Firmerò per i sei referendum sulla Giustizia

 
 

LETTERE ALLA REDAZIONE

Ho letto con la dovuta attenzione i testi dei 6 quesiti referendari che intendono abrogare alcune disposizioni che riguardano l’amministrazione della giustizia.
Li ho trovati molto precisi, puntuali… giusti.

Il primo riguarda la Responsabilità civile dei Giudici. Un referendum in materia fu vinto già negli anni ’80 e purtroppo la riforma Vassalli (che dovette firmare quella riforma suo malgrado) tradì di fatto l’esito di quel referendum. Da allora lo spirito corporativo (nel senso deteriore del termine) che ha animato l’ agire della magistratura organizzata, ha dato luogo ad una situazione che è opportuno modificare.

Il secondo riguarda la Separazione delle carriere dei magistrati sulla base della distinzione tra funzioni giudicanti e requirenti. Un punto su cui una politica imbelle dibatte da decenni (più di 3, quelli che ricordo io). Credo sia il momento di provare nuovamente a risolvere il problema.

Il terzo riguarda la Custodia Cautelare ed alcuni limiti da imporre alla sua attuazione. Purtroppo vero che se non fosse invalso a ricorrervi in modo eccessivo e incongruo, forse non ci sarebbe stato bisogno di proporre il quesito. Ma questo è il mondo in cui viviamo, ergo: il quesito serve.

Il quarto riguarda l’Abrogazione del testo unico in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo, la cosiddetta legge Severino. Una legge che fu redatta in fretta e male, senza dubbio. Messa in atto, oltretutto, per colpire un avversario politico. Il quesito propone la sua abrogazione in toto.

Il quinto riguarda l’Abolizione della raccolta firme per presentare una Lista per l’elezione al CSM. È una norma per attenuare il potere delle correnti negli organi di governo della magistratura. Sembra che ce ne sia bisogno e ci sarebbe pure bisogno di misure ancora più incisive.

Il sesto riguarda il Voto per i membri non togati dei Consigli Giudiziari. In altre parole si tratta di abrogare la norma che assegna, ai membri laici dei consigli giudiziari, la possibilità di partecipare solo alle discussioni, ma senza votare gli avanzamenti di carriera dei magistrati.

Mi piacerebbe che fossimo in tanti a firmare per la presentazione di questi quesiti referendari. Per adesso la campagna non è ancora iniziata, ma se nel frattempo ciascuno di noi si adopererà per farsi un’opinione, credo che sarà tempo ben speso, soprattutto per fermare il feroce giustizialismo oggi tanto sostenuto da una gran parte dei media.

Prof. Lorenzo Dalai

 
 

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