Virus aviaria: “Protocolli consolidati, allerta rimane alta. Focolai anche in Nord Europa”

 
 

Sull’epidemia di influenza aviaria, che conta ad oggi sei focolai nella nostra provincia l’attenzione degli allevatori di Confagricoltura Verona è massima, con l’adozione di tutte le misure di sicurezza previste dalla normativa.

Il virus H5N1 viene descritto dagli esperti come particolarmente aggressivo e pericoloso e quindi la preoccupazione c’è – sottolinea Diego Zoccante, presidente della sezione di prodotto Allevamenti avicoli di Confagricoltura Verona -, ma sia l’ULSS9 che gli allevatori sono in possesso di un’esperienza ventennale in materia di aviaria e perciò, al momento, la situazione è sotto controllo. Dall’ultima grande epidemia, che è stata nel 2017, tutti i protocolli relativi alla sicurezza sono stati potenziati, con l’introduzione di pratiche mirate a tutelare al massimo gli allevamenti. Oltre allo stoccaggio e allo smaltimento delle carcasse, stiamo adottando una serie di forme di precauzione come la disinfezione di tutti i mezzi in entrata, il cambio di abbigliamento e scarpe dall’esterno all’interno, il divieto di entrata negli stabilimenti del personale non autorizzato”.

“Sono norme – prosegue Zoccante – che stanno tenendo, perché erano quattro anni che non registravamo più casi di aviaria. Ora con questo nuovo virus sono esplosi sei casi, ma ad oggi sono numeri contenuti rispetto a quelli che si stanno registrando nel Nord Europa, dove i casi si contano a centinaia, tanto che si teme un’epidemia tra le più grandi mai viste in Europa. Bisogna comunque tenere alta la soglia di attenzione.
Perciò – conclude – raccomandiamo a tutti gli allevatori di rispettare scrupolosamente le prescrizioni e le misure mirate a rafforzare la sorveglianza, al fine di impedire la diffusione del contagio”.

Il numero di animali abbattuti nei sei allevamenti veronesi ad oggi è di oltre 125.000 tacchini da carne. “Nei pressi degli stabilimenti colpiti è stata rilevata una presenza consistente di animali selvatici come aironi, gazze e fagiani, che sono stati probabilmente il veicolo del virus” la tesi di Confagricoltura Verona.

 
 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here