Verona alla deriva della Cultura ma Sboarina minimizza

 
 

La Caporetto per il mancato inserimento di Verona tra le dieci finaliste per la designazione di “Capitale Italiana della Cultura non scompone il Sindaco. Verona perde due volte, superata anche in Veneto da Pieve di Soligo, paese trevigiano, che vola in finale. Una débâcle totale che si traduce in una Verona che conta sempre meno, non solo in Italia ma anche in Regione.

A tutto questo sembra non dare importanza Federico Sboarina, che capovolge le ovvie deduzioni indicando buone prospettive.

“Ringrazio l’assessore Francesca Briani per tutto il lavoro svolto – dice il sindaco Federico Sboarina – perché con il dossier di candidatura ha messo in moto il meccanismo virtuoso di raccogliere tutte le forze migliori della città. L’ho sempre detto in tutti i mesi precedenti, Verona è già internazionalmente conosciuta come città di cultura, ciò che farà la differenza è adesso di poter contare sulla macchina di tante istituzioni e privati che stanno già lavorando per il futuro. La partecipazione alla competizione a questo è servita, abbiamo raccolto decine di progetti che, nella cornice dei 22 luoghi da rigenerare, daranno vita ad una dimensione culturale inedita già dal prossimo anno”.

Un po’ più di realismo nelle dichiarazioni dell’Assessore alla Cultura, dalle quali traspare un pizzico di delusione ed amarezza pur tuttavia tirando diritto in linea con Federico Sboarina.

“Una notizia che non stupisce – sottolinea Francesca Briani –. Scorrendo i nomi delle concorrenti selezionati, sono state privilegiate città di dimensioni più contenute della nostra, molte delle quali collocate nel centro sud Italia. Al di là dell’esito della gara, il risultato per la nostra città è già nei fatti dei 22 luoghi che stanno cambiando la città. Il nostro dossier di candidatura presenta tutti i grandi cambiamenti culturali già in atto e quelli che stiamo progettando per Verona. Il nostro dossier non finisce in un cassetto perchè si tratta di un progetto corale, che non conta solo sul patrimonio artistico e culturale ereditato, ma anche su progetti innovativi ed inclusivi e che è stato ideato coinvolgendo, come non è mai successo prima, tutte le istituzioni cittadine più importanti. Il lavoro cominciato non si ferma, al di là di come è andata, le idee, le forze e le collaborazioni messe in campo sono già un’importante vittoria per la città. Siamo riusciti a mettere insieme competenze e risorse per un unico grande progetto che, comunque, farà crescere la nostra città culturalmente e urbanisticamente. Progetti veri che hanno un unico obiettivo, il bene comune inteso come persone e spazi urbani da recuperare per essere fruiti di nuovo dalla comunità”.

 
 

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