Solori: per Bertucco si tratta di un ginepraio

 
 

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune.

Prima di avventurarsi nella revoca del direttore generale di Solori mettendo a rischio decine di milioni delle casse comunali, l’amministrazione dovrebbe chiarirsi le idee su come vuole riscuotere i tributi e come intende gestire gli insoluti. E’ lampante che Solori è stato un buco nell’acqua della precedente amministrazione, dal momento che – come avevamo previsto – non ha mantenuto nessuna delle promesse di espansione e rafforzamento societario. E’ anche vero – e noi lo abbiamo sempre denunciato – che lo stipendio di Tatini è insostenibile. Allora, però, perché insistere sulla strada parallela del project financing per l’affidamento ai privati delle pratiche di multe o tributi non pagati che, qualora attuato, toglierebbe gran parte del lavoro a Solori senza tuttavia rimpiazzarla? 
Noi siamo stati sempre contrari a creare una società specializzata ritenendo la riscossione dei tributi una funzione gestibile in house. Ora forse è troppo tardi per tornare indietro ma la strada imboccata dall’amministrazione è molto stretta e confusa se è vero come sembra, che figure come quella di Tatini non fossero effettivamente molte in circolazione. Gli incontri avvenuti tra gli avvocati di Tatini e gli avvocati incaricati dal Comune di formulare il parere di legittimità sul contratto del dirigente, danno l’idea di una trattativa più che di una verifica. Il tutto è molto confuso e si sta giocando col fuoco. Ho già chiesto pertanto di avere copia dei nuovi pareri richiesti alla Corte dei Conti”.

 
 

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