MU.RA: agonia di un museo

 
 

“Parole, parole, parole” cantava Mina nel 1972: a distanza di cinquant’anni, rimane la miglior sintesi per descrivere gli esiti di un progetto che da tempo vede coinvolta l’amministrazione comunale veronese e l’associazione “Museo della Radio”, presieduta da Francesco Chiantera.

In occasione del 25 aprile 2022, anniversario della nascita di Guglielmo Marconi (Bologna, 25 aprile 1874 – Roma, 20 luglio 1937), Chiantera fa il bilancio di un entusiasmante impegno che, negli anni, si è trasformato in una desolante agonia: “Questa data imminente doveva essere il giorno cardine per la rinascita museale nella nuova sede, invece per lo storico Museo della Radio Guglielmo Marconi è la fine. Dopo 4 anni di forzata chiusura, in attesa di avere la promessa Porta Nuova consegnata post lavori di restauro (con un anno di ritardo), la situazione, ad oggi irrisolta, si è fatta drammatica. Abbiamo investito tutti i fondi in questo progetto, fidandoci pienamente dell’amministrazione che, con la regolare concessione fatta, si impegnava a consegnare la porta alla nostra associazione, a termine lavori di restauro, nel gennaio 2020“.

Conferenza stampa del 6 giugno 2019

Cosa non ha funzionato? “Siamo arrivati ad una situazione surreale, dopo 20 anni della nostra attività: siamo chiusi, temo definitivamente, dopo 4 anni di attesa e con un nulla di fatto in mano. È inconcepibile non aver avuto un benché minimo contatto costruttivo con chi di dovere, per almeno trovare eventuali alternative, se erano emersi dubbi o altri ritardi. Si poteva intervenire concretamente per tempo e invece nulla: un perdurante, avvilente silenzio, il classico muro di gomma, che ci ha danneggiato in maniera devastante“.

Non indifferente è pure il contraccolpo per tutta la città, prevedendo il lustro che avrebbe potuto portare una ulteriore offerta culturale, l’unico museo al mondo riconosciuto ufficialmente dalla figlia del Nobel, Elettra Marconi, “che – precisa Chiantera – oltretutto avrebbe dovuto presenziare al taglio del nastro del 25 aprile, giorno del compleanno del padre e, fino al 1938, decretata giornata di solennità civile“.

La collezione comprende 7 sezioni dedicate alla comunicazione universale, con oltre 5000 cimeli, rarità e pezzi unici, che a breve l’associazione sarà costretta a vendere parzialmente, per sopravvivere e mantenere il brand museale attivo, ad oggi in testa al volume di ricerca delle realtà culturali cittadine su Google, nonostante la ormai lunga chiusura.

Si è sempre lavorato in maniera minuziosa e appassionata, con lungimiranza, pensando ad una ricaduta su tutta la cittadinanza e sul turismo, nonché alla conservazione di una parte della storia mondiale – relativa alla comunicazione – e veronese, essendo il museo arricchito anche da contributi locali, come la gallery in porta Vescovo aveva mostrato. A fronte di tali impegni e intenti, la discriminazione culturale che questa ed altre realtà (vedi ad esempio il MusALab Fo/Rame, indirizzato a Pesaro) stanno subendo a Verona è inaccettabile, non mi do pace“, conclude sconsolato il presidente.

L’innovativo progetto MU.RA risale al 2019, strutturato a fianco degli organi amministrativi competenti, Comune e Soprintendenza: un museo che accogliesse pezzi di valore – come l’antenna Elettra – e, contemporaneamente, evidenziasse la bellezza monumentale della sede eletta, porta Nuova, con soluzioni edilizie green come la pannellatura solare. Il supporto digitale www.tourverona.com è stato messo a disposizione dei visitatori, per raccontare il passato con la tecnologia del presente e proiettarsi al futuro. Il tutto economicamente sulle spalle dell’associazione “Museo della Radio”, per fruizione pubblica. Ma tutto questo lavoro ora rischia di rimanere incomprensibilmente vanificato e la voce di Chiantera si è trasformata in un appello accorato a non perdere l’ultima occasione per aggiungere una nuova pietra preziosa alla corona Unesco che cinge Verona.

 

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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