Porta Vescovo oggi: parlano le immagini

 
 

Il 30 novembre 2000 la XXIV  assemblea plenaria del World Heritage Committee (W.H.C.)  ha iscritto Verona nella World Heritage List ( W.H.L) con la denominazione “City of Verona” (Città di Verona) e la seguente motivazione:”La storica città di Verona, fondata nel I secolo a.C., ha conosciuto periodi d’espansione nel XIII e XIV secolo sotto il dominio della famiglia degli Scaligeri e dal XV al XVII secolo sotto la Repubblica di Venezia. Costituisce, inoltre, un eccezionale esempio di piazzaforte. Verona ha conservato un notevole numero di monumenti antichi, di epoca medioevale e del Rinascimento. E’ una città di cultura e di arte”.

Un onore per la storia e l’arte della nostra città, ma che può anche essere revocato, nel caso i relativi parametri non vengano rispettati: per essere (o continuare ad essere) iscritti alla lista del patrimonio mondiale, l’UNESCO richiede infatti la formulazione di un piano di gestione, al fine di garantire nel tempo la tutela e la conservazione alle future generazioni dei motivi di eccezionalità che hanno consentito il riconoscimento.
In considerazione di tale adempimento, il Comune di Verona ha istituito nel 2005 un gruppo di lavoro, allo scopo di riunire e coordinare fra loro tutte le competenze di indirizzo politico– amministrativo, e nel 2006 ha pubblicato il piano.
D’altra parte, esiste un chiaro regolamento comunale sul decoro di particolari luoghi.

Porta Vescovo rientra nell’area cittadina tutelata dall’UNESCO: così chiamata dalla gabella che un tempo veniva riscossa in nome del vescovo, venne costruita nel 1520 sotto la direzione del comandante Teodoro Trivulzio: un corpo squadrato, ingentilito in facciata da decorazioni in marmo bianco, ad imitazione dell’arco trionfale romano. Tra 1840 e 1863 – su progetto di Anton Naredi-Rainer – furono aggiunti il corpo di guardia, il magazzino della polvere e i passaggi carrabile e pedonale. Oggi si presenta con impostazione rinascimentale ad est e in stile austriaco verso la città, con fronte in cotto e tufo e torrette poligonali caratteristiche. Nel 1920 si realizzò una prima breccia, grazie ad una doppia fornice; una seconda venne aperta circa 30 anni più tardi, sul lato verso la rondella di Santa Toscana.

Tutto questo ad introdurre immagini che ritraggono lo stato attuale del monumento. Un’associazione culturale ha già presentato all’amministrazione comunale un progetto per riqualificare il sito, restituendo dignità e fruizione pubblica: sulla scia di altre importanti attività intraprese in questa direzione, è auspicio che anche questo riesca a concretizzarsi.

 

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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