Aeroporto Catullo – Il sale sulla ferita

 
 

Curare l’aeroporto è un optional

Ieri abbiamo dato nota del programma di ridimensionamento del Catullo, ormai chiaro.

E’ altrettanto ovvio che il Doge non può assolutamente permettersi di sputtanare Venezia, altrimenti i fondi scapperebbero e lui si troverebbe con il cerino in mano, dandosi fuoco per il debituccio.

Quindi l’unico modo per sopravvivere è uccidere il Catullo nella culla, da bravo Erode.

Nel 2016 anche “il Giornale” dava nota dell’imponente investimento che si sarebbe abbattuto come una furia sul Catullo (http://www.ilgiornale.it/news/cronache/laeroporto-verona-investe-punta-raddoppio-1213868.html) . All’epoca erano 134 milioni gli euro da investire, e a sentire “i 4 dell’Ave Maria”, una buona parte di quei quattrini sono stati investiti.

Dove?

L’aeroporto è sporco, poco curato, i servizi igienici sono da terzo mondo, la sera è vuoto, non c’è anima viva, le attività commerciali piangono per il nulla che passa, e così dovrebbe fare anche il Catullo, visto che per le sub concessioni degli spazi commerciali percepisce, oltre all’affitto, anche le royalty sul fatturato.

Nulla, silenzio, tutto bene, si viaggia a 1000!

Ma fateci il piacere, classe dirigente inetta.

Profileremo uno ad uno i protagonisti, con loro pedigree, con tutti i risultati raggiunti nel loro lavoro, per capire come sia possibile che si sentano talmente bravi e forti da raccontare storie diverse anni luce dalla realtà.

L’unico ad aver fatto l’affare è il Doge, nemmeno Joker può dirsi felice, avendo lasciato sul piatto un milioncino che manca, ora, alle casse del Comune di Villafranca.

Fracchia, dall’ufficio di presidenza del povero aeroporto, si rotolerà sul sacco poltrona, l’uomo di sale s’imbalsamerà nella smorfia sorridente e Mister day dirà che tutto va bene, basta un pizzico di granella di zucchero.

Tornate ad occuparvi delle aziende, delle assicurazioni, lasciate stare quello che è ancora pubblico, non toccatelo più, fateci il favore.

Crediamo vi sarà concesso l’onore delle armi, al nemico che fugge … ponti d’oro.

Qui s’è già speso abbastanza.

Ora un po’ di pepe… o peperoncino e una grattatina di zenzero.

 
 
33 anni, parte di questi trascorsi inutilmente nel tentativo di scrivere una biografia seria e sensata. Forse questa è la volta buona (lo dico sempre!). Italiano e veronese, amante della comunicazione con ogni mezzo e a (quasi) ogni costo. Hellas Verona nelle arterie, musica jazz e le parole di un caro amico al momento giusto. Con la famiglia di VeronaNews per dare il meglio di me alla città che più amo al mondo.

2 COMMENTI

  1. …non dico più niente…!
    …mi siedo sulla riva ! Chi passerà?
    Nulla si muove e non c’è metodo migliore che ignorare la protesta per passare oltre. Insomma, dal Doge, un bel “me ne frego” in venexian.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here