Regione Veneto, Liste d’attesa: Bigon “i dati sono diversi, mancano i numeri del CUP”

 
 

A sole 24 ore dal comunicato dell’assessore regionale Lanzarin in cui è stato dichiarato il calo delle liste d’attesa, con azzeramento addirittura di quelle a 10 giorni, arriva la smentita dalle consigliere regionali  Chiara Luisetto e Anna Maria Bigon


Gli italiani continuano ad allontanarsi dalla sanità pubblica, in particolare dalle visite e dagli esami eseguiti dal sistema sanitario. Le liste di attesa spingono i cittadini che se lo possono permettere a rivolgersi al privato mentre gli altri rinunciano alle cure che (fonte Istat: nel 2023 in 4,5 milioni hanno rinunciato alle cure).

L’assessore Lanzarin ha presentato ieri (qui comunicato stampa) gli ultimi dati registrati sul fronte delle liste d’attesa al 16 aprile scorso.  “I numerosi interventi e investimenti messi in campo per diminuire le liste d’attesa nella sanità veneta stanno dando importanti risultati – a dichiarato – non tutto è risolto, ma i passi avanti sono vistosi e, con l’applicazione della nuova delibera attualmente all’attenzione del Consiglio regionale, altri verranno”.

L’assessore, senza trionfalismi, snocciola i numeri: azzeramento delle attese in classe B (entro 10 giorni), che precedentemente faceva segnare 1.500 prestazioni in galleggiamento. Crollano anche le attese nelle altre classi, la D (entro 30 giorni) e la P (entro 90 giorni). Nella classe D si partiva da 82.210 prestazioni in galleggiamento, precipitate a 13.900 al 16 aprile. Trend confermato anche nella classe P, dove si partiva da 74.500 prestazioni in attesa e si è arrivati alle 28.300 di oggi.

“Tali numeri – conclude Lanzarin – sono stati raggiunti grazie alle azioni messe in campo, ai fondi gettati nella mischia, all’affinamento progressivo dell’organizzazione, al grande lavoro dei nostri camici bianchi che hanno dato e stanno dando ogni stilla di energia e per questo vanno ringraziati”.

Non ha tardato a giungere la risposta dell’opposizione. «Non è stato affatto messo tutto a posto – ha precisato ieri Chiara Luisetto consigliera Pd – non vengono messi soldi per aumentare il numero di visite, mentre l’Emilia R. ha stanziato 30 milioni: tutto viene fatto cadere sulle spalle del personale o, ma noi non siamo d’accordo, si mette sullo stesso piano il ricorso ai privati per poter ad esempio offrire visite anche di sera. Rimane anche il ricorso al “galleggiamento”, un’invenzione della Regione. È previsto che la visita sia offerta “di norma” in una sede vicina, ma questo apre a un rischio grave di offrire poi in realtà sedi lontane e di penalizzare chi le rifiuta. Infine non viene imposto di chiarire bene al paziente che, se messo in attesa, può chiedere la visita “intra moenia” pagando solo il ticket. Ne discuteremo di certo».

Oggi la risposta di Anna Maria Bigon, consigliera regionale (Pd), vicepresidente della commissione sanità che dichiara «come la situazione della sanità veneta in generale e delle liste d’attesa in particolare, è seria. Il nuovo piano regionale per l’abbattimento delle liste d’attesa rappresenta un passaggio necessario, dovuto, richiesto ed ottenuto anche dalle opposizioni, ma va integrato ed adeguatamente finanziato, altrimenti diventerà uno dei tanti piani non attuati».

Smentiti dalla Bigon i numeri in mano alla Regione i quali «non possono considerarsi attendibili in quanto il CUP, in varie occasioni, non prendeva nemmeno i dati della persona richiedente, che pertanto non entrava a far parte della lista d’attesa. La realtà è che le impegnative dei medici di famiglia nel 2022 sono state 29 milioni, di cui solo 16 milioni eseguite. Il resto è stato effettuato a pagamento oppure il cittadino vi ha rinunciato.
38 milioni investiti non sono stati, e non sono , sufficienti. Per quanto riguarda l’acquisto delle prestazioni aggiuntive, riteniamo opportuno che le prestazioni vengano effettuate in maggior parte all’interno delle strutture pubbliche, previo equo riconoscimento economico. Questo permetterebbe di mettere in sicurezza il nostro personale che risulta avere un trattamento economico inferiore ad altre realtà, soprattutto private ed estere. Dobbiamo evitare l’abbandono del pubblico da parte di medici ed infermieri. Altrimenti rischiamo che anche le aperture serali e nei fine settimana, previste dal piano, non siano di fatto realizzabili.».

La Bigon auspica la fine dell’epoca in cui i Cup hanno istruzioni di tenere in sospeso i richiedenti visite ed esami diagnostici, invitandoli a richiamare perché le liste sono chiuse, cosa che peraltro non è ammessa dalla legge, oppure di attendere mesi oppure anni per avere una data, costringendo il richiedente a rivolgersi al privato pagandone i costi. Soprattutto vorrebbe sentir dire dall’assessora Lanzarin e dal presidente Zaia che nel nuovo piano delle liste d’attesa le prestazioni devono essere effettuate tutte entro i termini indicati dal medico di famiglia. La visita nei tempi permette al cittadino di fare prevenzione e questo aspetto è di un rilievo fondamentale, sia per la salute che per un aspetto di minor costo rispetto alla successiva eventuale presa in carico per la cura.

Infine il tema delle liste di galleggiamento, per la Bigon «i cittadini vanno adeguatamente informati che qualora siano attivate liste di galleggiamento, l’onere di richiamare il cittadino nel termine previsto e non oltre, come spesso avviene ora, è in carico alla pubblica amministrazione. La normativa prevede che, qualora il sistema non sia in grado di trovare una data nei tempi previsti dalla prescrizione medica, è diritto del cittadino, previa richiesta scritta, avere assegnata una visita in libera professione intramuraria senza dovere sostenere alcun costo, ad eccezione del ticket, se non esente (n.d.r.: ai sensi art. 3, comma XIII, D. Lgs. n. 124 del 29.04.1998). Questo deve essere garantito ed attuato nel nuovo piano. Allo stesso modo va precisato che nell’ipotesi di impossibilità ad effettuare la visita, anche in via intramuraria, nei tempi e classi previste, il cittadino che sarà costretto a rivolgersi al privato dovrà essere rimborsato!.».

La Bigon, infine, fornisce un link dove trovare un fac simile di istanza che contiene l’indirizzo a cui recapitarla, nell’ipotesi in cui il CUP, contattato per avere una prima visita, fornisca una data oltre i termini indicati dal medico di famiglia o, addirittura, rimandi a data da destinarsi. Inviando il fac simile di lettera, si chiederà il rispetto del diritto ex lege dei cittadini a chiedere che la visita venga svolta in attività libero-professionale intra muraria , senza oneri aggiuntivi a carico dell’assistito.

SCARICA IL MODULO ➡️ https://drive.google.com/drive/folders/1BVlvo5kXVwuqcduf6MuZMyEn0SPY6eBS?usp=share_link

Per ulteriori informazioni qui Tempi di attesa della Regione Veneto: https://salute.regione.veneto.it/info/informazioni/tempidattesa

Alberto Speciale

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here