La sala dei quattro tenori: omaggio alla lirica veronese a palazzo Orti Manara

 
 

Verona: più che dell’amore, è più autenticamente la città della lirica e chi da sempre ne fa appassionata promozione culturale è la famiglia Chiàntera: l’ultima novità che Alberto ed il figlio Francesco hanno ideato per celebrare i quattro tenori “di casa” – Giovanni Zenatello, Nino Martini, Giuseppe Lugo, Nino Ederle – è una stanza ad essi dedicata a palazzo Orti-Manara, allestita con cimeli come la poltrona di Zenatello stesso, gli abiti di Ederle, i gioielli e arredi di scena, gli effetti personali e cartacei di Martini e Lugo. Una memoria messa a disposizione della collettività e che stasera, 15 dicembre, verrà sottolineata da un concerto in tal sede (già sold-out), ove interverranno i parenti di Zenatello e Martini, a tagliare il nastro della sala dedicata ai loro avi.

Nino Ederle (Verona 1892 – Milano 1951) fa il suo esordio su un palco veronese nel 1920, precisamente al Ristori, nel ruolo di Nemorino. Nel 1926 lo troviamo oltreoceano, a Rio de Janeiro e nel 1936 prende parte alla prima italiana della Arabella di R.Strauss, a Genova.

Avventurosa (e inizialmente difficile) è la vita di Giuseppe Lugo (Sona 1899 – Milano 1980): rimasto giovanissimo orfano di madre, si trasferìsce a Milano a lavorare, combatte durante la prima guerra mondiale, emigra quindi in Belgio, dove la fatica nelle miniere di carbone e le esalazioni non lo minano, tant’è che si esibisce nei caffè, dando sfogo al suo amore per il canto. Ascoltato casualmente dal maestro Léon Gaudier, ne diviene allievo, aprendosi alla carriera canora: torna a Milano nel 1924, dove un dipendente della Ricordi, sentitolo cantare ancora per sorte, lo segnala al maestro Raffaele Tenaglia, che accetta di dargli gratuitamente lezioni di musica. Riparte poi per il Belgio, ove sposa la figlia di Gaudier. Vinto un concorso, debutta all’Opéra-Comique di Parigi nel 1931. Tra i posteriori successi, una memorabile interpretazione del Duca di Mantova nel 1939 in Arena. Nello stesso anno Lugo esordisce al cinema; si ritira dalle scene nel 1949 e si dedica all’agricoltura dimorando a Custoza a villa Canossa, da lui ribattezzata villa Vento, in onore di una canzone che gli aveva portato tanta popolarità.

Nino Martini (Verona 1902 – Verona 1976) è tenore, ma affianca anche esperienze nel cinema hollywoodiano. La sua attività lirica si sviluppa, in Italia, in soli tre teatri, nella stagione 1927-1928; per il pubblico veronese canta solo nel 1950, mentre negli anni precedenti è al Metropolitan di New York. Suo biografo è il nipote Pier Giorgio Puppini Martini che si è occupato di raccogliere e curare l’archivio discografico, cinematografico, fotografico e giornalistico.

Giovanni Zenatello (Verona 1876 – New York 1949), tenore e impresario teatrale, nel 1913 è protagonista cruciale per la trasformazione dell’Arena in teatro d’opera, dopo il restauro: il 10 agosto di quell’anno, insieme all’impresario Ottone Rovato, produce una spettacolare “Aida”, per celebrare il centenario della nascita di Verdi. Nel 1947, con l’incarico di direttore artistico della stagione estiva areniana e su consiglio del giovane basso russo-veronese Nicola Rossi-Lemeni, Zenatello ascolta la giovane soprano Maria Callas in un provino nella sua casa newyorkese e, colpito, le assegna la parte principale in “La Gioconda” di Ponchielli, instradandola verso i successivi, noti trionfi.

Per visite gratuite e guidate alla collezione Chiàntera in palazzo Orti-Manara: [email protected]

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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