Pedemontana Veneta: ancora rilievi dalla Corte dei conti. “Ritardi da 3 a 6 anni e 20mln di IVA da recuperre”

 
 

La Corte dei conti, Sezione Controllo Regione Veneto, ha Pubblicato il Referto (secondo Follow-up), approvato con Deliberazione n.178/2023, della  sullo stato di avanzamento e di esecuzione dei lavori per la realizzazione della “Superstrada Pedemontana Veneta”. L’andamento dei lavori continua a subire ritardi, resta ancora aperto il nodo del recupero dell’IVA indebitamente versata di 20 milioni


«Tenuto conto, tuttavia, che nessun profilo di criticità rilevato in proposito nel precedente referto risulta definitivamente superato, seppur siano in corso misure volte, quanto meno  in parte, alla risoluzione delle stesse o a mitigarne gli effetti, la Sezione raccomanda alla Regione di monitorarne costantemente l’evoluzione». Parole che non lasciano spazi di equivoco quelle pronunciate dai magistrati contabili, come si legge a pagina 22 della Relazione, nell’Adunanza del 24 maggio 2023.

Sulla base di quanto emerso dalla Relazione allegata alla Delibera n. 178/2023/GEST, nell’ambito dell’istruttoria concernente il secondo follow-up sullo stato di avanzamento e di esecuzione dei lavori per la realizzazione della “Superstrada Pedemontana Veneta – SPV”, risulta evidente per i magistrati contabili della Corte dei conti del Veneto che l’andamento dei lavori continua a subire ritardi.  A fronte del termine ultimo di conclusione dei lavori contrattualmente previsto (11 settembre 2020), con il primo follow-up si era rilevato che, secondo quanto riferito dalla Regione, il completamento dell’opera sarebbe dovuto avvenire il 22 ottobre 2022 (ed essere posta con conseguente messa in esercizio a fine 2022); tuttavia neanche questi termini sono stati rispettati e ad oggi la Regione stima(va) che la conclusione dell’opera avverrà il 31 maggio 2023, con previsione di messa in esercizio avverrà non prima della “prossima estate”.

Dalla lettura della relazione si legge che «nessun profilo di criticità rilevato in proposito nel precedente referto risulta definitivamente superato, seppur siano in corso misure volte, quanto meno  in parte, alla risoluzione delle stesse o a mitigarne gli effetti, la Sezione raccomanda alla Regione di monitorarne costantemente l’evoluzione». Inoltre «… sebbene il termine ultimo di conclusione dei lavori nel Terzo atto convenzionale fosse previsto per l’11 settembre 2020, risultavano contabilizzati al 31 luglio 2020 lavori di esecuzione dell’opera per l’82,7% circa e alla data di approvazione del primo referto non erano ancora stati completati». Nelle conclusioni i magistrati scrivono che «tali ritardi sono ormai quantificabili in un range temporale che varia dai 3 ai 6 anni circa, a seconda dei singoli lotti». Si consideri che la terza convenzione Regione-SPV prevede una penale di 25.000 euro per ogni mese di ritardo, riscossione non ancora effettuata perchè, come affermato dalla Regione “la penale al ritardo nell’ultimazione dei lavori (…) deve
necessariamente intendersi riferita alla ultimazione finale dei lavori ed è prevista in misura secca”. Non è d’accordo con la Regione la Sezione la quale rammenta, nuovamente, che «il TAC, così come il precedente atto aggiuntivo del 2013, prevede un cronoprogramma suddiviso in lotti e tratte, per ognuno dei quali è specificamente previsto un termine di conclusione delle opere. Il termine dell’11 settembre 2020 è stato previsto per un solo lotto (1C); per tutti gli altri lotti le date di ultimazione previste nel cronoprogramma contrattuale erano fissate tra il 31 dicembre 2018 e il 31 dicembre 2019 e, per una delle tratte già aperte (2A), era fissato al 31 dicembre 2017; tali date di completamento dei lavori non sono state rispettate».

Un altro fattore di preoccupazione, si legge nella Relazione della Corte dei conti, è indicato  nella sospensione delle opere complementari, ovvero, le opere accessorie necessarie ad immettere o a facilitare la immissione del traffico nella SPV. Senza quelle opere, che il concessionario è obbligato realizzare per contratto, la Superstrada “non funziona”. 

In merito ai profili di instabilità e incertezza relativi all’attendibilità del piano traffico e alla congruità economica del TAC rilevati nel primo referto, la Sezione osserva che il completamento dell’innesto della Pedemontana con la A4 a Montecchio Maggiore è previsto, da indicazioni fornite dal concessionario della A4 (cui compete l’esecuzione dei lavori), per novembre 2023 (con un possibile anticipo a luglio 2023); in ogni caso, dunque, oltre il termine di marzo 2023 precedentemente comunicato dalla Regione ed indicato nel primo follow-up; tuttavia l’attendibilità di tale ultima stima risente inevitabilmente del continuo differimento del termine di ultimazione dei lavori.

La Sezione rileva altresì che l’innesto della Pedemontana con la A27 è stato completato ad aprile 2023, in ritardo, dunque, di un anno rispetto al termine di aprile 2022 precedentemente comunicato dalla Regione (e in ritardo di circa 3 anni e mezzo rispetto al termine del 31.10.2019 previsto dal cronoprogramma allegato al TAC). La Sezione prende altresì atto che il procedimento per l’aumento della velocità di percorrenza da 110 km/h a 130 km/h non è ancora concluso e che ulteriori studi sono in corso al fine di incentivare il flusso di traffico.

Infine, la Sezione prende atto che è in corso il deposito del conto giudiziale 2022 e che si è proceduto all’affidamento dell’incarico per l’instaurazione di un giudizio nei confronti della società Superstrada Pedemontana Veneta, per il recupero dell’importo indebitamente versato alla stessa a titolo di IVA (20.147.000,00) dalla Regione del Veneto e nei confronti dell’Agenzia delle Entrate per l’impugnazione del diniego di rimborso IVA, raccomandando di monitorarne costantemente l’evoluzione.

In sintesi, il pronunciamento dei magistrati contabili della Corte dei conti del Veneto sullo stato di avanzamento dei lavori della Spv – Superstrada Pedemontana Veneta e sugli effetti che quest’opera avrà sulla finanza pubblica è la conferma del precedente richiamo di  allarme. Sul piano più generale, la Relazione è di fatto, “apertis verbis”, una bocciatura per quanto riguarda l’iter scelto dalla Regione Veneto per questo progetto. Ovvero un Project financing al contrario, che vede il rischio di impresa a carico della Regione Veneto a causa della terza convenzione del 2017 che prevede entrate certe al privato (canone annuo prestabilito per 39 anni) e incassi incerti da parte della Regione (entrate da pedaggi dipendenti dal flusso di traffico).

Alberto Speciale

 

 

 

 

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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