Agriturismo Veneto, è boom. Prandini (Coldiretti): “Dal PNRR chiave per il rilancio”

 
 

Il pacchetto di aiuti al turismo inserito nel PNRR costituisce una spinta per l’intero settore in particolare per l’agriturismo che in Veneto conferma performance di tutto rispetto”.

Parole di Diego Scaramuzza presidente regionale e nazionale di Terranostra in merito al varo del nuovo decreto legge per l’attuazione del Piano di Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Una misura che abbiamo sostenuto e che – sottolinea il Presidente di Coldiretti Ettore Prandiniva incontro alle esigenze delle aziende impegnate in prima linea per uscire dalla pandemia Covid19 e riportare in Italia milioni di visitatori alla scoperta delle nostre campagne. Va dato merito al ministro del Turismo Massimo Garavaglia e a quello delle Politiche agricole Stefano Patuanelli – conclude Prandini – di aver individuato gli strumenti più adatti da impiegare per il rilancio del settore”.

Fino ad ora il 2021, secondo i dati dell’Osservatorio Turistico della Regione del Veneto, è stato l’anno con maggiori presenze nella campagna veneta – commenta Diego Scaramuzza – ben 57,4 mila presenze contro le 48,9 mila del 2019 e le 39,9 mila del 2016; di queste circa 26 mila sono rappresentate dai connazionali che sempre più scelgono gli agriturismi per le loro vacanze, seguiti dai fedeli turisti tedeschi (14,5 mila). Quasi 1500 le strutture agrituristiche totali autorizzate su territorio regionale (671 in montagna, 546 in collina e 249 in montagna) garantiscono accoglienza in aree rurali ad alto contenuto paesaggistico ambientale, di queste circa 750 dispongono di 44,8 mila posti a tavola e 950 offrono l’alloggio per un totale di circa 13 mila posti letto. Una tendenza confermata da Nord a Sud d’Italia – continua Scaramuzza – se tre italiani su quattro tra coloro (75%) che sono andati in vacanza hanno visitato uno dei quasi 5500 piccoli borghi presenti in Italia, a mancare quest’anno nelle campagne sono state ancora le presenze degli stranieri che in alcune aree rappresentavano la maggioranza degli ospiti negli agriturismi”.

A garantire l’ospitalità nei piccoli centri è soprattutto – rileva Coldiretti – una rete composta da 24mila strutture agrituristiche con 253mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola. Nel decreto in particolare – spiega Coldiretti – è previsto il riconoscimento di un credito di imposta a favore degli agriturismi, delle imprese alberghiere, degli stabilimenti termali e balneari, dei porti turistici, dei parchi tematici, delle fiere e dei congressi.
Il credito di imposta – evidenzia Coldiretti – sarà riconosciuto nella misura del 80% delle spese sostenute, in relazione a interventi conclusi entro il 31 dicembre 2024, per lavori finalizzati all’incremento dell’efficienza energetica delle strutture, alla riqualificazione antisismica e all’eliminazione delle barriere architettoniche. Sarà possibile utilizzare il credito d’imposta in compensazione nel Modello F24 per il pagamento di imposte e contributi.
In alternativa, il contributo potrà essere ceduto a terzi. E’ inoltre previsto il riconoscimento di un contributo a fondo perduto dell’importo massimo di 40.000 euro, che potrà essere incrementato di ulteriori 30.000 euro qualora gli interventi per la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica delle strutture turistiche coprano almeno il 15% dell’investimento complessivo.

L’incremento è invece fissato a 20.000 euro per l’imprenditoria femminile e giovanile (under 35) e a 10.000 euro per le imprese operanti nel Mezzogiorno.
Il Ministero del Turismo ha previsto anche la creazione – evidenzia Coldiretti – di una sezione speciale del Fondo di garanzia PMI appositamente dedicata ad agriturismi e alle altre imprese del settore e di un fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti di sviluppo. Le risorse destinate alla sezione speciale del Fondo di garanzia PMI saranno riservate: per il 40% alle imprese del Sud; per il 30% alla creazione di nuove attività da donne e giovani under 35.
Viene poi istituito anche un fondo di rotazione che – conclude la Coldiretti – garantirà il 35% delle spese e dei costi ammissibili nel limite di 40 milioni di euro per il 2022 e il 2023 e di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni successivi, con una riserva del 50% degli interventi a supporto degli investimenti di riqualificazione energetica e innovazione digitale.

 
 

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