A.A.A. candidati cercasi per rinnovo C.d.A. di Veronafiere SpA

 
 

E’ di questa mattina la pubblicazione – comunicazione a firma del Sindaco Federico Sboarina della prossima scadenza del Consiglio di Amministrazione di Veronafiere S.p.A., composto da cinque membri, compreso il Presidente. L’attuale CdA è composto da Maurizio Danese (Presidente), Romano Artoni e Claudio Valente (entrambi Vice Presidente), Barbara Blasevich e Manfredo Turchetti (Consiglieri).

Nel documento della Segreteria Generale si legge che il Comune di Verona, ai sensi dell’articolo 16 dello Statuto della Società, provvederà a nominare direttamente un Amministratore, che, essendo attualmente il Comune stesso socio di maggioranza relativa della Società (il Comune detiene il 39,666% del Capitale Sociale, ndr), verrà eletto dall’Assemblea della Società quale Presidente del Consiglio di Amministrazione. Gli Amministratori durano in carica tre esercizi e sono rieleggibili.

Vengono, pertanto, aperti i termini per la presentazione delle relative candidature, da presentare, nel numero massimo di tre per ciascun soggetto proponente, secondo le modalità previste dagli Indirizzi per nomine e designazioni approvati con deliberazione consiliare n. 7/94 e successive modifiche, esclusivamente presso la Segreteria Generale – dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 13.00 – entro il termine tassativo de16 aprile 2019 , ore 13.00.

I candidati, a pena di inammissibilità , dovranno presentare: la dichiarazione di accettazione della candidatura, la dichiarazione di insussistenza di cause di inconferibilità e incompatibilità previste dal D.Lgs. 39/2013 (mod. A per candidati al CDA) ed il curriculum – ove risulti la sussistenza dei requisiti richiesti per l’incarico – debitamente sottoscritti,  da rendere sugli appositi moduli reperibili sul sito del Comune o presso la Segreteria Generale ed accompagnati da copia del documento d’identità nel caso in cui il candidato non si presenti personalmente .

Per ogni eventuale informazione riguardante l’argomento ci si può rivolgere alla Segreteria Generale (tel. 045.8077748 – 045.8077854) o visitare il portale del Comune di Verona (http://www.comune.verona.it) alla voce: “Tutti gli uffici – S – Segreteria Generale – Comunicazioni e avvisi” (qui il link di collegamento rapido).

L’occasione ci consente di riparlare in merito alla governance delle società a controllo pubblico anche alla luce della Deliberazione n. 6/2019/VSG della Corte dei Conti delle Marche in ordine al recepimento, da parte delle società partecipate, della disciplina prevista dall’articolo 11, commi 2 e 3, del D.Lgs. 175/2016 (Testo Unico Società a partecipazione pubblica). In base a tale articolo, l’organo amministrativo delle società a controllo pubblico è costituito, di regola, da un Amministratore Unico, salvo che l’Assemblea dei soci decida di affidare la guida della società a un Consiglio di Amministrazione composto da 3 o 5 membri, sulla base di un’apposita delibera motivata da inviarsi alla Sezione regionale della Corte dei conti e alla struttura di controllo del ministero dell’Economia.

L’articolo rimanda alle società a partecipazione pubblica e, quindi, all’apprezzamento discrezionale degli enti soci, la decisione sulla governance ritenuta più funzionale, da determinarsi con una delibera di assemblea che giustifichi la scelta in base a “specifiche ragioni di adeguatezza organizzativa e tenendo conto delle esigenze di contenimento dei costi”.

Nel caso specifico, rispetto a una società a controllo pubblico operante nel settore del mercato agroalimentare, ove la Provincia detiene l’esigua quota del 5,35%, la Sezione della Corte dei Conti delle Marche ha raccomandato all’ente socio di procedere alle necessarie verifiche in modo che la partecipata si attivi per adottare la delibera assembleare prevista dalla norma, posto che l’attuale decisione di nomina del CdA con 3 componenti “non illustra le motivazioni in ordine all’esistenza di specifiche ragioni di adeguatezza organizzativa che hanno indotto a operare la scelta dell’organo collegiale, e non è pertanto supportata da una serie di dati ed elementi concreti e puntuali riguardanti in particolare la struttura organizzativa, le dimensioni, l’ambito di operatività e i risultati economico-finanziari raggiunti”.

Il collegio ha osservato che la società, nella disapplicazione dell’adempimento, ha comunque evidenziato, negli anni, una sostanziale invarianza dei costi gestionali per i compensi all’organo collegiale amministrativo.
Tutto questo però non basta, scrivono i giudici, perché la società “non si sofferma su valutazioni specifiche idonee a dimostrare che la scelta operata, in deroga alla regola dell’amministratore unico, sia coerente rispetto a detta esigenza e non comporti un irrazionale aggravio di spese”. Tuttavia secondo il Collegio “l’invarianza economica” non è sufficiente per evitare la necessità di una maggiore motivazione delle motivazioni addotte a fondamento della scelta operata, per cui i Giudici chiedono all’Assemblea dei soci di adottare un’ulteriore delibera integrativa, da trasmettersi anch’essa, al pari della prima, alla Sezione regionale e alla competente struttura di controllo del ministero dell’Economia e delle finanze.

Nonostante la partecipazione pubblica si attesta al 54,281% (Comune Verona 39,666%, CCIAA Verona 13,045%, Provincia Verona 1,408%, Regione Veneto 0,162%) non vi è traccia nel sito web di Veronafiere SpA della sezione Amministrazione Trasparente con le correlate sottosezioni (Bilanci, Delibere, Determine, Bandi, Gare, …). L’obbligo di trasparenza (art. 2-bis del D.Lgs. 33/2013, introdotto dal D.Lgs. 97/2016) si applica anche alle società in controllo pubblico, come definite dal D.Lgs. 175/2016 (escluse le società quotate), resta solo da definire se Veronafiere SpA pur essendo una società a partecipazione pubblica maggioritaria o totalitaria può essere considerata “non in controllo pubblico”, qualora nessuna delle sue Amministrazioni pubbliche socie sia in grado di esercitare il controllo ai sensi dell’art. 2359 del Codice Civile e, contemporaneamente, non sussistano previsioni statutarie o patti parasociali che prevedano il consenso unanime di tutti i soci pubblici per l’assunzione delle decisioni finanziarie e gestionali strategiche.

Ad ogni modo per togliermi il pensiero ho posto la domanda direttamente alla società.

Alberto Speciale

 

 

 

 

 

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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