Verona bocciata per progetti fuori tema

 
 

LETTERE ALLA REDAZIONE

Verona è certamente una delle città con contesto paesaggistico di grande valore e tra le più ricche di architettura, di storia e di cultura. Per questi motivi è stata dichiarata dall’UNESCO, patrimonio dell’umanità.
Eppure, ogni volta che la Pubblica Amministrazione richiede formalmente il riconoscimento di questi valori e conseguentemente i fondi economici adeguati per la loro conservazione e valorizzazione, riceve dei decisi e inappellabili niet. E’ successo in questi giorni con l’esclusione dalle città che riceveranno i fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) provenienti dall’Europa.

Il Governo italiano, aveva decretato di finanziare degli investimenti su progetti di: “rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale”; investimenti, in seguito confluiti nel Pnrr europeo.
Ora, si viene a sapere che Verona non riceverà un solo euro dai fondi del Pnrr.
La Giunta di Verona aveva presentato tre progetti
:

-la riqualificazione dell’Arsenale;

-lo skate park in via colonnello Galliano;

-la ristrutturazione delle scuole Fedeli.

Tre progetti che difficilmente si possono considerare finalizzati alla “rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale…” Anche se nella nostra città esistono situazioni che si sarebbero egregiamente inserite nei parametri richiesti.
I tre progetti presentati, come si diceva a scuola, mi pare siano “fuori tema”.

Questa è la seconda bocciatura, la prima era stata la vergognosa eliminazione alla candidatura a Capitale della Cultura per il 2022. Anche allora, come adesso, i nostri amministratori avevano gridato contro l’ingiustizia subita, accusando i commissari giudicanti, le raccomandazioni politiche, i favoritismi di cui godrebbero le regioni meridionali e la scarsa forza politica dei rappresentanti veronesi in Parlamento. Ma mai un’autocritica, una seria e obiettiva analisi sui motivi per cui Verona è continuamente bocciata. In realtà, leggendo il “Dossier di Candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2022”, si può comprendere perché la nostra città sia stata esclusa.
Nel dossier, tra le tante esposizioni, si cita la ZAI, una zona che avrebbe potuto essere pianificata in modo tale da rispondere alle esigenze del quartiere e della città. Ma che, viceversa, è stata consegnata agli investitori privati, che l’hanno riempita di centri commerciali e alberghieri, ulteriori attrattori di traffico.

L’esempio dei Magazzini Generali è emblematico: dovevano diventare una cittadella della cultura, invece si sono trasformati in un grande supermercato e in un centro direzionale. Il dossier contiene anche l’assurdo progetto dei Magazzini della Cultura, nell’area del Forte Santa Caterina al Pestrino, per esporre le opere ora giacenti nei depositi dei musei, ignorando la possibilità di utilizzare l’Arsenale, separata dal museo di Castelvecchio, solo dal ponte scaligero.
La stessa indifferenza dei nostri amministratori per la realizzazione di un grande museo a Castelvecchio, spostando il Circolo Ufficiali in una sede idonea, chiarisce molte cose sul loro reale interesse per la cultura.
Inoltre, era sufficiente che qualche commissario giudicante venisse a Verona durante le festività invernali per rendersi conto dell’uso sconsiderato e volgare delle nostre piazze storiche, adibite a spazi per sagre di paese, che ne insultano i valori storici, monumentali e culturali.

Giorgio Massignan

 
 

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