Un’altra crepa nella maggioranza: L. Ferrari frena su fusione AGSM-A2A

 
 

“Sul progetto di fusione che coinvolgerà AGSM nutro ad oggi molte riserve e perplessità”.

Un’altra scossa di terremoto nella maggioranza di Federico Sboarina, sempre più solo in alcune dinamiche politiche cittadine, prima tra tutte l’aggregazione tra AGSM e A2A.

“Molti dati del progetto mi sono ancora sconosciuti e in questo quadro non ancora chiaro posso solo considerare che AGSM è rimasta l’ultima cassaforte della nostra città e soprattutto l’unica azienda di proprietà del Comune di Verona in grado di generare ricchezza grazie all’attività commerciale svolta in tutto il territorio nazionale e alla distribuzione poi del risultato di questo lavoro sul territorio veronese.

Il dividendo di fine anno è solo uno dei benefici sul quale il Comune di Verona può contare grazie ad AGSM. A questo infatti va sommato il contributo alla Fondazione Arena, tutte le sponsorizzazioni di carattere sociale, ricreativo e sportivo che le aziende del gruppo AGSM elargiscono costantemente, gli investimenti infrastrutturali che vengono fatti nel comune di Verona, le manutenzioni stradali e agli impianti di illuminazione, le assunzioni di personale sul territorio veronese e gli approvvigionamenti da fornitori del nostro territorio.

Tutto questo crea un valore aggiunto per la nostra città di oltre 130 milioni di euro l’anno gestiti, direttamente o indirettamente dall’unico socio di AGSM, il Comune di Verona.

AGSM è un azienda sana, e il bilancio 2019 lo dimostra, fortemente ancorata al tessuto sociale ed economico della nostra città. Perché spostarne il baricentro? Chi ci assicurerà che questa ricchezza di oltre 130 milioni continuerà ad essere distribuita sul nostro territorio se poi la governance sarà a Milano?

A seguito della pandemia che ha investito il nostro paese abbiamo il dovere, come amministratori pubblici, di riconsiderare tutti gli scenari politici e soprattutto economici futuri. E di fronte ad crisi economica annunciata, che porterà purtroppo anche ripercussioni sociali, credo sia meglio per Verona tenersi stretta una cassaforte come AGSM che nei suoi 120 di attività si è sempre contraddistinta per l’importante apporto economico dato a Verona e per il generoso supporto al territorio”.  

Perplessità che sfociano in prudenza, eventualmente orientate ad un solo innesto con un’altra partecipata energetica, la vicentina AIM.

“Riguardo alle attività di aggregazione industriale resto comunque favorevole. Ma, nel caso specifico, non sarebbe forse meglio portare avanti l’aggregazione con AIM Vicenza, nel rispetto delle giuste proporzioni, e poi valutare la quotazione in borsa? In questo modo potremo diventare maggiormente attrattivi per alcuni nostri competitor e pensare ad uno sviluppo del gruppo verso nord-est, un area sicuramente meno insidiosa rispetto a quella nord-ovest che ha come baricentro Milano”. 

 
 

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