Lavagno, scontro per presunta errata valutazione di un esproprio

 
 

L’ex Sindaco di Lavagno Simone Albi interviene in merito alla querelle innescata dal Sindaco Marco Padovani, in merito alla condanna del Comune, giunta da parte dalla Corte dei Conti, a pagare 244.000 euro per una presunta errata valutazione dell’indennità di un esproprio relativa a una porzione di terreno all’interno della lottizzazione San Giacomo, che è tra l’ex statale 11 e l’autostrada Milano-Venezia.

Simone Albi non ci sta a vedersi addossare “colpe” e dichiara: “Ho seguito con enorme stupore e con un pizzico di tenerezza questo caso creato dal nulla, che finirà nel nulla, gestito malamente per cercare di giustificare il nulla di questi ultimi 5 anni di amministrazione. Il Comune non può rimetterci un solo euro da questa operazione – come, invece si scrive nel titolo de L’Arena succitato – così come dagli esiti dell’esproprio, in quanto il tutto è garantito dal Consorzio, che da recenti informazioni è disposto, addirittura, a porre un’ ipoteca volontaria, in favore del Comune, sui beni della lottizzazione.

Quindi di cosa stiamo parlando? Per l’appunto, del nulla. Invece, l’amministrazione che mi onoro di aver guidato, solamente con questa operazione, ha realizzato per la cittadinanza: la piastra polivalente di Vago, per un valore di 320.000 euro, gli spogliatoi della palestra di Vago per un ammontare di 462.000 euro, ha ottenuto gratuitamente un lotto edificabile all’interno della lottizzazione in proprietà del Comune, i parcheggi pubblici di fronte a Cà Brusà e l’area verde attrezzata lungo l’autostrada (ora lasciata completamente abbandonata) che, complessivamente, ammontano, senza ombra dubbio, ad un valore superiore alla totalità delle opere pubbliche realizzate da questa amministrazione, in questi 5 anni”.

L’ex Assessore Di Michele (FdI) aggiunge: ”forse, la cosa più straordinaria e stupefacente, è che il Sindaco Marco Padovani, nella sua lunga rielaborazione, si dimentica di dichiarare che il decreto di esproprio è stato pubblicato durante la sua amministrazione. Se non l’avesse ritenuto corretto, perché non l’ ha fatto modificare? Inoltre, si dimentica di dire che, quando il dissenziente ha deciso di impugnare la determinazione dei valori di esproprio, la sua Amministrazione ha deciso addirittura di non costituirsi in giudizio, venendo condannata in contumacia.

“Mi chiedo – procede Di Michele – con quale spregiudicatezza sollevi un polverone su un esproprio concluso da lui e neppure difeso. Ricordo, infine, che la questione è ancora in fase di giudizio presso la Cassazione, che ha la facoltà di modificare quanto stabilito da questa prima sentenza, data in pasto ai media, come fosse definitiva. Almeno, stavolta, l’Amministrazione Padovani ha deciso di costituirsi, a difesa del suo operato”.

Per concludere, l’ex Assessore Alessandra Sponda (Lega) non ci sta ad esser tirata in ballo per questioni che non riguardano il suo operato: “Speravo di potermi godere in serenità questo mio momento di pausa dall’attività amministrativa, per potermi dedicare alla maternità e, invece, purtroppo non è stato così. Guardando la registrazione del Consiglio comunale dello scorso 29 novembre si evince, dalle dichiarazioni di un paio di componenti del gruppo dell’attuale maggioranza, la volontà di coinvolgere, in parte, la sottoscritta e, in parte, la precedente Amministrazione comunale, al fine di montare l’ennesima polemica da campagna elettorale. La modalità utilizzata da parte dell’amministrazione Padovani è ormai, tristemente nota per la somiglianza con quella di “Cetto La Qualunque”: “quando le cose si mettono male, la colpa è sempre degli altri!” Perché il sindaco Padovani non si assume le proprie responsabilità? Il decreto di esproprio è opera sua, perché risale alla fine dell’estate del 2019!”.

 
 

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