No alla Pizzeria nel’Area del Fontanon, a Montorio

 
 

“In merito al Fontanon condividiamo il presidio e le denunce dei comitati, delle associazioni e le 2400 firme dei cittadini/e di Montorio che si troveranno la prossima domenica a Montorio”.

Si schiera a fianco della protesta Luca Perini, Segretario Provinciale di Sinistra Italiana Verona.

“Il presidio evidenzia quelle che sono le responsabilità della passata giunta di centro destra (Sindaco Sboarina, era gennaio 2022) dove il primo permesso, ricordato anche dagli stessi comitati, era stato presentato nel 2021, poi decaduto per mancanza della documentazione relativa richiesta. A quel punto si poteva già evitare di accordarlo ma la giunta Sboarina ha deciso incautamente di andare avanti. Oggi ci troviamo con una prossima pizzeria e con un
impatto che sarà devastante da un punto di vista ambientale ma anche sociale. Questo è uno dei tanti esempi di una politica scellerata passata: autorizzazioni di disboscamenti e sbancamenti delle colline (dalla Valpantena a Montorio Veronese), nuove ville e cantine, monocultura, consumo di suolo e privatizzazioni (vendita del patrimonio
pubblico). Oggi l’attuale Giunta raccoglie quelle che sono state le politiche a servizio di speculatori e lobbisti.

Una politica, quella passata, lontana dall’interesse comunitario e collettivo. Concordiamo con i comitati e i cittadini/e, in quanto oggi la politica deve fare sistema e dare delle risposte, anche coraggiose. È per questo che su questo tema chiederemo alle altre forze politiche di valutare, e approfondire, tali casi all’interno del nostro territorio dove ci sia la necessità di richiedere alle proprietà dei contratti di cessione volontaria o di valutare degli espropri per pubblica utilità a fini ambientali e sociali per il pubblico interesse.

Il caso del Fontanon è emblematico, ma ci sono molti altri eco-mostri. Non tanto lontano abbiamo anche molti immobili oggi inutilizzati, e costruiti ex novo a fini speculativi e da decenni ancora inutilizzati, e che oggi potrebbero assolutamente servire alla comunità in considerazione ad esempio dell’emergenza casa. È inammissibile che si espropri per la TAV ma non per queste emergenze ambientali e sociali. Il profitto economico di pochi non può ledere il benessere di un territorio e della sua cittadinanza. La pubblica amministrazione (tutta), e la stessa politica, devono dimostrare
oggi d’aver più coraggio, e responsabilità, lontano da logiche privatistiche”.

 
 

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