SOS costi e rincari, ristoratori costretti al Part time

 
 

Chi chiude la sera. Chi apre solo nel weekend. Tutto perché incassare 10 spendendo 100 significa votarsi al fallimento. I rincari sull’energia e sulle materie prime stanno colpendo anche i locali e Ristoratori Veneto & Ho.Re.Ca., nata a Verona nel giugno scorso, oltre 4mila attività rappresentate fra associati e soci sostenitori in tutta la Regione, raccoglie quotidianamente le testimonianze degli imprenditori del settore: «Alcuni riescono a contrattare un prezzo calmierato con i fornitori, che pur di lavorare tentano di abbassare i prezzi, ma stare dentro i costi aprendo i locali regolarmente è per molti impossibile», spiega l’associazione.

Tra le segnalazioni degli associati, oltre al +100% del gas, ci sono rialzi fino al 45% sulla carne, fino al 35% sul pane, fino al 20% sul vino, bevande, pane e prodotti per la pulizia degli ambienti, e fino al 15% sull’acqua. «Il settore registra bassissime entrate a fronte di altissime uscite ed è come se la “mancia” dei cosiddetti ristori stia tornando indietro con gli interessi — riflette Alessia Brescia, portavoce di Ristoratori Veneto — Molto semplicemente, così non ci sono le condizioni per lavorare: se non ritocchi i listini non ce la fai, ma se li ritocchi non ce la fai lo stesso. Ecco perché molti locali iniziano a lavorare a singhiozzo. Ci hanno ridotti a un part-time autoimposto».

Segnala, Ristoratori Veneto, che «l’emergenza è assoluta: usciamo da due anni di misure economicide, di sostegni insufficienti, di cartelle esattoriali a pioggia su imprenditori incolpevoli dei loro drastici cali di fatturato». Ricorda inoltre, l’associazione, le richieste «né esose né complesse»già avanzate nell’agosto scorso, tra cui «defiscalizzazione per 24 mesi sulle neo-assunzioni, riduzione contributiva in busta paga di almeno il 50% per due anni sulla forza lavoro già in organico e l’introduzione dei voucher per i lavoratori stagionali». E ribadisce infine il no al green-pass, misura che «non poggia su reali basi scientifiche. Negli altri Paesi le restrizioni decadono, in Italia invece il governo parla di “rimodulazione”del certificato verde nonostante l’uscita dall’emergenza del 31 marzo. È una scelta senza senso né logica. Il green pass va eliminato».

 
 

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