Fondazione Arena – Salemi e Traguardi: “Allo sbaraglio capitale umano e programmazione”

 
 

“Il capitale umano – maestranze artistiche e artigiane – è il vero patrimonio di Fondazione Arena, e lasciarlo in formalina come sta facendo la governance dell’Ente è immorale, oltre che diseconomico per gli interessi di Verona e del Veneto, specie oggi in cui indispensabile è ripartire con l’attrattività turistica, asset strategico del nostro territorio. La richiesta di proroga della cassa integrazione dei lavoratori per altre 9 settimane è ingiustificata e inaccettabile. Dal 15 giugno i teatri ripartono. In città, e più in generale nel veronese, ci sono tanti spazi che potrebbero ospitare eventi e spettacoli della Fondazione Arena: nell’era post Covid prestigiosi teatri di Europa e del mondo stanno reinventando o ritarando la propria offerta culturale progettando strade inedite per la fruizione della musica: ridotti ensemble musicali o corali, lirica in forma di concerto, suggestivi recital di singoli artisti… Insomma, dove ci sono volontà e creatività, ci sono qualità e rilancio, mentre chi sta fermo è perduto”.

Cosi la consigliera regionale Orietta Salemi interviene a sostegno dei lavoratori della Fondazione Arena convocatisi in presidio a denunciare lo stallo ingiustificabile e per loro dannoso. E assieme a Pietro Trincanato, presidente di Traguardi, rilancia la proposta per attività musicali diffuse già contenuta nel manifesto per il rilancio di Verona promosso dall’associazione.

“A Venezia ieri ho sottoscritto una mozione dei colleghi veronesi per la richiesta al Governo di alzare il tetto degli spettatori a 3.000 unità dentro l’anfiteatro per i pochi spettacoli programmati in agosto, ma non è questo il nodo per il futuro della Fondazione – sottolinea Salemi, che questa mattina ha incontrato e scambiato due parole coi lavoratori al presidio -. Serve sfruttare subito i contributi FUS e regionali per investire in una programmazione estiva alternativa con un’offerta territoriale diffusa. Se, come risulta, i contributi pubblici e privati sono garantiti non ci sono scuse: queste risorse devono andare all’attività culturale. Sboarina, nel suo duplice ruolo di sindaco e presidente della Fondazione, avvii una ricognizione sui luoghi che potrebbero ospitare spettacoli in città, organizzi un tavolo con la Provincia per valorizzare un’Istituzione che, per mission, deve promuovere cultura e arrecare benefici diretti, anche economici, al territorio. Senza trincerarsi dietro al pretesto dei costi fissi: i veri costi dell’Arena sono quelli di produzione. Il costo del personale a tempo indeterminato rappresenta una parte ampiamente coperta dai contributi ricevuti. La macchina è complessa, ma oggi, i contributi sono interi, le produzioni assenti, il festival rinviato. A cosa si vogliono destinare dunque i finanziamenti? Le serate agostane del cosiddetto minifestival, più che essere un’edizione bonsai della stagione areniana sembrano la foglia di fico che copre imbarazzanti nudità di programmazione”.

“Alla manifestazione – aggiunge Trincanato – eravamo anche noi con i lavoratori di Fondazione Arena, per sostenere la loro richiesta di tornare a lavorare a favore della cultura e dell’economia veronese. Ci auguriamo, come tutti, che il nodo Arena venga sciolto, ma affidare l’estate veronese a dieci concerti nell’anfiteatro è l’ennesima scelta miope di un’amministrazione incapace di pensare fuori dai percorsi tracciati. Fondazione Arena non è solo opera, non significa esclusivamente allestimenti magniloquenti e dispendiosi: portiamo la musica in ogni angolo della città, organizziamo concerti a bassa concentrazione di artisti e di pubblico, costruiamo un programma che dia spazio anche ad altri professionisti della cultura, così da non lasciare a casa nessuno e da offrire ai veronesi un’estate ricca di cultura e ai turisti un’ottima ragione per venire in città. Vogliamo che anche questa proposta sia al centro del Consiglio Comunale Straordinario su Fondazione richiesto dai dipendenti di Fondazione e che anche noi riteniamo necessario”.

 
 

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