Terzo sciopero in Fondazione Arena: le ragioni di UIL/UILCOM

 
 

Le azioni di lotta (scioperi) sono PER il rilancio di Fondazione Arena, non CONTRO di esso.

Inizia così la conferenza stampa di UIL/UILCOM a giustificazione delle nuove battaglie sindacali in opposizione al management dell’Ente.

Il sindacato rivendica il suo ruolo di controllo, sempre e ancor più in relazione all’enorme sacrificio economico richiesto ai lavoratori (12M di euro) per risanare il dissesto provocato dalla gestione precedente.

Durante la gestione TosiGirondini il sindacato ha tentato più volte di fare la sua parte, a tutela dei lavoratori, ma è stato inascoltato. Eppure aveva ragione e i fatti seguenti (ispezioni, sanzioni), hanno confermato i nostri timori, ma purtroppo gli esiti nefandi sono caduti sulle spalle dei lavoratori (sul bilancio).

Museo AMO.

Da sempre il sindacato ne ha contestato la vantaggiosità e l’opportunità, consapevole che l’operazione trovava le sue ragioni in accordi tra politica e forze economiche della città riguardo alla necessità di sostenere i costi di Palazzo Forti, accordi che però andavano contro gli interessi specifici di FAV, che è stata costretta a sostenere un’attività anti-economica.

I fatti danno ragione alle posizioni espresse dal sindacato a partire dal 2012: il Commissario di Governo Dott. Carlo Fuortes nel redigere il piano prevede la dismissione dell’attività museale presso Palazzo Forti. 

Di più: la relazione della Corte dei Conti del giugno 2018 (p. 194) riporta “avvio della gestione del polo museale AMO in assenza di un’idonea istruttoria e non corretta ponderazione del rischio economico connesso all’impresa, violando l’obbligo di operare secondo criteri imprenditoriali e producendo rilevanti perdite per la Fondazione”.

Perché questa amministrazione (Presidente, CDI, Sovrintendente) non ha agito per una immediata rescissione consensuale del contratto di locazione per Palazzo Forti, in ottemperanza alle direttive di Piano? Perché ha dato disdetta unilaterale, che prevede 12 mesi di preavviso, lasciando di fatto i costi del Museo sulle spalle di Fondazione ancora per tutto il 2018? Perché il Comune non si è fatto carico del costo dell’affitto, se impossibile giungere a rescissione consensuale?

Ancora: Il Commissario straordinario per il risanamento delle Fondazioni lirico-sinfoniche Dott. Gianluca Sole ha espresso la sua valutazione rispetto all’obbligo in capo al Comune di fornire gratuitamente i luoghi necessari allo svolgimento dell’attività istituzionale (legge 800/1967), comprendendo in questo obbligo anche il canone di locazione di Palazzo Forti , poiché l’attività museale è dal 2015 statutaria per Fondazione.

Cosa accade invece? Fondazione non paga l’affitto per Palazzo Forti per il 2018, forte dei contenuti di piano, forse. Il Comune risponde sospendendo l’erogazione di DUE annualità di contributo comunale ordinario (300.000€ x 2), a compensazione del mancato pagamento dell’affitto.

Cessione di bozzetti da Fondazione alla partecipata Arena Extra, avvenuta nel 2013.

Allora il sindacato aveva espresso in più sedi, verbalmente e con numerosi documenti, le sue perplessità sulla liceità dell’operazione, dalla gestione Girondini “spacciata” per cessione di ramo d’azienda. Oltre naturalmente ad esprime contrarietà nei confronti di un’operazione che depauperava il patrimonio di Fondazione e l’enorme perplessità per la gestione caratteristica del 2013, talmente negativa da rendere necessaria la suddetta operazione di “finanza creativa” .

Il sindacato era rimasto non solo inascoltato, ma addirittura deriso come naif per la sua presunta ignoranza rispetto ad una così “geniale” soluzione.

Cosa accade dopo? L’ispezione della Guardia di Finanza nel marzo 2017 stabilisce che Fondazione ha erroneamente qualificato la cessione, che in realtà è di beni e per un valore di 12M €, pertanto commina a Fondazione il pagamento di 2,7M di Iva con una sanzione di circa 3M €. Meno male che il sindacato era naif

Come si procede successivamente? Il Sovrintendente e Commissario Giuliano Polo concorda tramite accordo transattivo (ravvedimento operoso) una riduzione della sanzione e riduce in tal modo il danno economico per Fondazione a circa 850.000€. Contestualmente prevede che l’Iva dovuta venga recuperata attraverso il meccanismo della rivalsa intra gruppo tra Fondazione e la sua controllata. Per tale motivo è opportuno che la Srl mantenga la sua attività e che versi materialmente a Fondazione l’imposta, fino a concorrenza del dovuto.

Cosa accade ora? Il fatturato della Srl non appare come tale nei bilanci di Fondazione , ma è invece “incorporato” nella voce Contributo Comunale.

Il sindacato ha più volte chiesto rassicurazioni che tale “storno”, in virtù del quale i ricavi dell’Extra lirica giungono a Fondazione non dalla sua partecipata, ma dal Comune, non pregiudichi il percorso di “neutralizzazione” del debito di IVA. Non ci è mai stata risposta ed è impossibile ottenere la dovuta trasparenza indispensabile a fugare i nostri timori su eventuali future contestazioni (e sanzioni) da parte degli organi competenti.

Inoltre per il 2019 ci troviamo di fronte ad un grandissimo problema di patrimonio, elemento sul quale verterà la valutazione da parte del Ministero riguardo al destino di Fondazione e sul quale il Commissario Sole ha espresso la necessità di porre rimedio, invitando i Soci ad intervenire con nuova patrimonializzazione, meglio se con attribuzione di patrimonio disponibile e non solo con immobili, come finora avvenuto. Ci basta dire “l’avevamo detto”’? Evidentemente no.

Riassumendo: non c’è chiarezza e sono operazioni economiche enormi, che gravano come macigni sui bilanci e sul futuro di Fondazione. Le operazioni di controllo di Guardia di Finanza, Corte dei Conti, Ragioneria Generale del MEF arrivano con ANNI di ritardo e finora non abbiamo MAI visto attribuire le responsabilità dei danni materiali ai veri responsabili, ma sempre ai lavoratori.

Per questo quantomeno dobbiamo continuare a sollevare in ogni sede le nostre perplessità.

Questi i nostri DUBBI e le nostre PERPLESSITÀ nei contenuti emersi dalla stampa nei giorni scorsi, rispetto ai quali contestiamo alcuni dati anche nel merito:

 Entità dello stralcio. Questa Dirigenza si attribuisce il merito di aver raggiunto importanti risultati nelle operazioni di stralcio del debito, dichiarando un valore finale di circa 900.000€. Precisiamo che lo stralcio alla vigilia dell’insediamento di questa Dirigenza era di circa 660.000€ e che l’obiettivo a piano era di 2M €. 
 Programmazione: durante il piano di risanamento era stata approntata una programmazione triennale 2016 – 2018 (firmata dal Direttore Artistico uscente  Paolo Gavazzeni nell’estate del 2016). Al termine del Commissariamento era stata presentata alle parti sindacale l’intera programmazione per il 2018, secondo la quale era prevista per dicembre 2018 una produzione de I racconti di Hoffman. L’attuale Sovrintendente ha deciso, e ne ha facoltà, di modificare il titolo e sostituirlo con La Bohème, ma non corrisponde a verità l’affermazione che non ha trovato programmazione per il 2018. E’ invece vero che per tutta la Stagione al Filarmonico del 2018 e per il Festival Areniano era già tutto definito al suo insediamento. In particolare l’articolazione delle date del Festival Areniano 2018, che ha visto l’allungamento nell’ultima settimana di agosto e l’eliminazione di recite nei martedì, nelle domenica e nella settimana di Ferragosto (poiché ritenute poco produttive), che si è rivelata premiante dal punto di vista del tasso di riempimento dell’Anfiteatro, era stata decisa durante la gestione commissariale.
 A questo proposito rileviamo la discrepanza nei dati a consuntivo della biglietteria del Festival Areniano 2018. A fronte delle dichiarazioni alla stampa che riportano un incremento di 1.4M € rispetto al 2017, non capiamo per quale motivo nei dati consegnati al Sindacato, espressi secondo i format previsti dal Ministero e rilevati da paragone tra dati omogenei, tale differenza è di soli 800.000€. 
 Biglietteria del Filarmonico: la situazione è a dir pocodisastrosa. La campagna abbonamenti è stata condotta su cartellone per lo più vuoto dal punto di vista dei contenuti artistici (allestimenti, regie, cast…) e cambiato più volte a distanza di ore negli ultimi giorni (un solo esempio: giovedìsera è in vendita l’abbonamento della stagione con Mefistofele, la mattina dopo con un titolo in meno, il pomeriggio dello stesso giorno con un Don Giovanni senzaindicazione di regia, cast…). Per i biglietti singoli va ancora peggio: sono stati messi in vendita 4 giorni prima della prima, sia on-line che fisicamente (e la biglietteria fisica aperta non è quella nel Teatro ma quella in fondo a Piazza Bra, scomodissima per il pubblico, anche perché Piazza Bra è in questi giorni piena di bancarelle). Attualmente della nuova produzione (Don Giovanni) nessuna sa nulla, né il pubblico e potenziali acquirenti, né il sindacato, né i dipendenti dei laboratori di scenografia, che a due settimane di distanza dalle prime prove non hanno ancora indicazioni precise di quanto devono realizzare .
 Tournées: di fatto quelle realizzate sono state trattative chiuse durante la gestione precedente e quella impostata dalla stessa gestione precedente (Lakmé, che era una produzione importantissima, con coinvolgimento di masse artistiche e laboratori e possibile circuitazione in altri teatri arabi e asiatici) è stato fatta saltare da questa gestione. Al posto di Fondazione Arena ci andrà Il Teatro Carlo Felice di Genova.
 Nomine e questione Management. Come più volte sbandierato alla stampa, il gruppo dirigente è stato dato come meno costoso dei precedenti ma, conti alla mano, si è rivelato molto più oneroso e per di più sono venute meno delle competenze che si sono dovute reperire all’ esterno con ulteriori oneri da parte di FAV.
 La figura del Vice-Direttore artistico, mai stata prevista dalla pianta organica, era stata opportunamente eliminata dalla precedente direzione in quanto pletorica e anti economica. Ora è sorprendentemente ricomparsa ed è rivestita da persona priva di alcun titolo musicale e questo è assolutamente inaccettabile.
 Il vero problema è che secondo la Legge 160 in base alla gestione 2019 (bilancio e stato patrimoniale) verrà valutato se una Fondazione lirica rimane tale o viene declassata a teatro di tradizione. Nonostante i roboanti articoli di giornale nessun dato verte in realtà su quanto previsto per questo “esame” dai criteri ministeriali: il dato più allarmante è la situazione patrimoniale. Per come sono le norme ora per raggiungere il tendenziale equilibrio patrimoniale mancano all’incirca 9 milioni di euro nel patrimonio di FAV. E siamo gli unici a preoccuparsi di questo? Se le forse economiche della città vogliono sostenere e far sopravvivere FAV devono intervenire subito nella ripatrimonializzazione, possibilmente con liquidità e non con conferimento di immobili, come accaduto in passato. L’audizione in Commissione Cultura al Senato del Commissario Sole, come prima accennato, dà chiaramente queste indicazioni. Non sono valutazioni nostre, è una prescrizione inconfutabile espressa ai più alti livelli governativi, ministeriali e parlamentari.
 Siamo in grado di dimostrare, nero su bianco, quanto le rappresentanze in questi anni abbiano chiesto alla direzione conto di tutte le questioni, dal museo amo ad arena extra fino alle materie contrattuali di ogni genere senza aver mai avuto risposte di alcun tipo. Responsabilmente non intendiamo essere complici di questo modello di gestione dopo aver dovuto pesantemente contribuire per riparare agli errori del passato. La sfiducia plebiscitaria dell’ assemblea ne è la prova.
 
 

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