo raggio che difettavano alla maggior parte degli artisti a lui coevi; dall’altro la scarsa precocità e la lenta evoluzione. Kandinskij si laureò in giurisprudenza, lavorò in università, intraprese una carriera che si profilava brillante. Finché, già sposato, all’età di trent’anni, prese la decisione esistenziale coraggiosa di lasciare la professione, l’incarico accademico e addirittura il suo Paese per dedicarsi alla pittura.

Quello di Kandinskij verso l’astrattismo fu un processo graduale, ma non dogmatico; una ricerca personale che si manifesta nella semplificazione della forma, nella stilizzazione e nella liberazione della forza creativa del colore, chiamato a evocare sensazioni psicologiche, sonore, tattili. La riflessione sulle facoltà percettive, il desiderio di una pittura “assoluta”, l’aspirazione a edificare su fondamenta diverse la sintassi cromatica svincolandola dalla funzione naturalistica: tutto questo concorre a una delle rivoluzioni più radicali del XX secolo.

Paolo Bolpagni è dal 2016 direttore della Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti di Lucca. Suoi principali campi di ricerca sono i rapporti tra musica e arti visive nel XIX-XX secolo; l’arte europea tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento; l’astrattismo internazionale, fino agli esiti cinetici e programmati; l’arte italiana e francese degli anni Cinquanta e Sessanta; le “partiture visive” e verbo-visuali delle neoavanguardie. Ha curato oltre novanta mostre in sedi espositive importanti in Italia e in altri Paesi europei. Ha all’attivo alcune centinaia di scritti scientifici, pubblicati dalle più prestigiose case editrici internazionali. Dirige la rivista «Luk – studi e attività della Fondazione Ragghianti» e coordina il Comitato editoriale di «Critica d’Arte». È accademico d’onore dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze e dell’Accademia di Belle Arti di Perugia.

L’incontro si terrà in Società letteraria, piazzetta Scalette Rubiani 1, Verona, alle ore 17.

 
 

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