Ugoli: “Caso Padovani, una brutta pagina di democrazia”

 
 

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Luigi Ugoli, segretario cittadino del Partito Democratico.

Il violento movimento di opinione che si è scatenato attorno alla votazione della mozione Zelger da parte della capogruppo Carla Padovani rappresenta una brutta pagina di democrazia probabilmente figlia di questi tempi di populismi e ricette facili a problemi complessi. L’accanimento e la virulenza di certi commenti e giudizi nei suoi confronti fa male al Pd tanto quanto il fatto in sé cancellando una fondamentale distinzione che è alla base del nostro stesso agire politico, quella tra libertà di espressione, per cui ogni opinione è degna di essere ascoltata, e il dovere di rappresentanza politica di una comunità. 

Non c’è dubbio che con il suo voto favorevole ad una mozione che continuo a ritenere palesemente pretestuosa e in parte delle premesse anche non veritiera, Carla Padovani, nel suo ruolo di capogruppo, abbia disatteso ai suoi doveri di rappresentanza della comunità del Pd e al limite anche offeso la sensibilità di altre donne. Ma questo non può fare di lei una “indesiderabile” di cui chiedere l’espulsione. E’ a mio parere solo il suo ruolo di capogruppo che va posto in discussione.  Il Pd è nato con un progetto di inclusione e di rispetto della libertà di espressione e la sensibilità cattolica deve avere in esso diritto di cittadinanza. 

La 194 nasce anche dal faticoso incontro tra sensibilità laica e cattolica. Non è una legge per la Morte, come ha tentato surrettiziamente di dire il consigliere della Lega Zelger, ma non è un reato ritenere e dire che la sua applicazione deve essere migliorata, che il rapporto tra i servizi pubblici destinati ad attuarla ed il privato sociale va intensificato e che alcune parti della legge non sono ancora all’altezza dei tempi. 
Che poi lo debba affermare una mozione votata in un consiglio comunale, che non ha alcuna competenza in materia e non ha certo il tempo per approfondire un argomento tanto sensibile, è una delle stranezze di cui non mi capacito e che per questo ritengo del tutto strumentale ad altri evidenti fini”.

 
 

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