L’economia veronese segna un incremento dell’uno per cento

 
 

La produzione delle aziende veronesi avanza con moderazione. Nel terzo trimestre dell’anno infatti si registra un incremento del +1,08%, più contenuto rispetto alle previsioni che davano una crescita al 1,71%. Prospettive positive con una previsione per il IV trimestre di un +1,50%.

Preoccupa la flessione della fiducia degli imprenditori in particolare per l’economia locale e nazionale, a causa dell’incertezza sul fronte politico interno e al deterioramento delle condizioni esterne. Positivo invece il trend per il mercato internazionale, che in un giudizio su valori tra 1 e 10, è percepito in risalita (5,8) con una variazione di + 1,8%. 

Nonostante il clima di incertezza, a Verona resta comunque alto il numero di aziende che prevede di investire lo stesso capitale dell’anno precedente (54%) o di aumentarlo (19%).

In lieve flessione anche il portafoglio ordini, che permette al 74% delle aziende prospettive di lavoro a medio e lungo termine. Il 25% di queste dichiara di avere un piano di ordini che si spinge addirittura oltre i 3 mesi. 

Crescono le vendite in tutti i mercati, ma rallentano rispetto alla precedente rilevazione nel mercato Italiano ed europeo che segnano rispettivamente +2,84% e +1,25%. Cresce il mercato Extra Ue che segna un +1,54%.

Il commento di Michele Bauli, presidente di Confindustria Verona

“Anche nel terzo trimestre l’economia veronese conferma la sua buona tenuta rispetto al resto del Paese. Pur rimanendo positiva e portando a oltre cinque gli anni di crescita continua, la produzione industriale ha registrato una perdita di vivacità.

Il contesto nazionale e internazionale non aiuta la fiducia degli imprenditori che anzi stanno guardando con preoccupazione all’evolversi degli scenari. Continuano i segnali di debolezza del commercio mondiale: -1,1% a settembre e sulla fiducia degli operatori pesa l’incertezza generata da protezionismo USA e tensioni geo-politiche in Medio Oriente.  

Anche la situazione italiana si mantiene piatta. La gran parte degli indicatori congiunturali concordano su un PIL italiano debole nel 4° trimestre e a novembre la fiducia delle imprese nel manifatturiero ha continuato a peggiorare, gli ordini non lasciano intravedere miglioramenti. 

Nota positiva è che nonostante il clima di incertezza nella nostra provincia resta alto il numero di aziende che continua ad investire. Investire per un’azienda è un po’ come mettere il fieno in cascina. Permette infatti di resistere ad un’eventuale fiacchezza dei mercati puntando su maggiore efficienza o prodotti innovativi e per farsi trovare pronti al momento della ripartenza.

In particolare da una nostra indagine emerge che gli strumenti relativi al piano Industria 4.0, hanno suscitato un grande interesse anche se gli incentivi non sono stati determinanti per la decisione ad investire. Il 64% degli imprenditori infatti avrebbe effettuato comunque gli investimenti, sintomo di una spinta all’innovazione che è nel DNA delle imprese indipendentemente dalle agevolazioni. Una spinta che non si è esaurita anzi 6 imprenditori su dieci vorrebbe per il 2019 il rinnovo dell’iperammortamento. 

Il piano Industria 4.0 infatti si è dimostrato fondamentale per rivedere i processi interni e per migliorare le perfomance aziendali come riconoscono oltre 8 imprenditori su dieci ed è ancora alta la consapevolezza che molto si può ancora fare per migliorare il nostro sistema industriale.

Mi auguro perciò che il Governo sia veramente disponibile al dialogo e al rivedere alcune posizioni come ha dimostrato nei recenti incontro con le associazioni imprenditoriali. 

Per parte nostra il 2018 ci ha visti in prima linea su molti fronti: abbiamo lanciato il nostro Digital Innovation Hub Speedhub che attualmente è perfettamente operativo come riconosciuto anche a livello europeo, è infatti inserito nel catalogo europeo dei DIH fully operational.

Abbiamo consolidato il nostro affiancamento alle imprese sul tema della gestione delle risorse umane, attraverso WE la nostra piattaforma per il Welfare Aziendale ma anche sulla sicurezza dei lavoratori sottoscrivendo un protocollo con le organizzazioni sindacali.

Abbiamo potenziato il nostro programma di internazionalizzazione promuovendo l’utilizzo degli strumenti agevolativi di SIMEST e attivando una rete di soggetti da VeronaFiere agli istituti di credito ad altre associazioni del sistema.

Se da un lato infatti non possiamo che registrare una marcata diffidenza per il mondo imprenditoriale e aziendale dall’altro dobbiamo aver chiaro che nel nostro territorio oltre il 60% dei posti di lavoro li creano l’industria e i servizi collegati ed è su questo che bisogna puntare per mantenere il benessere raggiunto.”

 
 

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