Dalle acque del Garda riemerge spada in bronzo dell’Avanti Cristo

 
 

Un eccezionale ritrovamento archeologico è stato effettuato nella primavera 2023 nelle acque del Lago di Garda, presso la sponda veronese. Nel corso di un’immersione dalla barca dell’associazione subacquea GAS Diving di Bardolino che svolge le sue attività nelle acquea del Garda, tre sub del gruppo Tobia Cigagna, Leonardo Bonvissuto e Federico Gugole hanno notato la presenza di un oggetto particolare incastrato tra le rocce del versante ad una profondità di circa 25 metri e circa 60 metri dalla costa.
Il manufatto si è rivelato essere una spada in bronzo di tipologia molto antica.

Il gruppo sub con il presidente istruttore Girelli Michele e l’istruttore responsabile alla formazione Furlani Davide e hanno fatto immediata segnalazione alla competente Soprintendenza di Verona ed ha consegnato il manufatto per gli opportuni accertamenti e verifiche di rito.

L’expertise degli specialisti archeologi della Soprintendenza ha evidenziato che si tratta di una spada databile alla fase di transizione tra l’età del Bronzo Recente e del Bronzo Finale ovvero, in termini di cronologia assoluta, tra la fine del XIII e l’inizio del XII secolo a.C., tipologicamente assimilabile ai tipi “Arco” e “Terontola”.

La spada è lunga circa 46 cm, presenta una lama abbastanza corta con una evidente espansione in prossimità della punta; l’impugnatura è a “mazzuolo rettilineo”, con una parte più sottile originariamente rivestita da un’immanicatura in materiale deperibile e l’estremità ingrossata, il mazzuolo, che rimaneva probabilmente a vista ed era così conformata per evitare lo sfilamento dell’impugnatura.

Allo stato attuale della ricerca in Italia sono note solo poche decine di esemplari di questo tipo di spada, raramente rinvenuti come corredi di sepolture di guerrieri armati o in ripostigli e depositi votivi, mentre più spesso si tratta di rinvenimenti sporadici fortuiti come nel caso dell’esemplare dal Lago di Garda.

Nel veronese spade di questo tipo sono state trovate nei depositi votivi della bassa pianura veronese di Pila del Brancon a Nogara (esposto al Museo Archeologico Nazionale di Verona) e di Corte Lazise a Villabartolomea, oltre che come manufatto sporadico a Verona – località Porto S. Pancrazio.

La spada dal Lago di Garda, per il luogo e la modalità di deposizione, è assimilabile alle deposizioni votive ed è interpretabile come un dono alle acque del lago, ricollegandosi alla pratica ben nota tra Bronzo Recente e Bronzo Finale di deporre spade e altri oggetti di prestigio entro le acque di fiumi o laghi. Il nostro non è l’unico caso di deposizione in un bacino lacustre. Seppure questo tipo di spada sia diffuso per lo più in Italia settentrionale e lungo l’arco alpino, un esemplare simile è stato rinvenuto in Italia centrale nelle acque del Lago Trasimeno. Altri rinvenimenti di spade di questo tipo sono stati effettuati anche in Europa continentale e nei Balcani.

Il carattere votivo della spada del Lago di Garda è inoltre fortemente indiziato da un’ulteriore considerazione legata al luogo di rinvenimento, non ricollegabile a nessuna traccia di insediamento di tipo palafitticolo, ma non lontano dal percorso lungo la costa dove si trovano varie rocce con antiche raffigurazioni rupestri. Proprio alcune di queste raffigurazioni, come la Roccia delle Griselle a Torri del Benaco, contengono la rappresentazione di esemplari di armi che richiamano chiaramente la forma della spada emersa dalle acque del lago. È suggestivo pensare che il dono alle acque fosse fatto in concomitanza delle stesse cerimonie che probabilmente si tenevano nei pressi delle rocce istoriate, e che quindi quella parte di territorio fosse ritenuto un luogo sacro per gli antichi abitanti della sponda veronese del Lago di Garda alla fine del II millenio a.C..

Ora sarà necessario procedere al restauro per bloccare il processo di corrosione del metallo, ma sarebbe molto importante reperire i fondi per effettuare anche analisi archeometallurgiche sul manufatto. Conoscere la composizione chimica e isotopica del metallo con cui è forgiata permetterebbe di sapere se è stata prodotta con rame dalle miniere del Trentino o di altra provenienza. Durante il Bronzo Recente a Peschiera era infatti attivo un centro di produzione di armi, strumenti e oggetti di ornamento in bronzo che “commerciava” questi materiali ad ampio raggio, nel quale forse potrebbe essere stata prodotta anche la nostra spada.

È importante infine evidenziare che la consegna immediata di questo manufatto da parte del Gas Diving Bardolino ha consentito di aprire un nuovo fronte di ricerca archeologica nel territorio e nelle acque del Garda, perché reperti come questa spada acquistano valore solo quando vengono correttamente inquadrati nel loro contesto di rinvenimento ed entrano a far parte del patrimonio condiviso di conoscenze su un determinato luogo.

 
 

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