Bilancio urbanistico della Pubblica Amministrazione di Verona

 
 

Manca poco più di un anno alle prossime elezioni amministrative e il nostro sindaco, con alcuni assessori, ha iniziato un tour, nei diversi quartieri della città, per illustrare come diventerà la Verona che stanno pianificando.

Dopo aver tentato di correggere alcune scelte della precedente giunta Tosi, intervenendo sulle Varianti 22 e soprattutto 23, è con la 29, la prima totalmente elaborata  dall’attuale Giunta, che dovrebbe emergere la loro idea di città.

Va considerato che, per riparare ai vari guasti della precedente amministrazione, in alcuni casi, si sarebbe dovuto intervenire in modo diverso. Ecco alcuni esempi:

Uno, è il progetto del filobus. Sarebbe stato più saggio e conveniente studiare altre soluzioni e tentare di dirottare, su un progetto diverso, i finanziamenti già stanziati per il filobus.

Un secondo, è stata la proroga concessa alla lottizzazione Borgo degli Ulivi, in località Monsel di Quinzano, dal 2011 bloccata al grezzo, di proprietà della Banca Popolare Alto Adige.

Un terzo, è quello relativo agli edifici ed alle aree degli ex Magazzini Generali, che sarebbero dovute diventare una cittadella della cultura, invece sono stati destinati ad uffici ed alla catena Eataly, di Oscar Farinetti.

Un quarto, è la rischiosa e assurda lottizzazione al Nassar di Parona, in una delle ultime aree agricole a ridosso dell’Adige, in una zona di esondazione.  La richiesta prevede la costruzione di edifici alti 18 metri, per contenere 54.000 mq di residenziale, 9.000 di direzionale e 9.000 di commerciale.

Alcune richieste, sarebbe auspicabile non fossero accettate nella Variante 29:

una mega struttura, con 12 mila mq di residenziale, 5.500 mq di uffici e 2 mila mq di commerciale, a Montorio, nell’area  dell’ex Sapel.

La  realizzazione di 10.000 mq di produttivo, di 5.000 mq di commerciale e di 5.000 mq di direzionale, ai confini con il comune di San Martino, nell’area della Campagnetta, nota per le vicende giudiziarie degli anni ’90.

I Magazzini della Cultura, di fronte al Forte Santa Caterina al Pestrino, su un’area di 126.000 mq. Il progetto, prevede una serie di edifici a forma di L, proprio di fronte al forte, di cui uno alto 9 metri, su una superficie di 16.000 mq. La struttura avrà un grosso  impatto su un’area ambientalmente e storicamente molto importante.

Il Piano Folin, che, tra le varie, propone, nelle ex sedi di Banca Unicredit, la realizzazione di un nucleo polifunzionale con un hotel di lusso, un grande centro congressi, e uno spazio eno-gastronomico.

Sarebbe poi interessante capire su quale analisi urbanistiche, si è convenuto che l’attuale assetto territoriale e viabilistico, dell’area compresa tra la ZAI e viale Piave, è in condizione di sopportare le migliaia di mq di alberghiero e di direzionale previste: nell’ex Safem, dove sono stati deliberati 6.000 mq di amministrativo-terziario e 8.500 mq di  alberghiero; all’ex Macello, con 7.300 mq di alberghiero; e all’ex Manifattura Tabacchi, con altri 17.000 mq di alberghiero. Oltre a quelle succitate, sono  state presentate e probabilmente verranno accettate, le richieste di trasformare in hotel: l’ex sede della Banca Cattolica in Corte Farina; il Palazzo Bottagisio in via Leoni; forse, anche parte della sede dell’ex Centrale del Latte; e, come già scritto, gli immobili di proprietà di Cariverona, in zona Cadrega (Piano Folin).

Una domanda è ovvio porsi: di quanti hotel ha bisogno la nostra città?

Con la nuova amministrazione Sboarina, all’inizio, ci si era illusi che il meccanismo di gestione del territorio fosse cambiato e che la nuova Giunta intendesse pianificare in modo trasparente, partecipato e, soprattutto, seguendo una chiara idea di città. Invece, non si è ancora capito cosa intendano progettare con la nuova Variante 29. Nelle 145 manifestazioni pervenute, si leggono richieste di commerciale, di alberghiero, di direzionale e di residenziale, senza poter verificare alcuna analisi e conseguente spiegazione, sui bisogni della città nelle varie zone e complessivamente. Con oltre 10.000 appartamenti sfitti, c’è bisogno di altri mq di residenziale? Con tutti gli spazi destinati al direzionale, attualmente sfitti, è necessario costruirne altri?  Perché ancora spazi per il commerciale? Come già detto, da quali analisi si evince il bisogno di così tanti nuovi alberghi?

Da decenni, i veronesi attendono che, i circa 450.000 mq dell’area dello Scalo Merci della Ferrovia, siano liberati, bonificati e trasformati in un grande parco urbano alberato, ma, dai dati di presentazione, si ricava che verranno destinati per il Commerciale, per l’Alberghiero, per il Direzionale, per i Parcheggi, per il Residenziale e per  Servizi vari e aree sportive, un rotale di circa 100.000 mq, oltre a quelli destinati per la nuova stazione.  Nel rendering, si notano tante strutture sportive e non, ma poche zone alberate, che servirebbero per la qualità dell’aria e per il clima.  

Giorgio Massignan (VeronaPolis)

 
 

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