Pescantina, breve storia di Ca’ Filissine dal 2006. Sindaco Cadura: “Si volta pagina”

 
 

Pubblichiamo integralmente il pensiero del Sindaco di Pescantina Luigi Cadura dopo l’importante risultato del finanziamento per la bonifica e chiusura della discarica di Ca’ Filissine da parte del Ministero dell’Ambiente.

Il documento a firma del Ministero dell’Ambiente, che conferma la copertura finanziaria per il progetto di bonifica predisposto dal Comune di Pescantina, è un risultato storico per il paese e cambia completamente la prospettiva su quel “buco maledetto” che per anni ne ha avvelenato l’aria e non solo. Leggere quel documento chiude le tristi pagine che hanno accompagnato trentanni di storia di Pescantina ed apre a prospettive diverse, decisamente migliori ma ancora tutte da costruire.

DAL 2006 AL 2014

È un risultato partito da lontano ed è frutto di un tenace e capace lavoro di insieme, ottenuto affrontando difficoltà importanti e momenti di alta tensione sociale.

Dal giorno del sequestro della discarica, anno 2006, il Comune di Pescantina si è trovato in enormi difficoltà, da subito nella gestione della spesa corrente, poi andando ad intaccare le risorse strutturali, senza trovare la soluzione al bubbone che stava infettando anche la semplice amministrazione quotidiana. A testimonianza di quegli anni rimangono i resoconti della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza con gli strascichi che ancora si avvertono all’interno di palazzo Betteloni (sede del Municipio, ndr).

Dopo cinque anni di continui rimpalli, nel settembre 2011, arriva la presentazione del progetto di bonifica che prevedeva però un forte impatto: ampliamento di volume, allargamento della discarica, scavi nel corpo rifiuti e nell’area ad est. Questo ha scatenato una reazione di gran parte della popolazione, che si è coalizzata nel Movimento Ambiente &Vita ed ha portato ad una prima revisione del progetto, avvenuta nel 2013. Questa seconda versione, senza ampliamento del sedime, prevedeva comunque scavi in profondità ed è stata duramente contestata tanto da convincere l’allora Amministrazione a trasmettere inizialmente il progetto senza presa d’atto, poi in un secondo momento a votare in Consiglio Comunale la proposta di ritiro del progetto stesso. A queste decisioni sono seguite le dimissioni del Sindaco (Alessandro Reggiani, ndr), senza che avvenisse il ritiro del progetto, ed il Commissariamento del Comune.

La situazione di stallo si è protratta fino alle elezioni del 2014, con la ricerca da parte della Commissaria Machinè di una soluzione che permettesse di mitigare gli interventi previsti. La stessa Commissaria, conscia delle precarie condizioni economiche del Comune e dello sfavorevole rapporto con la società di gestione DANECO, non ha però proceduto al ritiro del progetto.

AMMINISTRAZIONE CADURA E LE TRE FASI

Dal 2014 l’Amministrazione Cadura ha preso in mano la patata bollente, iniziando fin da subito a lavorare su tre fronti: dal lato tecnico ha affidato al prof. Andreottola dell’Università di Trento la ricerca di una soluzione che permettesse di evitare totalmente gli scavi; dal lato amministrativo e legale cercando di interrompere i rapporti tra Comune e DANECO ed ha iniziato affidando la propria difesa ad un nuovo pool di avvocati; dal lato politico coinvolgendo i comuni vicini, la Regione e le forze politiche di tutti i livelli per arrivare ad un finanziamento per evitare un ulteriore apporto di rifiuti.

NO SCAVI & NO DANECO

Nel 2015 in pochi mesi si sono concentrate importanti passi sui primi due fronti: gli studi dell’Università di Trento per la bonifica senza scavi da un lato e l’indicazione dell’ANAC, Autorità nazionale Anti Corruzione, che in risposta alle richieste dell’Amministrazione, ha permesso di tagliare il cordone ombelicale con la società DANECO. Questo è formalmente avvenuto con la presentazione del progetto del settembre 2015, nato per salvaguardare questi due importanti risultati, forse non ancora ben compresi nella loro importanza: aver convinto Commissione VIA, Arpav e Regione ad attuare un piano di intervento senza scavi fino a fondo discarica ed il controllo del processo da parte dell’Amministrazione, senza intromissioni esterne. Da ricordare che la presentazione è stata affrettata dalle spinte che arrivavano dalla Regione per una conclusione dell’iter richiesta entro fine 2015.

È ovvio che la grande ombra dei tanti rifiuti previsti per il finanziamento del progetto 2015 abbia spaventato molti cittadini, per l’ennesima volta messi di fronte ad una dura prospettiva. Ci sarebbero alcune precisazioni da fare, ma risultano superflue alla luce dei risultati ottenuti al giorno d’oggi. È però importante ricordare che già nel 2015 era previsto l’adeguamento del progetto in funzione dei finanziamenti ricevuti.

L’esame e l’approvazione del progetto da parte della Regione si è poi prolungata fino all’approvazione definitiva del progetto il 1° dicembre 2016.

FASE TRE: I FINANZIAMENTI

Il fronte più complicato era Il terzo, cioè la ricerca di finanziamenti, un percorso ricco di difficoltà e complessità. La Regione del Veneto ha sempre sostenuto di non avere risorse sufficienti, subito dopo l’approvazione è intervenuta con uno stanziamento di 1, 4 milioni di euro, importante per finanziare le prime misure emergenziali ma largamente insufficiente per consentire una riduzione dell’impatto ambientale del progetto. Il lavoro è quindi continuato su tavoli diversi, a Roma e a Bruxelles, con un silenzioso ma tenace impegno. Principali protagonisti gli onorevoli veronesi Diego Zardini ed Alessia Rotta: c’è voluto un provvedimento legislativo, DL 113 del 24 giugno 2016, perché i siti come Cà Filissine potessero accedere a finanziamenti statali. Il finanziamento della bonifica fu dapprima inserito nei Fondi europei di sviluppo e coesione, per poi trovare definitiva copertura nella legge di bilancio 2017.

A conclusione di questo complesso e intricato iter finalmente il documento scritto dal Ministero dell’Ambiente con cui si assume l’onere di finanziare la bonifica, permette di tirare un sospiro di sollievo a tutti i cittadini di Pescantina. Con quel foglio di carta sparisce l’ombra della montagna dei rifiuti e si apre una nuova pagina della storia di Pescantina.

IL FUTURO

Il prossimo passo da decidere con il Ministero sarà l’accordo di programma per l’utilizzo dei fondi. Con la Regione si provvederà alla revisione del progetto approvato, ora senza apporto di rifiuti e quindi con un più basso impatto ambientale, cioè senza dover ripetere dall’inizio l’iter di approvazione.

Inoltre l’Amministrazione sta già da tempo lavorando per cercare forze esterne che permettano di gestire e portare a conclusione un appalto così importante, sovradimensionato per competenze ed oneri rispetto alla disponibilità di strutture e personale interno al Comune.

L’Amministrazione Cadura affronta ora il nuovo capitolo della storia di Cà Filissine, consapevole che il percorso per concludere la bonifica sarà ancora lungo, complesso e riserverà momenti difficili, ma con la consapevolezza e la gioia di aver chiuso un capitolo tra i più brutti della storia di Pescantina.

 
 

1 COMMENTO

  1. “A conclusione di questo complesso e intricato iter finalmente il documento scritto dal Ministero dell’Ambiente con cui si assume l’onere di finanziare la bonifica”. Bene e finalmente vediamolo questo documento in cui DEVONO ESSERE SPECIFICATI due dati facili facili, e cioè L’ ENTITA’ DEL FINANZIAMENTO E LA DESTINAZIONE PER LA BONIFICA SENZA APPORTO DI RIFIUTI DELLA DISCARICA DI CA’ FILISSINE.
    Altrimenti sono solo chiacchiere e distintivo.

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