Quote rosa nel board di Veronafiere, botta e risposta Bigon-Sboarina

 
 

“Una delle prime leggi che regolano la rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali nelle società quotate è la Legge Golfo-Mosca del 2011 che a distanza di 10 anni ha dato ottimi risultati ovunque. E’ pertanto triste e deludente constatare che lo spirito di questa legge non abbia minimamente intaccato Verona Fiere che ancora nel 2022 nomina un board di soli uomini e giustamente viene indicata a livello nazionale come un clamoroso ed inaccettabile caso di discriminazione retrograda. Il Sindaco uscente Sboarina non si lamenti della stampa cattiva: anche questa volta se l’è andata a cercare”.

Così Anna Maria Bigon, consigliera regionale Pd, alla quale da’ però risposta il Sindaco Federico Sboarina.

“Bagarre politica solo per far dimenticare tutte le volte che il Pd ha scolorito le quote rosa – precisa il sindaco -. Basta vedere che, senza i riflettori delle campagne elettorali, il partito ha indicato solo maschi per le nomine delle partecipate comunali: Consorzio Zai, Amt e collegio sindacale di Veronamercato e Solori. Anche in Consiglio comunale, ancora uomini per il vicepresidente e il capogruppo. Non avevano donne all’altezza? La parità di genere è buona solo quando serve a fare polemica, non quando va applicata. La professionalità delle donne è una cosa seria, che esiste e non va strumentalizzata. Invece la sinistra ci costruisce una speculazione priva di fondamento e piena di svarioni. Non sanno nemmeno di cosa stanno parlando. Le nomine fatte dall’assemblea non sono state 14 ma 7, tanti i componenti del nuovo cda più la sostituzione di un componente dimissionario del collegio dei revisori che non è in scadenza. Sempre a casaccio è stato citato il presunto mancato rispetto delle regole. Per Veronafiere la regola è che, non essendo a controllo pubblico, le quote rosa non sono un obbligo, la composizione del cda è libera come per qualsiasi Spa. Infatti, nel caso di Veronafiere, ognuno degli 11 soci ha individuato le competenze ritenute migliori per gestire questa fase della vita aziendale. La lista unitaria di tutti i soci, compresi quelli privati, è stata composta pensando all’interesse aziendale non ai consensi elettorali di qualche lobby. Lo stesso vale la tempistica. Il rinnovo dei vertici è stato fatto adesso nel nome della continuità aziendale e dell’efficienza della società, che deve stare sul mercato nella ripresa post Covid e non può attendere i tempi della politica. Con buona pace di chi, invece che alle performance economiche, si frega le mani pensando alle lottizzazioni”.

 
 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here