La revisione delle non scelte urbanistiche della giunta Tosi

 
 

La nuova amministrazione comunale ha iniziato a valutare le scelte urbanistiche, o meglio, le non scelte, approvate dal sindaco Tosi. Mi pare di capire che si stia tentando, missione ammirevole ma assai difficile, di evitare, o quanto meno limitare, le gravi conseguenze all’equilibrio territoriale, alla viabilità ed alla salute ambientale che la realizzazione di tutti i progetti tosiani, potrebbero arrecare alla città.

L’annullamento della pubblica utilità relativa al project financing dell’ex Arsenale, nonostante il terrorismo attuato dai tosiani e da Italiana Costruzioni, la società che avrebbe dovuto recuperare e quindi gestire gli spazi del complesso asburgico, è stato un buon inizio. Ora, si sta analizzando e tentando di ridurre la bulimia assurda ed ingiustificata dei centri commerciali di matrice tosiana. Come ha sostenuto il sindaco Sboarina, attualmente in Zai si è realizzato solo il 10% dei progetti di impianti commerciali, terziari e direzionali approvati; non è difficile immaginare cosa sarà di quella zona se tutti venissero costruiti. Personalmente non ho mai capito quale logica abbia ispirato le scelte urbanistiche dell’ex sindaco Tosi; certamente non la logica di una pianificazione urbanistica equilibrata; non quella di un incremento delle attività produttive e dei posti di lavoro, troppi centri commerciali provocano cannibalismo tra loro e la chiusura dei negozi di quartiere; e neppure quella della realizzazione da parte dei privati delle cosiddette opere compensative, perché i costi per cercare di rimediare ai problemi relativi all’aumento del traffico e dell’inquinamento sarebbero certamente superiori al valore degli interventi dei privati.

Mi auguro che l’assessore Ilaria Segala riesca nel suo intento di riportare la pianificazione territoriale ad una visione d’insieme più seria e lungimirante rispetto alle scelte tosiane di lasciare agli operatori privati che hanno capitale da investire le decisioni di come usare il territorio. Non so quanto e come si possa, almeno in parte, rimediare al caos tosiano, ma dalle superfici previste dal Piano degli Interventi dovrebbero essere eliminati circa 111.000 mq. Alcuni esempi di quali progetti andrebbero rivisti: i circa 38.000 mq commerciali, terziari, turistici, ricettivi e congressuali previsti all’ex Manifattura Tabacchi; i circa 13.000 mq commerciali previsti agli ex Magazzini Frigoriferi. Da riesaminare il progetto alle ex cartiere Verona, con una previsione di circa 20.000 mq di commerciale, e circa 30.000 mq di direzionale. Andrebbero ridiscussi con la Regione i progetti PAQE, che prevedono migliaia di mq di attività relative al direzionale, al commerciale, al ricettivo e al residenziale; alcuni tra questi: il nuovo centro Esselunga all’ex Tiberghien in Borgo Venezia con circa 15.000 metri di commerciale e 6.000 di terziario; l’Agorà della Croce Bianca; l’ Ecocittà del Crocione sulla strada Verona-Peschiera; Le Porte della Città al Nassar di Parona; l’Ecoborgo di Mezzacampagna (seminario di San Massimo); La nuova Contina a Verona Sud e l’ Ex Scalo merci della ferrovia, dove non si prevede certo un parco urbano.

Inoltre, andrebbero bloccati: il centro commerciale La Cercola a Verona est con 24.500 mq destinati per le attività commerciali, 20.000 mq ad uso residenziale e circa 7.900 mq per il terziario.

Assurda l’ipotizzata scelta di localizzare i 120.000 mq dell’Ikea alla Marangona, in fondo alla ZAI.

Andrebbe invece stimolato il recupero dei circa 10.000 appartamenti sfitti nel comune di Verona.

Non rimane che sperare che gli sforzi dell’assessore riescano a portare qualche buon risultato.

Giorgio Massignan (VeronaPolis)

 
 

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