Il Campiello di Wolf-Ferrari al Filarmonico

 
 

Dal 17 marzo Fondazione Arena porta in scena, per la prima volta al Teatro Filarmonico, Il Campiello del veneziano-tedesco Ermanno Wolf-Ferrari, capolavoro del ‘900 da riscoprire. L’opera mette in musica fedelmente la commedia di Carlo Goldoni, uno spaccato di vita quotidiana in una piazzetta di Venezia, testo dialettale frizzante e divertente ma anche realistico, profondo e umanissimo. Lo spettacolo è una nuova produzione delle maestranze artistiche e tecniche areniane, con la regia di Federico Bertolani e la direzione di Francesco Ommassini. Un cast affiatato di giovani talenti italiani dà vita a personaggi indimenticabili, spassosi battibecchi e dichiarazioni d’amore. Repliche il 20, il 22 e il 24 marzo.

Il raffinato e divertente Campiello è forse il capolavoro di Ermanno Wolf-Ferrari (1876-1948), oggi poco noto ma autore di spicco della prima metà del secolo scorso. Veneziano di nascita, tedesco per ascendenza paterna, infuse l’amore per la sua città -dove fu anche direttore del Conservatorio- in felici trasposizioni liriche delle commedie goldoniane: Il Campiello, rappresentato per la prima volta nel 1936 al Teatro alla Scala, è l’ultima e più compiuta di cinque opere tratte dal massimo commediografo della Serenissima, qui su libretto di Mario GhisalbertiIn tre atti brevi e frizzanti vediamo scorrere una giornata qualunque in un campiello del ‘700, una piazzetta dove tutti conoscono tutti e possono spiare le vite altrui, interloquire affacciandosi al balcone o condividendo un brindisi alla locanda. Qui si intrecciano le vicende di due coppie di innamorati e le speranze di Gasparina, che sogna una nuova vita altrove, forte dell’interesse ricambiato per un cavaliere “foresto”, il tutto condito dai brontolii dello zio e dagli esilaranti bisticci di tre vecchie pettegole, due delle quali scritte espressamente per uomini en travesti.

Gasparina, fanciulla snob che riscoprirà il legame col natio campiello, sarà interpretata dal soprano Bianca Tognocchi, il Cavalier Astolfi, nobile napoletano decaduto e gaudente, dal baritono Biagio Pizzuti; le coppie di giovani amanti, messe alla prova da gelosie e malintesi, saranno composte da Sara Cortolezzis(Lucieta) e Gabriele Sagona (Anzoleto), e da LaraLagni (Gnese) e Matteo Roma (Zorzeto). Fabrizio, il burbero zio di Gasparina sarà interpretato da Guido Loconsolo e le tre vecchie donne del campiello rispettivamente dai tenori Leonardo Cortellazzi(Dona Cate, madre di Lucieta) e Saverio Fiore (Dona Pasqua, madre di Gnese) e dal mezzosoprano Paola Gardina (Orsola, la fritolera, madre di Zorzeto). La nuova produzione di Fondazione Arena vedrà la regia del giovane Federico Bertolani, con scene di Giulio Magnetto, costumi di Manuel Pedretti, luci di Claudio SchmidL’Orchestra di Fondazione Arenae il Coro preparato da Roberto Gabbiani saranno diretti da Francesco Ommassini, veronese d’adozione ma autentico veneziano per nascita e formazione.

Il Campiello, commedia lirica rara e imperdibile, debutta domenica 17 marzo alle 15.30 e replicamercoledì 20 marzo alle 19, venerdì 22 marzo alle 20 e domenica 24 marzo alle 15.30. Biglietti, abbonamenti e nuovi carnet sono disponibili al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico, alla Biglietteria dell’Arena e, due ore prima di ogni recita, alla Biglietteria stessa del Teatro Filarmonico in via Mutilati.

Per il ciclo di incontri di approfondimento gratuiti, novità del 2024 di Fondazione Arena, Il Campiellosarà raccontato mercoledì 13 marzo alle 18 in Sala Filarmonica (via Roma 1) dal docente e musicologoFederico Fornoni. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. 

«Dopo la prima veronese del suo Il Segreto di Susanna nel 2022, con Il Campiello dello stesso Wolf-Ferrari proseguiamo un percorso al Teatro Filarmonico che è anche una missione: la riscoperta di capolavori fuori dal grande repertorio – dichiaraCecilia Gasdia, Sovrintendente della Fondazione Arena di Verona. – Per quest’opera, bellissima ma di troppo rara esecuzione, abbiamo messo insieme un cast di giovani e talentuosi artisti italiani che possono più facilmente rendere gli scarti linguistici del veneziano, dell’italiano “toscano” e delle loro storpiature, essenziali in Goldoni e intatte in questa commedia raffinatissima di Wolf-Ferrari».

«Sono veramente felice di poter lavorare a quest’opera con un cast di professionisti così bravi e affiatati – aggiunge Francesco Ommassini, direttored’orchestra – e di concertare una partitura così raffinata e complessa: Il Campiello ha una tavolozza timbrica ricchissima e un uso davvero sapiente di temi e armonie, di colto e popolare, ma ha soprattutto il dono di suonare familiare e anche “facile” all’orecchio del pubblico, grazie alla sua capacità di portare in scena lo spirito della Venezia di Goldoni e la musicalità del suo dialetto».

«Il Campiello racconta una giornata dei suoi abitanti con realismo ma, allo stesso tempo, “è immerso in una luce irreale e fantastica”, dove tante piccole storie si intrecciano mentre, fuori dalla piazzetta, scorre la grande Storia – conclude il regista Federico Bertolani. – È un luogo speciale, dove il tempo sembra essersi fermato, abitato da personaggi intrisi di venezianità ma che sono anche tipi umani universali. Qui, come nella musica di Wolf-Ferrari, convivono il Settecento e tutto ciò che è venuto dopo, immergendoci nella magica dicotomia di Venezia, dove convivono da secoli piazze sontuose e calli anguste, imprese illustri e difficoltà quotidiane. Con questo spettacolo, tra le righe, si vuole raccontare anche questo: l’ingegno e la resilienza di un popolo che ha costruito una città unica sulle acque della laguna, più forte di dogi, imperatori, guerre e globalizzazione».

 
 
Classe 1959. Sono iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1983. Sono stato il responsabile dell’ufficio stampa di Amia per oltre trent’anni. Appassionato di storia e cultura veronese ho fondato la rivista Civiltà veronese e una casa editrice che ha pubblicato importati volumi, tra cui alcuni racconti inediti di Emilio Salgari e “Le invenzioni del cerusico coltelli di Berto Barbarani”. Appassionato di storia religiosa ho pubblicato oltre mille schede biografiche di santi, beati, venerabili e servi di Dio. Dopo aver fatto il parlamentare, il sindaco e il consigliere comunale, da pensionato voglio torno ad occuparmi di quanto mi appassiona.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here