Niente Pandoro per Roberto Saviano; da ieri sera non è più cittadino onorario

 
 

“Dùlcis in Fundo”

Seduta ordinaria e attività, rispettosissime, di quasi “segreteria”; non una novità, soprattutto per il periodo immediatamente a ridosso delle festività natalizie.
È seconda serata inoltrata quando, dai lavori del Consiglio Comunale, arriva il voto definitivo: 20 favorevoli, 7 contrari e 1 astenuto.

Con queste cifre la mozione e ‘desiderata’ a firma Alberto Zelger (Lega) diventa realtà immediatamente condivisa nel contesto consensuale cittadino e più largamente diffusa fra le agenzie di stampa della nazione: Roberto Saviano, noto e controverso scrittore, perde la qualifica di “cittadino onorario veronese” che lo accompagnava da ben 12 anni.

Un arco di tempo davvero lungo ma, si sa, a disfare il castello di sabbia ci si mette sempre pochissimo. Tipo un paio di frasi veramente “trapezìste” sulla legalizzazione della cocaina. Lo sappiamo, l’effetto ‘abbagliante’ della laguna veneziana è cosa nota, risaputa e apprezzata in tutto il mondo; si sono scoperti, con la frase “La cocaina andrebbe legalizzata, solo così si bloccherebbero i pozzi di petrolio delle organizzazioni criminali“, dei nuovi effetti di natura lisérgica, evidentemente.

Saviano è diventato un personaggio provocatorio, irrispettoso dei suoi avversari politici: nessuno mette in discussione il suo impegno contro la camorra, ma il suo delirio egocentrico che lo porta ad attaccare rappresentanti del popolo colpevoli soltanto di avere un’opinione diversa dalla sua su più questioni: dalla liberalizzazione della droga all’immigrazione“, così Alberto Zelger sulle colonne del quotidiano “L’Adige”.

Sul conferimento del titolo, nel lontano 2008, si è espresso uno dei protagonisti presenti, Ciro Maschio (presidente del Consiglio Comunale e deputato di Fratelli d’Italia): “Nel 2008 appoggiai la concessione della cittadinanza onoraria. In questi anni non vi è stato, comunque, nessun rapporto fra Saviano e la città ed abbiamo assistito ad una escalation imbarazzante, a una serie di offese senza contraddittorio a più soggetti: non soltanto i politici. Non è più un simbolo della lotta alla mafia, ma un commentatore politico. Saviano ha scelto una via diversa da quella del 2008 che portò a quella cittadinanza onoraria. Ricordo le querele per diffamazione presentate dai commercialisti e dal sindacato di Polizia. Nessuno metta in discussione l’impegno della città di Verona e della Municipalità contro la malavita organizzata“.

 
 

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