Export manifatturiero – nel primo semestre dell’anno, in Veneto superata quota 30 miliardi

 
 

30 miliardi e mezzo di euro in sei mesi, +3% rispetto allo stesso periodo del 2017: i dati del 1° semestre 2018 di export manifatturiero sono confortanti e danno la cifra del ruolo fondamentale che le esportazioni stanno svolgendo per l’economia del Veneto. Per la provincia di Verona la crescita si attesta al +1,7%, per un valore di oltre 5 miliardi di euro, anche se si registra una contrazione rispetto al recente passato.

“Nei numeri regionali, però, colgo alcuni aspetti allarmanti che, proprio per il valore che diamo al fenomeno, credo non vadano sottovalutati ed anzi affrontati con debite contromisure”. Ad affermarlo è Agostino Bonomo Presidente di Confartigianato Imprese Veneto, che parte dalle elaborazioni dell’Ufficio Studi della Federazione sui dati Istat relativi all’export del primo semestre dell’anno, per fare una analisi più ampia.

“Dopo mesi di rincorsa – denuncia Bonomo –, la vicina Emilia Romagna, cresciuta del +5,2% nel semestre contro il +3% a cui si è fermata la nostra regione (dato questo, inferiore anche alla media nazionale attestatasi al +3,8%), ci ha superato per la prima volta, relegandoci in terza posizione. Il peso dell’export manifatturiero delle due regioni sul totale nazionale si equivale: 13,8% (anche se la loro somma non raggiunge quanto da sola fa la Lombardia 28%). Un sorpasso non drammatico ma da non sottovalutare – prosegue – soprattutto se lo si legge assieme al dato complessivo del Nord Est (Trentino +4,4%, Friuli +17,1%, Veneto ed Emilia Romagna) che è cresciuto nel complesso del 5,9%. Ci sono poi altri due elementi di criticità: primo, i settori manifatturieri veneti a maggiore concentrazione di MPI sono cresciuti ancora meno, +2%, secondo la nostra propensione verso l’extra UE è al palo. Tutta la nostra crescita si concentra infatti verso i paesi dell’UE a 28, un fenomeno che non può essere spiegato solo dalle varie tensioni internazionali”.

Entrando un po’ nel dettaglio dei numeri, buone notizie arrivano dai mercati tradizionali dei manufatti veneti: Germania e Francia, ai primi due posti nella classifica degli acquirenti, sono entrambe in crescita, del 6,7% la prima e 6,2% la seconda. Cala invece l’Inghilterra (causa primi effetti Brexit) -2,3%. Questi primi tre Paesi pesano comunque quasi per il 30% delle nostre esportazioni. Verso il resto del mondo invece calano: Stati Uniti -1,1%, Cina -0,4%, Russia -0,7%, Hong Kong -9,1% ed Emirati Arabi -16,8% che, tutti assieme, valgono il 15% delle nostre vendite estere.

Guardando ai settori merceologici invece, ottima la performance dei prodotti ottici +12,9% e di altri due comparti della moda: i tessili +6,2% e dell’abbigliamento + 4,8%. Crescono anche i Mobili +4,8%, e i macchinari +5,2%. In particolare la “salute” di questa divisione Ateco è particolarmente importante dato che esportando oltre 6 milioni di euro in soli 6 mesi, da sola rappresenta il 20,9% delle nostre esportazioni. Scendendo ulteriormente nel dettaglio dei settori a maggiore concentrazione di piccole e medie imprese buone notizie giungono in particolare da: tessili +6,2%, Abbigliamento e Mobili entrambi con un +4,8% e gli alimentari +2,8%.

A livello provinciale, a Vicenza l’export Intra UE a 28 è cresciuto di +6,5%; seguono Treviso, con +6,4% e Venezia, con +5,7%. Stabile invece l’export diretto verso i Paesi Extra UE a 28: se a Treviso (+7,4%) e Padova (+4,4%) i valori sono risultati in espansione, nelle altre provincie si sono registrati esiti in contrazione. Si va dal -1,3% di Verona al più pesante -10,5% di Rovigo.

Complessivamente, l’export di prodotti manifatturieri made in Veneto è risultato in espansione in quasi tutte e sette le province fatta eccezione per Belluno (-2,6%) e Rovigo (-1,8%). L’export made in Marca appunta la crescita più sostenuta, con un +6,7%. Segue Padova (+4,6%) e a distanza Venezia (+2,6%), Vicenza (+2,1%) e Verona (+1,7%).

“Servono contromisure per intervenire sulle criticità – afferma Andrea Bissoli, Presidente di Confartigianato Verona –. Innanzi tutto, auspichiamo un ruolo importante del nostro Governo in politica internazionale europea, per sedare almeno alcune delle crisi commerciali mondiali in atto. Dal canto nostro, per aiutare sempre di più le aziende di piccole dimensioni che, pur avendo prodotti con alto potenziale di interesse per i mercati esteri non riescono da sole ad affrontare i percorsi di internazionalizzazione, abbiamo sostenuto lo storico accordo tra Regione Veneto, Ebav e Camere di Commercio, finalizzato alla promozione delle imprese artigiane, intesa che ha messo a disposizione 600.000 euro di contributi pubblici/privati per la partecipazione singola od organizzata a manifestazioni internazionali”.

 
 

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