T. Ferrari&Bertucco: “Agsm deve liquidare l’Albania”

 
 

«La puliziain Albania che Croce millantava dov’è? Visto che non ci quotiamo con Aim, abbiamo oltre una decina di partecipazioni fuorilegge, tra le quali appunto Agsm Holding Albania. Il Ministro dell’Economia e Finanze ci ha già bacchettato. Devono essere dismesse quanto prima per scongiurare il pericolo di un danno erariale consistente. Ad oggi, alcune di queste, come ha rilevato il Mef, sono solo i comodi parcheggi a tempo indeterminato per tutti i profili della maggioranza che altrimenti non avrebbe uno stipendio assicurato. Le giustificazioni che accompagnano la mancata liquidazione di Agsm Albania sono di una debolezza pari solo all’andatura di questa amministrazione che ha più di qualche problema con le responsabilità e, soprattutto, con la strategia aziendale visto che predilige una zoppicante gestione “famigliare”. Il tema fusione con la municipalizzata vicentina, ad esempio, resta avvolto dal silenzio, “un entro l’anno” dobbiamo farci bastare. Preoccupa questa leggerezza da parte dei vertici di Agsm da un lato, e del Comune dall’altro. Bearsi del piccolo potere personale sembra essere più importante che preoccuparsi del bene della città».

Così il consigliere comunale di Verona Civica Tommaso Ferrari, a chi fa eco Michele Bertucco, di Verona e Sinistra in Comune 

Contrariamente agli annunci elettorali e al programma di mandato, l’amministrazione Sboarina non ha alcuna intenzione di sfoltire la selva di partecipazioni in cui il Comune di Verona si è implicato nel corso degli anni, ben 106 tra partecipazioni di primo, secondo, terzo e quarto livello, tanto che gli stessi uffici faticano a ricostruirne il quadro completo.

Il Mef, Ministero dell’Economia e Finanze ne ha individuate 12 che non rispondono a nessuno dei requisiti fissati dalla nuova legge di riordino delle partecipazioni pubbliche. Si tratta, ad esempio, di società che hanno più amministratori che dipendenti, oppure che presentano un fatturato annuo inferiore ai 500 mila euro, oppure ancora operanti in settori di attività per cui manca un vero e proprio interesse pubblico. 

Tali società fanno per lo più capo alla galassia Agsm e tra tutte spicca Agsm Albania che secondo i funzionari ministeriali “Non svolge nessuna attività ammissibile ai sensi della legge vigente” (art 4 e art 26 del Tusp). Ma nella lista c’è anche la Polo Fieristico Spa la cui unica funzione nota è di tenersi in pancia, da dieci anni, i crediti edilizi risultanti dall’operazione sul Parco di san Giacomo, oltre che dare un stipendio ai trombati della maggioranza. Oppure ancora la Parcheggio Ponte Aleardi Srl. Capitolo a parte merita Aerogest, non citata dal Mef ma che avrebbe dovuto essere dismessa già da un anno.

Ai rilievi del Ministero l’amministrazione ha risposto arrampicandosi sugli specchi, cercando di illustrare la somma utilità di tutte queste ramificazioni alcune delle quali sarebbero delle startup, altre solo temporaneamente improduttive e altre ancora destinate a future e non meglio precisate incorporazioni. Particolarmente grottesca la giustificazione su Agsm Albania che spinge Palazzo Barbieri a tirare in ballo la “cooperazione internazionale”, “l’amicizia tra i popoli” e una fantomatica “richiesta di esonero dall’obbligo di dismissione” che sarebbe stata rivolta al Ministero di cui nessuno tuttavia ha mai visto la risposta da parte ministeriale.

Il concetto è chiarissimo: dopo gli annunci della campagna elettorale, il “nuovo” centro destra, esattamente come il vecchio, si è accomodato alla tavolata che aveva trovato imbandita e non ha intenzione di mollare neanche un piatto. Tanto a pagare sono i veronesi. Che gli importa, infatti, spendere mezzo milione di euro per l’amicizia con Tirana mentre i conti di Amia a Verona sono in rosso? Tanto si può sempre aumentare la tassa sui rifiuti (Tia), no?

 
 

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