Aeroporto Catullo – At the end of the Rainbow

 
 

Apriti Cielo, i nostri eroi si sono (finalmente) accorti della “fregatura SAVE” 

Fa una certa rabbia e lascia molto amaro in bocca leggere il corriere di ieri in cui, prima il Presidente Fugatti, e poi Il benamato Sindaco Sboarina si sono decisi di vederci chiaro nella questione Catullo, e prendere (finalmente) le distanze dalla SAVE del Doge Marchi. 

Tanto tempo sprecato ad oggi, zero investimenti, Brescia che continua a perdere 8 milioni l’anno, e soprattutto la totale mancanza di una strategia di sviluppo non soltanto per Verona, ma per tutto il sistema del Garda. 

A fronte della presa di posizione c’è da inorridire su quello che Sboarina  e Fugatti dicono. Sembra che nulla sappiano dell’argomento e che si lancino in voli senza rete. Un commento nella speranza che leggano e che si affidino a chi ne sa più di SAVE (ci vuole poco) e dia un indirizzo di sviluppo strategico in funzione delle esigenze strategiche del territorio, tutto il territorio, come puntualizza il Presidente Fugatti. 

1)- il collegamento ferroviario Aeroporto- Porta Nova sollecitato dal Presidente Fugatti è un abbaglio e uno slogan politico, non serve, e non perché vogliamo essere scambiati per ambientalisti.

Costerebbe una fortuna e la soluzione è superata dall’introduzione dei “people mover”, che altro non sono che strutture leggere che hanno la stessa funzione con un costo di realizzazione e di gestione 10 volte meno caro della classica soluzione su rotaia. Gli scali di Bologna e di Pisa lo hanno adottato ed all’estero molte città lo utilizzano come mezzo di trasporto pubblico. (Chiedere a RFI)

Allora Presidente Fugatti, perché proporre un qualcosa che non ha senso? Non avrebbe senso, invece, riattivare il progetto Dossobuono – Ala – Trento? Mentre il Presidente Fugatti si augura che “il collegamento Catullo- ferrovia” sia “pronto per Milano-Cortina 2026”, noi in nome e per conto delle migliaia di lettori di Verona News ci auguriamo che per Milano-Cortina ci sia una nuova organizzazione societaria con a capo un fondo di investimento e che lo sviluppo sia già partito, e con questo tutte le potenzialità del territorio del Garda. 

2)- Le dichiarazioni del Sindaco Sboarina hanno un sapore di dolce sviolinata e una giravolta rispetto ad una visione pro SAVE della Catullo che fa riflettere.

Il nostro Sindaco dice “come si fa a non essere d’accordo sul fatto che il Catullo debba essere funzionale al territorio?“ e aggiunge sempre nel pezzo sul Corriere che “proprio mercoledì a Cortina abbiamo iniziato a parlare dei Giochi 2026, in cui il ruolo del Catullo fra le sedi olimpiche dovrà essere centrale”. Ben fatto e detto Sindaco, ma ci spieghi – quando ha tempo – dove stava in questi ultimi 3 anni?

E precedentemente quando anche il Senatore Bertacco, Suo assessore, aveva preso posizioni importanti contro SAVE e il nulla realizzato?

Se permette rispondiamo noi: forse a fare il portaacqua del Presidente Riello, magari abbagliato dalla “potenza organizzativa” dello stesso, che altro non è che un fautore della cessione di tutta la Catullo a SAVE, e dal quale anche il Presidente Arena ha preso le distanze, come ci dicono.

Siamo contenti del Suo cambio di prospettiva, e che abbia cambiato opinione sulla SAVE e veda esattamente quello che vediamo noi da anni. Dobbiamo, però, attribuirLe una parte di responsabilità di tutto quello che è successo in questi anni alla Catullo quasi al pari dell’ex Sindaco Tosi. 

3)- Il nostro Sindaco “chiedendo la rideterminazione dei patti para sociali” più che avere “a cuore una maggiore valorizzazione del Catullo per movimento passeggeri e servizi” mette fine ad una porcata fatta proprio da quesì poteri forti e consociativi che la sua lista civica “Battiti per Verona” aveva promesso di azzerare e che a ben guardare non sembra abbia fatto.  

Concludendo!

Non tutto è perso, siamo in ritardo rispetto al resto del Nord Italia e deve essere una prerogativa irrinunciabile quella dell’uscita della SAVE dalla Catullo e la messa in gara per il partner industriale, questa volta vero e in grado di finanziare lo sviluppo tanto atteso.

Chissà che alla fine dell’arcobaleno ci sia davvero la pignatta d’oro.

 
 

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