“Il colore unico”, personale di Rolando Tessadri all’Arena Studio d’Arte

 
 

Sabato 8 aprile alle ore 18.30, Arena Studio d’Arte – galleria d’arte in Via Oberdan 11, presenta “Il colore unico”, personale dell’artista Rolando Tessadri a cura di Vittoria Coen, in mostra fino al 10 giugno.

Le circa 30 opere esposte delineano un percorso artistico caratterizzato da un linguaggio visivo chiaramente improntato sulla ricerca del minimalismo. 

In ogni tela emerge chiaramente la visione dell’artista, che si fa portavoce di un’arte complessa, difficilmente comprensibile al primo sguardo, ma che richiede tempo e attenzione prima di essere colta nella sua essenza più profonda. 

Le radici dell’arte di Tessadri vanno ricercate nell’astrattismo geometrico del Movimento per l’Arte Concreta e del minimalismo. 

A partire dalla fine degli anni ’90, la sua ricerca artistica si concentra nella creazione delle Tessiture, una serie di opere caratterizzate dalla presenza di una griglia ortogonale sulla superficie della tela.

La tecnica utilizzata è molto simile al frottage, con un’ iniziale sovrapposizione alla tela di trame di fili sottili, disposti parallelamente l’uno all’altro, in orizzontale e verticale. 

Realizzata questa griglia vengono applicati dei pigmenti colorati su tutta la superficie per poi asportare il colore con una racla, una grande spatola morbida comunemente usata in serigrafia.

Tessadri crede da sempre nella forza pura del colore: le sue opere presentano infatti una monocromia solo apparente, vissuta più che altro come un’intonazione complessiva, in cui la luce gioca un ruolo decisivo nel calibrare i singoli rapporti tra forma e colore.

La volontà dell’autore è di far sprofondare l’immagine nella tela, per poi farla riemergere gradualmente, con lentezza, quasi come se si trattasse di un’apparizione.

In questo processo le griglie ortogonali giocano un ruolo fondamentale dal momento che, a seconda della distanza e dell’angolazione, l’osservatore può percepire cambiamenti nella superficie della tela, con la conseguente sparizione  e ricomparsa della trama.

La tela diviene così un angolo silente, una dimensione “altra” in cui l’occhio può intraprendere la costruzione del nuovo a partire da espedienti minimi.

Federico Messini 

 
 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here