“In Veronensium mensa. Food and Wine in ancient Verona” è una ricerca che vede la collaborazione di archeologi, storici antichi, medievisti e biotecnologi universitari per dissotterrare le radici storiche di un mercato agroalimentare ancora oggi ricco e attivo, cercando di cogliere le continuità e le innovazioni alimentari che si sono succedute nel corso dei secoli. Le fasi preromane, romane, la fine dell’impero e l’età medioevale sono i momenti al centro degli studi, in quanto decisivi passaggi economici, sociali e culturali per il territorio.
Realizzato dal dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona, il progetto (guidato da Patrizia Basso, docente di Archeologia classica, insieme ai colleghi di Storia antica e archeologia Alfredo Buonopane, Diana Dobreva, Attilio Mastrocinque, Mara Migliavacca, Fabio Saggioro e Diana Bellin del dipartimento di Biotecnologie) indaga le tradizioni culinarie veronesi degli antichi e le variazioni nel tempo, e coinvolge anche il Museo di Storia Naturale, che, attraverso la stipula di una convenzione, mette a disposizione le competenze scientifiche del personale della sezione di preistoria, in particolare per quel che riguarda la conoscenza delle ricerche condotte dal museo nel territorio veronese a partire dall’Ottocento, e l’accesso agli archivi e alle collezioni archeologiche nei depositi; nel concreto, si parte dall’analisi dei reperti archeologici e paleobotanici – come manufatti ceramici, vitrei e lapidei, ma anche vinaccioli, semi, carboni e ossa umane – provenienti dai più significativi siti archeologici del territorio veronese.
La cooperazione tra i diversi enti riguarda la fase di ricerca – con la scelta dei siti, tempi storici e modalità di analisi – e la fase della comunicazione dei risultati, attraverso pubblicazioni scientifiche e divulgative, convegni, seminari e mostre a tema, quest’ultime organizzate dall’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona, anch’essa partner.
Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione Cariverona e vede tra i partner la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio di Verona, Rovigo e Vicenza, e la Fondazione Fioroni di Legnago.