Verona rende ancora omaggio a Giovanni Caroto

 
 

Verona rende ancora omaggio a Giovanni Caroto con una mostra che va a scavare nel processo creativo e le caratteristiche tecniche della pittura dell’artista veronese. Da oggi, 19 gennaio, e fino al 7 aprile al Museo degli Affreschi ‘G. B. Cavalcaselle’ alla Tomba di Giulietta si può infatti visitare la mostra “Oltre Caroto. Il disegno sotto il colore”, a cura di Luca Fabbri, Monica Molteni, Giulia Adami.

L’iniziativa nasce da un progetto ideato dalla collaborazione tra i Musei Civici di Verona e il Centro Laniac (Laboratorio di Analisi non invasiva sulle Opere d’arte Antica, Moderna e Contemporanea) che fa parte dei Laboratori integrati del Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona. 

In occasione dell’importante esposizione “Caroto e le arti tra Mantegna e Veronese”, allestita in Gran Guardia dal 14 maggio al 2 ottobre 2022, il Centro Laniac, con il contributo dell’OpDATeCh Lab (Optical Devices and Advanced Techniques for Cultural Heritage) dell’Università di Verona e del Dipartimento di Chimica – Sezione Materiali Inorganici – dell’Università di Torino, ha condotto, grazie alla professionalità di Paola Artoni, Dafne Cimino e Angelo Agostino, una significativa campagna di analisi non invasive sulle opere presenti in mostra, utile alla conoscenza della tecnica pittorica dell’artista, non ancora esplorata in modo sistematico.  

E questa mostra vuole esporre e divulgare i risultati ottenuti da queste indagini, affiancando alle opere le immagini ottenute tramite la riflettografia infrarossa. I visitatori potranno osservare il disegno sottostante, eventuali pentimenti o interventi di restauro subiti dai dipinti, sollecitando una riflessione sulla creazione delle opere e le tecniche utilizzate da Caroto.

“La mostra inaugurata oggi – dichiara il presidente del Consiglio comunale Stefano Vallani, intervenuto all’evento di apertura – è un’occasione davvero unica per scoprire nel profondo le tecniche di pittura dell’artista Caroto. Gli studi effettuati sulle opere consentono di apprezzare ancora di più questo importante artista veronese e dimostrano la vivacità di ricerca e la proficua collaborazione tra i nostri Musei Civici di Verona, l’Università di Verona e il Centro Laniac”.

Le opere in mostra oggetto delle indagini del Centro Laniac sono:

I tre arcangeli – 1512-1513 – olio su tavola, 238 x 183

Sacra famiglia, santa Elisabetta e san Giovannino 1531 – olio su tela, 122.3 x 91 cm

Santa Caterina d’Alessandria – circa 1525 – tempera su tela, 180 x 88 cm

Cristo in Pietà con la Vergine e san Giovanni evangelista (Pietà della lacrima) – 1520-1524 – olio su tela, 131 x 98 cm

Madonna con il Bambino – 1510-1515 circa – olio su tavola, 62 x 48

Queste opere, appartenenti alle collezioni civiche veronesi, sono state interessate da uno studio sistematico e comparativo dell’underdrawing dell’artista, che ha consentito di leggere le modalità di esecuzione del disegno ed eventuali variazioni intervenute in corso d’opera, in grado di raccontare all’osservatore qualcosa di nuovo e solitamente invisibile agli occhi, permettendo di guardare i dipinti nel loro divenire, da un punto di vista inusuale e privilegiato.

Un pannello dell’allestimento è dedicato alle indagini che hanno interessato la Madonna con il Bambino (detta Madonna della Farfalla), olio su tavola datato 1510-1515 circa. Si tratta di un’opera fra le più belle e più famose dell’artista che, nelle ricerche effettuate per la mostra “Caroto e le arti tra Mantegna e Veronese”, è stata rintracciata presso un collezionista privato che gentilmente ha accolto la proposta di esporla temporaneamente, nel 2022, al Museo di Castelvecchio e poi in Gran Guardia.

Del famosissimo Ritratto di fanciullo ridente con disegno verrà esposta la replica fisica 3D, realizzata nel 2022 da Haltadefinizione, ottenuta da un’immagine in gigapixel grazie a sofisticatissime tecniche di elaborazione, che permettono a un’opera d’arte di presentarsi come una riproduzione fedele che può andare a sostituire, per ragioni conservativo o didattiche come in questo caso, l’originale esposto al Museo di Castelvecchio.

A fianco delle opere oggetto di indagine, sono stati allestiti altri importanti lavori di Giovan Francesco Caroto: Sofonisba (olio su tela, 94 x 66 cm), Lavanda dei piedi (tempera su tela, 300 x 215 cm), Crocifissione (tempera su tela, 335 x 170 cm). I materiali di diagnostica scaturiti dalla campagna di indagini non invasive realizzata dal Centro Laniac nel 2022 saranno messi a disposizione del pubblico in mostra grazie all’installazione di un supporto multimediale touch screen – grazie alla collaborazione del Centro di ricerca “Rossana Bossaglia” per le arti decorative, la grafica e le arti dell’età moderna e contemporanea – che permetterà ai visitatori di approfondire la conoscenza delle tecniche di esecuzione dei dipinti di Giovan Francesco Caroto, svelate dalle suggestive immagini ad infrarosso che mostrano il disegno concepito dall’artista al di sotto del colore.

Questa modalità di fruizione digitale accompagna l’apparato analogico di pannelli in esposizione per rendere maggiormente accessibili e apprezzabili le immagini ad alta definizione, dando la possibilità al pubblico di osservare i dettagli del disegno in maniera efficace.

La mostra prosegue e conclude idealmente il suo percorso nella sala Galtarossa dello stesso Museo, dove sono state allestite le sinopie recuperate al di sotto degli affreschi eseguiti da Caroto nel 1508 per la chiesa di San Girolamo al Teatro romano. Diventa così possibile apprezzare un’altra versione del “disegno sotto il colore”, quello che veniva tracciato velocemente dal maestro sull’arriccio perché guidasse  l’esecuzione della pittura “a buon fresco”. Attraverso un’efficace ricostruzione multimediale, alle sinopie si sovrappongono le immagini degli affreschi ancora in situ, accompagnando il visitatore in un percorso che dalle fasi ideative conduce fino all’esecuzione finale dell’opera d’arte.

Il progetto della mostra ha suggerito inoltre un ripensamento temporaneo del percorso espositivo della chiesa di San Francesco al Corso, ambiente compreso nell’itinerario del Museo degli Affreschi ‘G.B. Cavalcaselle’, a riprova di una realtà museale dinamica, in grado di far vivere le proprie collezioni, valorizzandole e diffondendone la conoscenza.

Per informazioni 045 8000361– 0458062611, [email protected], sul sito museodegliaffreschi.comune.verona.it e i social Facebook @MuseiCiviciVerona @ | Instagram @museiciviciverona | X @MuseiVerona | YouTube http://bit.ly/YouTubeIMUV

Orari di apertura: fino al 31 gennaio martedì e mercoledì dalle 14 alle 18, da giovedì a domenica dalle 10 alle 18. Dal 1° febbraio da martedì a domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso alle 17.30. Chiuso il lunedì.

Visite guidate e percorsi didattici: Segreteria didattica dei Musei civici Cooperativa Le Macchine Celibi dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16, il sabato dalle 9 alle 13, telefono 045 8036353 – 045597140, email [email protected]

Laniac – Laboratorio per le analisi di opere d’arte antica, moderna e contemporanea

A partire dalla sua fondazione nel 2006, il Centro Laniac ha collaborato con i Musei Civici di Verona. Il Centro, che si occupa di diagnostica non invasiva per le opere d’arte, ha sede nel Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona, ed è attivo nel contesto dei Laboratori integrati diretti dal professor Valerio Terraroli, mentre la responsabile scientifica è la professoressa Monica Molteni.

Tra le numerose campagne di analisi, realizzate dalla funzionaria responsabile dottoressa Paola Artoni, si ricordano quelle effettuate in vista della stesura dei volumi del Catalogo generale dei dipinti delle collezioni veronesi e della grande mostra su Paolo Veronese allestita alla Gran Guardia nel 2014. Al presente, sotto la lente del Laniac sono i dipinti di Giovan Francesco Caroto, artista al quale è dedicata la mostra in apertura al Museo degli Affreschi Giovan Battista Cavalcaselle.

L’esplorazione del corpus dell’artista sotto il profilo delle tecniche utilizzate e delle vicende conservative delle sue opere è stata avviata in occasione della mostra tenutasi alla Gran Guardia nel 2022, partendo dallo studio dei restauri storici, grazie alle ricerche archivistiche condotte dalla professoressa Molteni in collaborazione con la dottoressa Giulia Adami. I dati storici si sono intrecciati con gli esiti della sistematica campagna di analisi d’immagine, condotta dalla dott.ssa Paola Artoni in collaborazione con il dottor Giacomo Marchioro (Università di Verona) e la dottoressa Dafne Cimino (OpDATeCH – Optical Devices and Advanced TEchniques for Cultural Heritage Lab, Università di Verona) sulle opere conservate nel Museo di Castelvecchio e nel Museo degli affreschi. A questi dipinti se ne sono poi aggiunti altri, provenienti da istituzioni museali e da collezioni private presenti nella mostra allestita nel 2022 alla Gran Guardia.

I risultati delle riflettografie sono ora presentati nella mostra allestita nel Museo degli Affreschi. Per la prima volta è stato possibile proporre un articolato ragionamento intorno a Caroto, associando alle opere esposte le immagini diagnostiche, così da poter illustrare le caratteristiche dei disegni preparatori per i dipinti, importanti variazioni in corso d’opera e la presenza di antichi interventi di restauro.

A questa prima selezione di materiali, si affiancano molti altri dati raccolti durante la mostra del 2022, in occasione della quale, grazie alla collaborazione del team del Laniac con la stessa dottoressa Cimino e con il professor Angelo Agostino (Dipartimento di Chimica Sezione Materiali Inorganici, Università di Torino), è stata approfonditamente indagata la tavolozza dell’artista attraverso analisi non invasive sui pigmenti utilizzati dall’irrequieto artista veronese. Gli esiti di questa ulteriore campagna diagnostica sono stati presentati in occasione di convegni internazionali nel 2023 (Technart, Lisbona; Aiar, messina) e sono al centro di articoli scientifici in corso di pubblicazione su importanti riviste internazionali.

 
 

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