In manette un cinquantenne siciliano: sequestrati quasi 300 mila euro

 
 

Nei giorni scorsi, i Finanzieri del Comando Provinciale di Verona, nell’ambito di apposite attività di contrasto alla criminalità, hanno proceduto al sequestro di somme di denaro e beni per un valore di oltre 293 mila euro nei riguardi di un pregiudicato residente nella provincia scaligera.
I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo – emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale Ordinario di Verona su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di un 50 enne di origini siciliane, già condannato con sentenza irrevocabile ad un anno ed otto mesi di reclusione in ordine al reato di estorsione di cui all’art. 629, comma 2, del c.p. per il quale è stata riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso di cui all’art. 7 del D.L. 13.05.1991 n. 152.

L’uomo è finito nel mirino delle Fiamme Gialle poiché non aveva provveduto a comunicare al competente Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, come imposto dalla normativa antimafia, le variazioni patrimoniali che lo avevano interessato nel decennio successivo alla condanna.
L’attuale normativa (gli artt. 30 della legge 13 settembre 1982, n. 646 e 80 del Codice delle leggi antimafia) impone, infatti, alle persone condannate con sentenza definitiva per taluni reati di particolare gravità – tra cui rientrano quelli per i quali l’uomo è stato condannato dal Tribunale di Catania con sentenza definitiva del 2014 – l’obbligo di comunicare al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del luogo di dimora abituale, per dieci anni ed entro trenta giorni dal fatto, tutte le variazioni nella entità e nella composizione del patrimonio, concernenti elementi di valore non inferiore a 10.329,14 euro. Allo stesso modo, entro il 31 gennaio di ciascun anno, gli stessi soggetti sono altresì tenuti a comunicare le variazioni intervenute nell’anno precedente, quando concernono complessivamente elementi di valore non inferiore ad euro 10.329,14.
Le menzionate disposizioni normative hanno la finalità di introdurre un sistema di controllo del patrimonio delle persone condannate/prevenute in via definitiva per la durata di un decennio, al fine di accertare e fare emergere eventuali attività economiche agli stessi riconducibili, consentendo in tal modo di seguire lo sviluppo delle medesime attività e di individuare le persone che con costoro intrattengono rapporti di natura economica.
La mancata osservanza di tale obbligo di comunicazione è sanzionata penalmente con la reclusione da due a sei anni e la multa da 10.329 a 20.658 euro, nonché con la confisca dei beni ovvero di somme di denaro per un valore equivalente.

Nell’ambito delle attività ricognitive del Comando Provinciale di Verona per verificare il rispetto di tale obbligo di comunicazione da parte di tutti i soggetti tenuti a farlo, è stata individuata la posizione del soggetto in questione, segnalato alla locale Autorità Giudiziaria dal momento che il medesimo risultava aver compravenduto autovetture e possedere un conto corrente in territorio estero (Romania) verso il quale effettuava operazioni di bonifico, senza provvedere alle prescritte comunicazioni delle variazioni patrimoniali.
Si sottolinea che il provvedimento cautelare reale ora eseguito interviene nell’attuale fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio. La responsabilità penale degli indagati sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile. Nei confronti degli stessi vige, infatti, la presunzione di innocenza che l’art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.

 
 

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