Un ballo in maschera di Verdi conclude la Stagione Lirica

 
 

Titolo di grandi voci per antonomasia, opera di melodie, passioni e colpi di scena, Un Ballo in maschera completa la Stagione Lirica 2023 al Teatro Filarmonico. Nel ricco cast diretto dal maestro Ciampa, protagonista è il Governatore di Luciano Ganci, col baritono Simone Piazzola nei panni dell’amico e inconsapevole rivale in amore; nel ruolo di primadonna si alternano Maria Josè Siri e Daria Masiero. Lo spettacolo di Marina Bianchi ricostruisce l’epoca d’oro del melodramma con le eleganti tele dipinte nel 1913 da Carmignani. 

Scritto da Verdi sui versi del librettista Somma, il teatralissimo Un Ballo in maschera viene da un’opera precedente di Auber ispirata al vero assassinio di Re Gustavo III di Svezia: la progettata Vendetta in domino, per titolo, soggetto e contenuti, incontrò enormi ostacoli con la censura prima a Napoli, quindi a Roma, dove andò in scena nel 1859 con un successo tale da lanciare l’acronimo “Viva V.E.R.D.I.”in un’Italia non ancora unificata. Da allora, Un Ballo in maschera non è mai uscito dal repertorio, conquistando le più belle voci di ieri e di oggi, e naturalmente il pubblico, nel mondo e in Arena, dove è stato rappresentato per 45 serate dal 1932 al 2014, e anche al Teatro Filarmonico, dove è comparso solo nel 2002. E dove oggi torna per chiudere la Stagione Lirica 2023 in un nuovo allestimento “storico” del Regio di Parma nei giorni 17, 20, 22 e 23 dicembre.  La vicenda si svolge non più alla corte illuminista svedese ma a Boston nel ‘600, ancora colonia inglese, dove il governatore, il Conte Riccardo, vanta amici e sostenitori, tra cui Renato, ma anche nemici disposti a congiurare e ucciderlo. L’intreccio politico fa da sfondo a quello amoroso che, una volta svelato, creerà un insanabile contrasto fra amore e lealtà: Riccardo è infatti segretamente innamorato di Amelia, moglie del suo migliore amico Renato. Alla musica forse più appassionata di tutto Verdi, si aggiunge la presenza, altrove non frequente e qui in perfetto equilibrio, dell’elemento soprannaturale, le profezie dell’indovina Ulrica, e di quello umoristico, incarnato dal paggio Oscar, scanzonato alter ego di Riccardo. Verdi crea in questa partitura un caleidoscopio di colori e personaggi, finezze piscologiche e orchestrali, e alcune delle melodie più belle e immortali del repertorio operistico

Ad interpretarle a Verona sarà un cast internazionale di prestigio: il tenore Luciano Ganci, applaudito anche in Arena e al suo atteso esordio al Filarmonico, sarà Riccardo, con il celebre soprano Maria Josè Siri quale Amelia (per le recite del 17, 20 e 23) alternata a Daria Masiero (22/12), e col baritono veronese Simone Piazzola nei panni di Renato. Il paggio Oscar, frizzante ruolo en travesti, sarà affidato al soprano Enkeleda Kamani, e la maga Ulricaal mezzosoprano Anna Maria Chiuri, mentre i congiurati Samuel e Tom saranno i bassi Romano Dal Zovo e Nicolò Donini. Completano il cast Fabio Previati come marinaio Silvano e Salvatore Schiano di Colanel doppio ruolo di giudice e servo di Amelia. Sul podio dell’Orchestra di Fondazione Arena salirà il maestro Francesco Ivan Cimapa, giovane direttore più volte apprezzato a Verona anche in occasione dell’Opera Festival estivo. Il Coro preparato da Roberto Gabbiani sarà impegnato in scena con mimi, figuranti e i Tecnici di Fondazione Arena. Lo spettacolo avrà la regia dell’esperta Marina Bianchi e riporta alla luce le classiche scene dipinte da Giuseppe Carmignani per il Teatro Regio di Parma nel 1913, centenario verdiano celebrato anche a Verona con la prima Aida areniana. L’istituzione parmense, in coproduzione con l’Auditorio de Tenerife, ha restaurato e riallestito le tele con l’ausilio di Leila Fteita, qui coordinatrice dello spazio scenico e degli arredi, i nuovi costumi di Lorena Marin e le luci di Andrea Borelli. 

Dopo la prima di domenica 17 dicembre alle 15.30, Un Ballo in maschera replicherà mercoledì 20 alle 19, venerdì 22 alle 20 e, anticipando eccezionalmente l’ultimo turno pomeridiano, sabato 23 dicembre alle 15.30.Biglietti disponibili al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonicoGià in vendita anche abbonamenti e biglietti singoli per la nuova e ricca Stagione 2024.  

«Il Teatro Filarmonico, ‘l’altro volto dell’Arena’, propone i capolavori del repertorio lirico e sinfonico meno frequenti o inediti in Anfiteatro – dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena – e Un Ballo in maschera, che dopo lunga assenza conclude questa Stagione Lirica, è un capolavoro che merita di essere riscoperto con la massima cura possibile su questo palcoscenico. Lo spettacolo che vedremo è un omaggio allo stile di messinscena con cui è nata l’Opera, e la compagnia comprende alcuni dei migliori artisti di oggi nel panorama internazionale, con attenzione ai giovani di talento. Varietà e qualità della proposta artistica ci hanno guidati anche nella Stagione 2024, già disponibile, piena di sorprese, novità e artisti di rilievo».

La prima di Un Ballo in maschera è dedicata al maestro Julian Kovatchev, scomparso prematuramente in Corea poche settimane fa: apprezzato da pubblico, critica e colleghi come artista e persona, per oltre 150 serate alla guida dei complessi artistici areniani, debuttò a Verona proprio nel 2002 dirigendo quest’opera. 

Fondazione Arena di Verona ringrazia BCC di Verona e Vicenza e Metinvest – Saving Lives, per il sostegno alle attività della Stagione Artistica 2023 al Teatro Filarmonico in qualità di main sponsor.

 
 
Classe 1959. Sono iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1983. Sono stato il responsabile dell’ufficio stampa di Amia per oltre trent’anni. Appassionato di storia e cultura veronese ho fondato la rivista Civiltà veronese e una casa editrice che ha pubblicato importati volumi, tra cui alcuni racconti inediti di Emilio Salgari e “Le invenzioni del cerusico coltelli di Berto Barbarani”. Appassionato di storia religiosa ho pubblicato oltre mille schede biografiche di santi, beati, venerabili e servi di Dio. Dopo aver fatto il parlamentare, il sindaco e il consigliere comunale, da pensionato voglio torno ad occuparmi di quanto mi appassiona.

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