Foibe, l’azione del Blocco Studentesco: “C’è ancora chi fa omertà mafiosa”

 
 

Piazza Brà. Anfiteatro Romano.
Ad avvolgere, abbracciare e riscaldare una piccola parte della nostra Arena c’è un semplicissimo striscione lasciato dal Blocco Studentesco. Il ricordo è per le vittime di quell’immane tragedia che, per sintesi, chiamiamo “Foibe“.

Ogni anno – inizia la nota del movimento – sulla scia della giornata del 10 febbraio arrivano notizie dal sapore di tragica beffa: conferenze annullate, relatori faziosi, negazionismo diffuso tra i docenti delle scuole e le istituzioni democratiche. Una forma nuova di omertà mafiosa, perché se è vero che il ricordo ufficiale delle Foibe è stato da lungo tempo istituzionalizzato, è ancora ben lungi dall’essere accettato e condiviso, almeno in quell’angolo d’Italia occupato dalla sinistra: scuole, università, cattedre, consigli comunali“.

Le Foibe – continua la nota – non sono un’opinione. Così le vorrebbe chi è sempre pronto a categorizzare i morti e monopolizzare la memoria in senso unico, chi vuole una guerra civile permanente e caricare di negatività l’opposizione politica con la stigma del male assoluto. Noi non siamo come loro, vediamo la necessità di costruire l’Italia e di ricordare, per il bene di tutti, anche i morti della sconfitta“. “La storia – conclude la nota – non è finita nel 1945. L’Italia ha bisogno di uno sforzo nuovo per rigenerare sé stessa. Lo diciamo a tutti: a chi nega, a chi minimizza, a chi non fa né caldo né freddo. Finitela con lo sciacallaggio della morte, accettate, il ricordo va coltivato nella grandezza della comunità nazionale non nel recesso di una memoria di parte. Altrimenti le Foibe resteranno sempre aperte e l’Italia intera sarà l’ultima vittima“. In memoria dei martiri delle Foibe e degli esuli Giuliano-Dalmati.

Torneremo tutti quanti a casa.

 
 

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