Perse la vita per salvare la fidanzata nel Lago di Garda, intitolazione a Slemer

 
 

C’è chi uccide “per amore” e chi rinuncia alla propria vita per amore. Giacomo Slemer il 15 agosto del 2012, a Torbole, ha perso la vita a soli 24 anni per salvare la propria fidanzata Michela dalle correnti del Sarca, l’affluente del Lago di Garda. Un gesto estremo per ciò che dovrebbe essere normale. E da oggi Verona vuole che il suo ricordo rimanga indelebile, intitolandogli i giardini a Poiano a fianco della baita degli alpini. Un luogo semplice come lo era Giacomo, un luogo che trasmette gioia e serenità.  

Questa mattina alla cerimonia sono interventuti il sindaco Damiano Tommasi, l’assessore al Decentramento Federico Benini, la presidente della Circoscrizione 8^ Claudia Annechini, i genitori, i familiari di Giacomo, i rappresentati della Prefettura, della Questura, delle Forze Armate, dell’Esercito, del 3° Stormo dell’Areonautica, dei Carabinieri, dell’Associazione Nazionale Alpini, dell’Avis e dell’Ordine delle Lame Scaligere.

Ma soprattutto c’erano gli alunni e le alunne della scuola primaria dell’I.C. 16 di Poiano, che hanno emozionato e reso la festa ancor più significativa recitando una poesia e cantando due canzoni, una scritta apposta per l’occasione e ‘Supereroi’ di Mr. Rain. Giacomo, compiendo uno straordinario gesto d’amore può sembrare essere stato un “supereore ad un passo da noi”, parafrasando il testo della canzone. Invece ha dimostrato quanto tutto questo dovrebbe essere normale e non eccezionale.

A lui è stata dedicata l’area verde a Poiano che, da oggi e per sempre, saranno i “Giardini Giacomo Slemer – Medaglia d’oro al Valor Civile 1987-2012”, per ricordare anche il riconoscimento conferitogli nel 2017 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Le iniziative in ricordo di Giacomo Slemer proseguiranno oggi alle 18 alla sala dell’ex anagrafe a Montorio, in piazza delle Penne Nere, con la presentazione del libro “Giacomo, solo per amore”, redatto dai genitori e la cognata.

“Non so se sia per una concomitanza di tempistica, ma oggi è un giorno significativo per quello che stiamo vivendo a livello nazionale, con gli interrogativi che ci lasciamo, o forse è una casualità, visto che questa targa doveva essere qui da molto tempo, ma di fatto ci resterà per sempre. Ricordare Giacomo oggi è anche una piccola risposta a quell’interrogativo che tutti noi ci siamo portati e ci stiamo portando dentro da qualche settimana per un fatto di cronaca, così come è stato quello di Giacomo, dove la cosiddetta ‘normalità’ ha portato a gesti estremi. Quello di Giacomo è un gesto figlio della normalità, della sua normalità, nei valori che ha vissuto a 360°, non solo in famiglia, ma con gli amici nei diversi luoghi. Era normale che accadesse quello che è accaduto, che lui facesse quel gesto che ha fatto, e oggi dobbiamo pensarlo, celebrarlo e ricordarlo. I giovani sono il nostro futuro, ma dobbiamo ricordarci che sono anche il nostro presente, e purtroppo ce ne dimentichiamo spesso. Pensiamo di essere noi a dover dettare alcune regole di relazione, alcune modalità con le quali interagire con loro. Non sentirsi protagonisti del proprio presente porta a non pensare al proprio futuro. Aspettare un turno, aspettare il proprio turno, per i giovani a volte diventa o frustrazione o cecità nei confronti di valori che per noi sono normali. Per questo i gesti estremi purtroppo a volte sono anche figli di questo. Dedicare un luogo fisico, uno spazio da vivere, non una via dove si passa, ma dove ci si ferma spesso e volentieri con la famiglia o chi sta vicino a noi, può essere un prolungare questo messaggio che ci ha lasciato tragicamente Giacomo. Questa normalità, che a volte ci dimentichiamo di avere dentro di noi, è più forte di quello che sembra. Per questo ringrazio per questa intitolazione anche da genitore, perché credo che sia un gesto di gratuità fatto dai genitori di Giacomo per condividere la storia, le loro emozioni avute e vissute, e sicuramente difficili. Il valore intrinseco di una cosa infatti ne acquista ancora di più se è condiviso. Oggi siamo in questo spazio per una storia che ci inorgoglisce, che ci rende partecipi del dolore, ma che ci fa riconoscere in Giacomo quell’interrogativo che insito in tutti noi. Abbiamo una responsabilità come genitori, e noi come amministratori, con un ruolo nei confronti della cittadinanza, per cosa possiamo fare e in quale direzione andare. La spontaneità con cui è stata riconosciuta la medaglia civile a Giacomo è la prima risposta. Dobbiamo vivere i nostri valori con semplicità, dirceli, trasmetterli, ascoltarci e guardarci negli occhi più spesso. A volte viviamo una vita con delle persone senza guardarci negli occhi o ascoltarci, e credo che questi siano i messaggi che ci ha lasciato Giacomo. La sua semplicità, nel vivere una vita come tutti noi, lo ha reso straordinario, e sono contento che gli sia stato intitolato un luogo che sia che sia uno spazio vissuto. Anche per fermarci da soli sotto una pianta, momenti che potrebbero cambiare la qualità della nostra vita. Al di là del ruolo istituzionale, sono grato come genitore a questo messaggio che vogliamo lasciare per sempre alla nostra città, ai nostri ragazzi, e anche a tutte le persone che vivranno questi giardini”.

“È stata toccante la telefonata fatta qualche mese fa a Roberto, il padre di Giacomo – racconta l’assessore Federico Benini – per annunciargli che a breve avremo inaugurato i giardini a Poiano intitolati al figlio Giacomo. Mi sono congratulato per averlo fatto crescere con questi valori, questi, principi e per il gesto eccezionale. Il padre mi disse che ‘per Giacomo era la normalità’, una normalità nella eccezionalità di un gesto. Penso che questo sia il valore e il ricordo che tutti cittadini veronesi debbano avere di Giacomo, un valore anche che tutti noi dobbiamo portare avanti”.

“Siamo profondamente felici di assistere a questo momento tanto atteso e sentito da parte dei genitori, dei familiari e dell’intera comunità poianese – ha detto la presidente Claudia Annechini -. L’intitolazione del Parco a Giacomo Slemer, medaglia al valore, rappresenta non solo un omaggio alla sua memoria eroica, ma anche un riconoscimento dell’eccezionale coraggio che ha dimostrato, esempio per tutta la società civile veronese ed italiana”.

 
 

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