Aeroporto Catullo – Sindacati

 
 

Participio passato plurale

Il silenzio è d’oro.
Il silenzio che i tromboni del sindacato hanno attivato dal 2013, da quando sono iniziate le trattative per l’ingresso di SAVE in Catullo.
UIL Trasporti, CGIL, CISL e USB Autonomi si sono inspiegabilmente silenziate, abbandonando gli ex dipendenti di Avio Handling al loro inesorabile destino, lasciando tuttora allo sbando i dipendenti del Catullo.
La scusa che gli stessi non siano loro iscritti apre una luce sul come ragionano questi mastodontici carrozzoni, che si muovono solo per interesse, anche loro come tutti coloro a cui la pecunia non olet.
Ma il diritto dei lavoratori, siano essi privati, pubblici, o parapubblici, considerando il numero degli stessi nel “piccolo paesello” che è il Catullo (c.a. ?), è da tutelare.
Chi ci ha pensato? Chi ci pensa?
I nostri elefantiaci carrozzoni de minimis non curat, quale sarebbe il loro tornaconto nel prendere scomode posizioni in difesa dei lavoratori, contro chi li ha sbefeggiati con annunci rimasti lettera morta?
All’epoca, con il Piano Industriale approvato nel 2013, molti esodati della Avio Handling avrebbero avuto la possibilità di essere recuperati nelle diverse attività previste dallo sviluppo industriale dell’aerostazione. Altri, come promesso da Sbesolon, sarebbero stati assunti come autisti nelle partecipate comunali, avendone le qualità, e necessitando le partecipate del loro lavoro, ma qui un intervento prodigioso del Presidente Fracchia che ha escluso qualsiasi recupero e ci chiediamo tutt’ora il perché ?
In realtà, poi, AMT fece un concorso per assumere altri autisti ma non quelli di Avio Handling seppur disponibili. Era stata anche ipotizzata la soluzione per far entrare ATV nella Avio Handling ampliando il business anche all’aeroporto di Brescia con servizi navetta, anche questa soluzione puntualmente “cassata” dal Presidente Fracchia che aveva promesso una società pulita e libera di problemi di esuberi ed altro, una promessa al Doge va sempre mantenuta e chi se ne frega di mantenere la parola su quanto promesso ai dipendenti che tutti sarebbero stati sistemati.
I soci Catullo, e specialmente il Presidente Fracchia, devono ricordare che dietro ogni lavoratore, scontato dirlo, ma va detto, c’è una famiglia forse anche monoreddito, e il lavoratore, per quanto versatile e disponibile, ha delle sue specificità nelle mansioni che ha maturato nell’ambiente lavorativo.
Forse sarebbe ora che anche questi giganti inutili si sveglino.
Forse.
Potremmo proporre una sottoscrizione collettiva delle tessere sindacali, tanto da obbligarli a muoversi, ma sarebbe come ingrassare il porco… prima di macellarlo.

Sindacheranno.
Futuro plurale.

 
 
33 anni, parte di questi trascorsi inutilmente nel tentativo di scrivere una biografia seria e sensata. Forse questa è la volta buona (lo dico sempre!). Italiano e veronese, amante della comunicazione con ogni mezzo e a (quasi) ogni costo. Hellas Verona nelle arterie, musica jazz e le parole di un caro amico al momento giusto. Con la famiglia di VeronaNews per dare il meglio di me alla città che più amo al mondo.

2 COMMENTI

  1. Propongo una serie di interviste: ai tre maggiori sindacati di Verona, al Sindaco di Verona, al presidente della provincia di Verona, all’assessore ai trasporti del Veneto e agli Enti del turismo. Staniamo questi inquietanti silenzi, divenuti insopportabili e offensivi verso tutto il territorio. Gatta ci cova??? A che pro, altrimenti? Impressionante l’assopimento dell’Arena e il suo limitarsi acritico alle laudi dei grandi successi catulliani. Eppure ci deve essere un filodoro che li accomuna in questa farsa. Il tempo passa inesorabile senza che appaia all’orizzonte un vero “cavaliere bianco” capace di scardinare queste alleanze fatte sulla pelle e sul futuro del territorio.

    • Sarebbe bellissimo caro Aldo, altrettanto meraviglioso se il curatore del pezzo non avesse omesso di citare l’UGL, sindacato giallo per eccellenza, soprattutto in aeroporto, avendo cura invece di mettere nel calderone degli imputati una fantomatica sigla denominata “USB Autonomi” e guardandosi bene dal menzionare le RSU di Avio Handling, peraltro tutte e tre licenziate compreso il sottoscritto. Non parla delle decine di scioperi, dei molteplici e reiterati esposti in procura, delle dozzine di vertenze sindacali e legali promosse dall’autorganizzazione dei lavoratori. Prende infine le difese degli ex lavoratori di Avio Handling (scordandosi le lavoratrici – sic!) ma non prova neppure timidamente ad inoltrare una qualche responsabilità politica sulla vicenda. Eppure se avesse avuto l’accortezza di parlare con qualche licenziata/o e non con qualche esodato come li definisce lui, avrebbe senz’altro appreso dei numerosi incontri che i lavoratori hanno avuto in questi anni con tutte le figure più rappresentative delle diverse forze politiche. Si sarebbe fatto un’idea di cosa vuol dire urlare incessantemente senza mai aver ascolto. Lottare senza tregua venendo puntualmente schiacciati. Supplicare il proprio carnefice ricevendo nient’altro che sberleffi. Sia chiaro, l’invito non è a tacere ma ad informarsi, studiare, approfondire e rendere onore al vero, evitando di infierire sulla vittima esanime.

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