L’On. Paternoster interviene sulla questione Catullo

 
 

Nella video-intervista Paolo Paternoster riporta l’attenzione sull’aeroporto scaligero chiedendone la riapetura, maggiore centralità e più investimenti.
Già la settimana scorsa l’On. Paolo Paternoster e il collega Roberto Turri avevano chiesto formalmente a SAVE, socio di riferimento del Catullo di Verona-Villafranca e Montichiari, le ragioni di questa prolungata chiusura – e già si vociferava di una mancata richiesta di riapertura al Ministero competente -, ma gli onorevoli avevano insinuato il dubbio che ci fosse invece la volontà di spostare il business passeggeri e commerciale da Verona a Venezia.
Nel comunicato si legge: “Verona ridimensionata ad aeroporto satellite di Venezia: sono solo dietrologie? Il nostro aeroporto è Hub strategico per il settore turistico e di business per l’intera macro-area del Garda e ora che finalmente l’emergenza coronavirus sta  rallentando, non vorremmo che Verona fosse travolta da una seconda emergenza, diversa ma economicamente devastante, e cioè quella della chiusura del nostro storico Scalo. Se chiude il Catullo, chiude Verona”.
Questa mattina infine i due onorevoli hanno provveduto ad inviare formale richiesta di incontro sia al presidente del Catullo, Paolo Arena, che al socio di riferimento SAVE. La volontà, spiegano, è quella di chiedere quali garanzie e prospettive potranno esserci nell’immediato per assicurare un futuro adeguato allo scalo veronese: sia a quello passeggeri di Villafranca sia al polo della logistica internazionale di Brescia Montichiari.
E intanto gli aerei restano a terra.
 
 
Classe '93, idealista per scelta, decido di laurearmi in Lettere e di seguito in Editoria e giornalismo all’Università di Verona. Adoro leggere e collezionare libri antichi che cerco in modo quasi maniacale nei mercatini di tutta Italia. La curiosità mi trascina sempre alla ricerca di storie da raccontare e al giornalismo affianco la passione per la fotografia convinta che le immagini possano descrivere con immediatezza la nostra realtà. Pratico judo da tanti anni nella speranza di diventare, se non invicibile, almeno più saggia.

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