S. Martino B.A., torna al suo posto la statua della Madonna vandalizzata

 
 

A San Martino Buon Albergo, torna al suo posto la statua della Madonna di epoca settecentesca che era stata distrutta da un atto vandalico lo scorso novembre.

Un episodio che ha fatto scalpore e a seguito del quale il Comune aveva annunciato un intervento di restauro per ricomporre la statua, mandata in frantumi. E proprio alla fine di un lungo lavoro di ricomposizione, domenica 28 maggio la scultura è stata rimessa al suo posto, nel capitello sul retro del monumento ai Caduti di piazza del Popolo. 

Per l’occasione si è tenuta una cerimonia di inaugurazione alla presenza dell’Amministrazione comunale, per sancire l’importanza del momento che restituisce alla comunità di San Martino la statua. che è parte della sua storia. Secondo quanto riporta una targa, infatti, la statua risale al 1730 ed è di antica origine anche il piccolo tempio che la conteneva, già restaurato nell’ottobre del 2008.

“Il vigliacco atto vandalico che aveva mandati in pezzi la statua – ricorda il sindaco Giulio Furlani – aveva colpito tutti noi cittadini di San Martino Buon Albergo, che la consideriamo parte di uno dei luoghi centrali del nostro Comune. Siamo felici di poter restituire alla comunità un simbolo storico, nella sua migliore veste”. 

“Abbiamo mantenuto – spiega il vicesindaco Mauro Gaspari – l’impegno preso con i nostri concittadini dopo questo bruttissimo episodio di vandalismo che ci ha colpito tutti, portando a termine un restauro impegnativo, per cui ringrazio i professionisti e gli uffici comunali impegnati. Festeggiamo simbolicamente il ritorno della scultura nel Capitello, anch’esso interamente restaurato”. 

Il restauro

L’intervento di ricomposizione/restauro della statua e del capitello, per un importo complessivo di 5.900 euro, è stato affidato alla dott.ssa Giuseppina Rossignoli, esperta restauratrice in collaborazione con l’architetto Michele De Mori. I lavori sono stati coordinati dall’U.T.C., settore Lavori pubblici e Patrimonio del Comune.

Dopo il danneggiamento subito a seguito dell’atto vandalico, la statua era stata ridotta in cinque pezzi di notevoli dimensioni più una serie di pezzi più piccoli, tra cui la testa, rotta un due parti. Previa comunicazione alla Soprintendenza da parte del Comune di San Martino Buon Albergo, come prima operazione è stata eseguita la salvaguardia di tutti i pezzi recuperati che sono stati in seguito trasportati presso il laboratorio di restauro per essere conservati in un ambiente idoneo in attesa di poter procedere nell’intervento. Il restauro è iniziato con il riassemblaggio dei frammenti recuperati con l’ausilio di resine bicomponenti. Su tutte le parti è stata eseguita un’operazione preliminare di pulizia e ad un trattamento biocida con appositi prodotti. Dopo un’accurata pulitura si è proceduto alla stuccatura delle microfessurazioni, realizzata con malta di calce priva di sali ed impurità additivata con polvere di tufo/marmo di colore analogo all’esistente seguita dalla fase scialbatura, ovvero la revisione cromatica per la riequilibratura dei toni del paramento lapideo, mediante scialbatura con grassello di calce in soluzione fluida pigmentato con terre naturali.

Per quanto riguarda il capitello, è stata effettuata la stesura di un prodotto biocida e si è proceduto alla sistemazione degli intonaci, mantenendo la cromia degli stessi grazie all’utilizzo di terre naturali. L’intervento include inoltre anche il restauro manutentivo del cancelletto in ferro con la stesura di un convertitore di ruggine realizzato dai fabbri artigiani della Artigenia di Arcole alla ditta (vedi per un importo di circa 820 euro.

La statua

La statua danneggiata, alta circa 80 cm, che descrive la Madonna Immacolata nella sua più classica rappresentazione, posta sul mondo intenta, con un piede, a schiacciare il serpente – probabilmente databile al 1730, prima del danneggiamento si presentava in buone condizioni a seguito di un restauro eseguito nell’ottobre del 2008. Il capitello che ospita la scultura è stato costruito probabilmente alla fine degli anni Venti del Novecento in sostituzione del più antico demolito a seguito dell’allargamento del ponte.

 
 

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