Aeroporto Catullo – Verona soffre, o s’offre?

 
 

Cosa sta succedendo alla nostra Verona? 

È da qualche giorno che la nostra città viene associata alla “Ndrangheta”, a “Cartelli criminali legati ai poteri forti della città”, ad un affarismo delinquenziale che neanche nella più corrotta città del sud si può pensare di trovarlo (tanto è vero che l’hanno installato quì, come le antenne del 5G).

Ma che cosa sta succedendo a Verona?

La politica locale, che comanda, batta un colpo perché la situazione è ormai fuori controllo. Le accuse a principali esponenti della città, passati e presenti, non fanno bene e sta creando confusione e smarrimento nei veronesi.

AGSM, Catullo, e quell’affarismo a cui le cronache ci hanno abituato come se tutto fosse normalità. Un sindaco che non sa neanche lui come lo sia diventato, che lavora sotto traccia per svendere la cassaforte di casa cercando di giustificare l’operazione come un rafforzamento di posizione per Verona e ci si chiede, possibile che ci prenda tutti per scemi?

Il precedente sindaco ci ha lasciato in eredità SAVE e tutta l’operazione che ha regalato un’altro gioiello di famiglia agli amici e gli amici degli amici. Gli amici della confraternita continuano a giustificarsi dicendo che la Catullo SPA era fallita, ma anche qui si è lavorato per il “Cartello” dei poteri forti in città legati a quelli che contano (la “pila” di sicuro).

A furia di regalare gioielli, otre a fare beneficenza ci tagliamo i … “gioielli”!

Si scopre che anche al Catullo dicono bugie, basta guardare i dati di bilancio che evidenziano come la Catullo SpA non fosse in stato fallimentare quando è stata regalata a SAVE, ovvero all’amico Marchi per quatto soldi bucati. Sicuramente necessitava di investimenti importanti per competere sul mercato con gli altri scali che nel frattempo avevano sapientemente fatto importanti investimenti, e soprattutto erano cresciuti in modo esponenziale drenando gran parte del traffico una volta utilizzato da Verona loro scalo di riferimento.

Abbiamo più volte messo in evidenza come Bologna, Bergamo, Treviso e Venezia siano cresciuti in modo esponenziale, mentre gli scali del Garda no, anche in questo quinquennio di gestione SAVE (ai San Tommasi chiedo di leggere i dati e vedere i report di Assaeroporti prima di cianciare).

Comunque sia i numeri sono numeri e non mentono mai.

Il bilancio 2014 mostra un margine EBITDA di 8.2 milioni di euro per la Catullo S.p.A. (di tutto rispetto) e qualora non si fosse fatto l’aumento di capitale SAVE, la PFN (posizione finanziaria netta) sarebbe stata sempre di -38 milioni di euro (in linea col 2013). Importante tener presente che la Catullo S.p.A. nel 2014 aveva un valore di mercato di almeno 100/120 milioni di euro, quindi era ben lontana dall’essere in una posizione fallimentare.

Parlare di situazione fallimentare serviva esclusivamente per giustificare l’operazione d’ingresso di SAVE nella compagine societaria della Catullo.

Negli anni abbiamo sentito dire dai vari Tosi, Riello, Arena e spesso anche autorevoli rappresentanti della politica locale e di Confindustria Verona (Msr. Carisano do you remember?) la storia che la Catullo S.p.A. sarebbe fallita se non fosse intervenuta SAVE con Marchi (che già aveva problemi propri), ma questo non corrisponde a verità e questo ormai lo sanno tutti (e chi ignora o minimizza è complice).

E’ molto curioso il fatto che se cosi fosse stato, i soci pubblici avrebbero ricevuto la visita della Procura e sarebbero stati perseguiti dalla Corte dei Conti per danno erariale a causa dell’aumento di capitale del dicembre 2012 (tra l’altro approvato anche dalla Commissione Europea) di 15 milioni di euro: perché farlo se la società sarebbe in ogni caso fallita?

Ultima tristissima annotazione sull’argomento che merita di essere evidenziata: l’aumento di capitale fatto da SAVE è servito ad estinguere il debito con la Popolare di Verona (strano a dirsi, sembra richiesto apposta), e non per investimenti di rilancio come approvato all’assemblea dei soci del 2013 e 2014.

Ciò che si evidenzia è che a tutt’oggi non siano stati fatti investimenti di rilancio e la Catullo continui a navigare a vista, o piuttosto alla cieca…

C’è da chiedersi perché SAVE abbia voluto entrare nella Catullo S.p.A. se non per limitarne la sua crescita e togliersi (controllare) l’unico vero concorrente sul territorio.

AGSM e Catullo potevano avere destini simili, ma su AGSM una parte della politica locale si è svegliata e speriamo che non venga data ad A2a, o se così deve essere, che almeno ci sia una corretta concorrenza, nazionale o internazionale.

AGSM è stata bistrattata. C’è chi riferisce di accordi ormai conclusi con ufficializzazione ad ottobre, chi invece insiste per fermare il treno in corsa e trovare nuovi possibili partner.

Un altro verminaio, come AMIA e come il nostro Catullo. Chissà cosa accadrà da qui a fine mese.

La speranza che si possa tornare alla normalità, come indicato da EASA, che se ascoltata oggi chiarisce come in caso di apertura esistente (caso impossibile per il Catullo che non l’ha chiesto), i voli dall’estero e per l’estero possono essere eseguiti (dopo la programmazione)

Il Covid-19 ci ha lasciato una sia di morti che disastri, serve tirar fuori l’orgoglio Veneto per ripartire, a cominciare dall’aeroporto che continua ad essere chiuso…

Come disse Trilussa:

La donna che soffre, s’apostrofa l’esse, ha sempre interesse a dire che s’offre.

#catullolibero #andateacasa

Gerardo Grote

 
 

1 COMMENTO

  1. Il consociativismo che da tempo immemore governa sottobanco Verona è il ” male assoluto” della nostra città; è vergognosamente antidemocratico. Dunque, proviamo ad identificare i consociati? Sarebbe un bellissimo esercizio di libertà. Si libererebbe la nostra Verona dalle catene che la riducono a comprimaria.

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