Castelvecchio, leva per la ripresa economica della città

 
 

Il progetto per un Grande Castelvecchio potrebbe costituire una leva per la ripresa economica di Verona, che è una città turistica e culturale di primo livello, ma è priva di un museo che rispecchi gli standard europei. In vista delle Amministrative del 2022, ogni candidato sindaco dovrebbe avere questo dossier nel proprio programma elettorale. Ma la politica veronese, sia di maggioranza che di opposizione, non ha ancora dichiarato da che parte sta.

Il movimento civico Traguardi raccoglie l’istanza della Civica Alleanza per un Grande Castelvecchio e lancia un doppio appello. Il primo ai partiti politici e alle liste civiche: dicano se intendono sostenere l’iniziativa, oppure no. Il secondo all’Amministrazione comunale: si impegni a trovare una sede alternativa al Circolo Unificato dell’Esercito, poiché il nodo dell’intero progetto è l’allargamento del complesso espositivo negli spazi tuttora occupati dall’istituzione militare.

«Il rilancio del sistema Verona passa anche da un ampliamento del principale museo cittadino, che da troppo tempo attende spazi nuovi per rendere i suoi servizi al passo coi tempi», afferma Tommaso Ferrari, consigliere comunale di Traguardi. «Un Grande Castelvecchio sarebbe un museo accessibile, con ascensori a norma che, fra l’altro, renderebbero fruibile a tutti un percorso sui camminamenti finalmente completo. Sarebbe un museo a misura di famiglia, con sale per la didattica multimediale, un’area verde e una caffetteria con un’impagabile affaccio sull’Adige. In poche parole un museo attrattivo, competitivo, all’altezza degli standard europei. Per rendere possibile tutto ciò, occorre compiere una scelta lungimirante e con i fondi in arrivo del Next Generation EU si potrebbe operare quel cambiamento che avrebbe ricadute positive sia di carattere economico che culturale. Ma serve l’appoggio trasversale della politica, al di là delle contrapposizioni ideologiche».

«Crediamo che un Grande Castelvecchio possa costituire una leva per il rilancio per la città, soprattutto perché è coerente con le linee guida del Next Generation Eu», aggiunge Pietro Trincanato, presidente di Traguardi. «Il progetto condensa in sé i tre pilastri della sostenibilità: ambientale, perché restituirebbe uno spazio verde a una zona in forte deficit come il centro storico; sociale, perché renderebbe accessibile il museo alle persone con disabilità e a visitatori con difficoltà motorie; economica, perché un grande museo significa più posti di lavoro e più qualificati per coloro che studiano e lavorano nell’ambito culturale e digitale».

Un ostacolo all’espansione del museo è rappresentato dalla mancanza di una sede alternativa per il Circolo Unificato dell’Esercito. «Una buona parte della cosiddetta “famiglia militare” è disponibile al trasferimento», spiegano Ferrari e Trincanato. «Oggigiorno i militari in servizio hanno bisogno di strutture diverse rispetto a quelle che il Circolo offre, in particolare di una foresteria, dal momento che a Verona, anche per ragioni sanitarie, c’è un forte afflusso di uomini e donne nelle forze armate. Ci sono edifici del demanio militare che si presterebbero bene a questa funzione, offrendo allo stesso tempo un luogo ricreativo».

 
 

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