Nel 2021 è cresciuto l’uso della pillola abortiva; report dei ginecologi obiettori

 
 

Lo scorso anno nella nostra regione sono state 1.455 le interruzioni di gravidanza effettuate con la somministrazione del Mifepristone, ossia la pillola RU486, pari al 35.6% su un totale di 4.086.

Per una parte di queste terapie – emerge dalle statistiche ufficiali della Regione – sono state somministrate anche prostaglandine.

I dati del 2021 relativi all’utilizzo della “pillola abortiva” sono in netta crescita rispetto al 2020, quando le interruzioni di gravidanza con questa tecnica sono state 669 su un totale di 4.129. Ma il dato sconta la riduzione complessiva delle attività di prescrizione per il lockdown da Covid19.

La somministrazione, spiegano i vertici della sanità regionale, segue le prescrizioni di legge: la donna ne fa richiesta al medico e viene indirizzata verso le strutture sanitarie pubbliche (ospedali) dove la somministrazione della pillola avviene in sicurezza, sotto il controllo dei sanitari.
Non è distribuita ai consultori, che nella regione sono oltre una quarantina.

Negli ospedali veneti, sempre nel 2021, sono 252 i ginecologi obiettori di coscienza su un totale di 352, pari al 71.5%.
Sono due i nosocomi con la totalità di medici obiettori, 5 a Vittorio Veneto (Treviso) e 2 a Trecenta (Treviso); per quanto riguarda le strutture più grandi, a Mestre (Venezia) gli obiettori sono 19 su 20, 16 su 18 a Vicenza, 16 su 22 a Padova, 20 su 26 a Verona Borgo Trento.

 
 

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