L’eventuale recesso dal progetto Filovia sarebbe costato 57 mln di euro

 
 

L’avvio dei cantieri della filovia è stato inevitabilmente accolto dai malumori dei cittadini che lamentando i disagi legati al traffico e alla viabilità.

Rendere una città più moderna ed efficiente richiede opere ed infrastrutture che senza i cantieri non vedrebbero luce. 

L’Amministrazione ha più volte sottolineato l’importanza che la filovia riveste sotto diversi aspetti, da quello di dotare finalmente la città di un mezzo di trasporto pubblico di massa veloce ed efficiente al passo con il modello di mobilità delle città europee ai vantaggi sul fronte ambientale e della qualità della vita, evidenziando i lati positivi di un’opera il cui iter amministrativo è partito più di 30 anni.

Ma c’è un altro aspetto, che forse ai veronesi non è ben chiaro, ed è quello economico. Cosa succederebbe, sul fronte finanziario, se oggi il Comune decidesse di non realizzare più la filovia? Ebbene, l’Amministrazione comunale dovrebbe pagare direttamente più di 57 milioni di euro tra spese già sostenute e penali. Una somma che è pari a più di un terzo del valore complessivo dell’opera, circa 155 milioni di euro il 60 per cento dei quali a carico dello Stato e il restante 40 a carico del Comune attraverso Amt3, con un finanziamento della Banca Europea degli Investimenti.

Per i conti pubblici sarebbe un danno enorme, con ricadute inevitabili anche sui cittadini, che loro malgrado si troverebbero a ‘pagare’ i costo di un’opera mai realizzata.

Ecco perché l’Amministrazione ha cercato di accelerare il più possibile l’iter già avviato, portando a casa in pochi mesi l’approvazione da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile della variante al progetto filovia (a febbraio), l’aumento di capitale delle società per 1,5 milioni di euro, la stipula del mutuo con la BEI che copre il costo dell’opera a carico del Comune, il finanziamento dei due parcheggi scambiatori la cui realizzazione è propedeutica alla messa in strada del mezzo pubblico (6.500.000 euro di cui 3 milioni per il park a Verona Est da 350 posti e 3 milioni e mezzo per quello di Ca’ di Cozzi da 500 posti).

Un cerchio che oggi si è chiuso definitivamente grazie all’approvazione da parte della giunta non solo del Piano Economico Finanziario aggiornato dell’opera e l’accordo di contribuzione tra Comune, Amt3 e BEI che premette di proseguire i lavori appena avviati per concluderli nel 2026 come da cronoprogramma. La delibera sarà esaminata dal Consiglio comunale nelle prossime settimane.

Il Piano Economico Finanziario recepisce l’aggiornamento dei costi aggiuntivi derivanti dalla perizia di variante di lavori; le ultime previsioni relative alla tempistica e al cronoprogramma, un diverso orizzonte temporale di riferimento fissato in 20 anni, l’aggiornamento delle condizioni bancarie ed una diversa modalità di finanziamento rispetto al PEF 2010.

In sostanza, il Comune verserà ad Amt3 un contributo pari a 38.240.000 euro a titolo gratuito che verrà erogato con importi annui predefiniti per il periodo dal 2023 al 2045, di cui 6.050.000 già stanziati nel bilancio di previsione pluriennale 2023-2025 da erogarsi in quote annuali (1.098.000 nel 2023), 2.257.000 nel 2024, 4.026.000 nel 2025). Altri 28 milioni di euro saranno concessi alla società in conto capitale con importo annuo dal 2026 al 2041.

“Oggi la giunta ha chiuso il cerchio sul progetto filovia, approvando il PEF aggiornato e l’accordo di contribuzione tra Comune e Amt3 – ha spiegato l’assessore al Bilancio Michele Bertucco-. Nel documento viene anche stimato l’onere complessivo conseguente all’eventuale recesso dei contratti in essere e alla rinuncia alla costruzione dell’opera, circa 57 milioni di euro senza contare le eventuali penali che verrebbero richieste dalle ditte appaltatrici. Un danno enorme per le casse comunali che ricadrebbe inevitabilmente sui cittadini”.

“Il risultato di oggi è frutto degli importanti passaggi effettuati nei mesi scorsi per iniziare finalmente i cantieri, dall’approvazione della variante da parte del Cipess alla sottoscrizione del mutuo con la BEI – ha detto il presidente di Amt3 Giuseppe Mazza-. Quanto ai lavori già iniziati, stanno procedendo regolarmente sia quelli in Città di Nimes che in via Santa Teresa”.

Di seguito le principali informazioni sull’opera e una breve cronistoria dell’iter amministrativo.

Ricordiamo i tracciati previsti nel Il progetto definitivo di variante, che contempla 4 linee (1A, 1B, 2A e 2B), che seguono due assi di penetrazione verso il centro,disposti da nord a sud e da est a ovest, per una lunghezza delle linee di circa 33,68 km. Per l’attraversamento del centro storico le linee A e B di ciascun asse percorrono le medesime vie, separandosi poi alle estremità per servire più quartieri. L’intervento comprende la riorganizzazione del canale stradale e delle connesse sistemazioni urbanistiche per accogliere il nuovo sistema filoviario, la realizzazione della linea di trazione elettrica sulle tratte esterne (escluso il centro storico) e delle opere connesse (sottostazioni, etc.), la costruzione del nuovo deposito dei mezzi filoviari con officina, centro direzionale ed amministrativo per il gestore del sistema in località «La Genovesa», al terminale della linea 2B, la realizzazione del sottopasso stradale di Via Città di Nimes sulla circonvallazione interna, la fornitura di 39 filobus alimentati da linea aerea bifilare sulle tratte perimetrali e funzionanti in marcia autonoma nel centro storico e nei quartiere limitrofi.

Le principali varianti interessano: modifiche ad alcune parti del tracciato, con l’eliminazione di circa 6 km di linea bifilare nelle due direzioni di marcia, in punti che avrebbero comportato notevoli impatti sul traffico veicolare; la zona del deposito, con l’elettrificazione delle pensiline di sosta per consentire il completamento della carica delle batterie dei veicoli, con l’installazione di un impianto di climatizzazione a sistema fotovoltaico e con la modifica delle dimensioni della sottostazione elettrica n. 10; una variazione della lunghezza dei mezzi (da 18 metri a 18,75 metri) in ragione dell’eliminazione dell’armadio batterie dal vano passeggeri anteriore e del posizionamento esterno delle batterie stesse (la variante riguarda 33 dei 39 veicoli oggetto del contratto, in quanto i primi sei sono già stati realizzati); l’integrazione dell’illuminazione pubblica per alcuni tratti di linea con i sostegni della trazione elettrica. Altre varianti tecniche significative riguardano il tracciato di Via Pisano e di Via Spolverini (con sdoppiamento della linea), il recepimento del progetto di “Ex Manifattura Tabacchi”, l’eliminazione della cd. “Galleria San Paolo”, alcune modifiche tecniche alle pavimentazioni previste nell’ambito del Progetto Esecutivo, la predisposizione tecnica per la futura installazione di pensiline.

 
 

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