Su Ca’ del Bue il TAR dice no all’inceneritore. Arriva il ‘Revamping’?

 
 

Una sentenza del Tribunale del TAR mette fine, almeno per ora, al progetto di realizzare un inceneritore a Ca’ del Bue.

Come è stato riportato in queste ore da Lillo Aldegheri sulle colonne del Corriere di Verona, il progetto era stato presentato dalla società spagnola Urbaser.
La volontà politica in AGSM era poi cambiata, ma Urbaser aveva presentato ricorso al Tar chiedendo di poter andare avanti.
Ora quel ricorso è stato dichiarato “estinto” solo pochi giorni fa ed il capitolo pare adesso davvero chiuso, anche sul piano legale.

Sul piano “effettivo“, la questione era già stata chiusa con il Piano Regionale dei Rifiuti, in cui si afferma chiaramente che di inceneritori, in Veneto, “rispetto le potenzialità autorizzate, si rileva nessun fabbisogno di capacità di trattamento aggiuntiva al 2030“. E si assicura che “il Piano non prevede ulteriore fabbisogno di incenerimento di rifiuti urbani, mentre la capacità impiantistica necessaria resta quella del precedente piano, con l’unica differenza della previsione di efficientamento di linee obsolete di impianti esistenti“.

Nel prendere atto della sentenza del Tar, peraltro, Michele Bertucco (capogruppo di Sinistra in Comune per Verona) dà notizia anche di un decreto della Regione del Veneto che concede tempo fino al 2026 per realizzare il progetto di “Revamping e valorizzazione delle sezioni di trattamento meccanico biologico del complesso impiantistico di Ca’ del Bue”, presentato da AGSM-AIM.
Un bando da 34 milioni di euro, per il quale il Comune di Verona ha già rilasciato anche l’autorizzazione edilizia con il relativo permesso a costruire.

La prima linea, per la produzione di biometano, è per altro già in costruzione e dovrebbe essere pronta l’anno prossimo, secondo le stime della stessa azienda.

 
 

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