L’ideologia di Bergoglio: affari, buonismo e accoglienza business

 
 

LETTERE ALLA REDAZIONE

Bergoglio colpisce ancora, con l’ennesima arringa ideologica e propagandistica, durante la funzione dell’ 8 Luglio: “La Libia è un lager….è Dio a chiederci di sbarcare”, e molto altro ancora, riproponendo, fino alla nausea, la banale e quasi blasfema figura del Gesù migrante.

Francesco, durante il suo personale “comizio”, ammonisce duramente gli Europei, colpevoli, a suo avviso, di essere poco accoglienti.

Poco importa, se negli ultimi mesi ne abbiamo accolti invece a migliaia, nonostante l’emergenza sanitaria.

In ogni caso, non siamo affatto stupiti dalle affermazioni di questo individuo, che nel tempo ha più volte sfruttato la sua posizione mondialista per trattare temi puramente politici, avallando, di fatto, lo sfruttamento dell’immigrazione, nascondendolo sotto il velo di un finto solidarismo cosmopolita. Che non è mai appartenuto alla tradizione bimillenaria della Chiesa romana.

Il Vaticano e Bergoglio, in quanto rappresentanti della Chiesa ufficiale, dove dimostrano la solidarietà di cui si ammantano e che chiedono ai propri fedeli e non?

L’Onestà e la trasparenza di quello che era lo Stato pontificio sono, infatti, in bilico, già da tempo.

Non più tardi del 2015, attraverso delle inchieste giornalistiche, vennero scoperti degli investimenti (con tanto di registrazioni telefoniche a “Sua “Santità) in produzione di armi, ristrutturazioni abitative di vari membri della curia romana e altre spese personali per milioni di euro.

Il tutto, finanziato con i soldi raccolti da associazioni religiose con finalità caritatevoli.

Per non parlare, poi, di tutti gli scandali della CEI, con l’accoglienza dei sedicenti profughi, trasformata, senza remore, in un autentico business, sia sulla pelle di questi ultimi, che su quella dei cittadini Italiani.

Quindi, piuttosto delle solite omelie demagogiche ed intrise di politica “buonista”, sarebbe il caso che Bergoglio e il Vaticano facessero un serio esame di coscienza. Così facendo saranno, magari, in grado di riscoprire il “diritto a non emigrare” che appartiene al Magistero Perenne dei Papi, ma andrebbe, inevitabilmente, contro il principio del guadagno economico, che già da tempo ha permeato il Vaticano.

Il Presidente

Emanuele Tesauro

 
 

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