Aeroporto Catullo – Parallelismi

 
 

Se ti revoco “cheffai”?

In questi giorni si è discusso della destituzione con decapitazione della partecipata più grossa di Verona, l’AGSM.
Vero motore da quattrini per l’amministrazione e gioiello da gestire con i guanti bianchi.
Le vicissitudini del destituito presidente messo in croce dal proprio C.d.A. possono essere d’esempio per altre partecipate.

Il destituito ha esposto numeri e circostanze a sé favorevoli, ma non ha superato lo sbarramento del proprio personalismo nella gestione dell’azienda più succosa, anche in termini politici, della città.
Ora sarà messo alla porta e saranno cambiati i codici d’accesso agli uffici.

Domanda: perché non viene fatto altrettanto con l’Aeroporto?
I numeri che abbiamo snocciolato, senza aver avuto repliche contrarie, sono impietosi. Ad oggi il Catullo dovrebbe viaggiare intorno ai 4/5 milioni di passeggeri, se fosse stata rispettata la volontà dei soci prima dell’ingresso dell’ingombrante partner SAVE che ha tarpato le ali.
I soci dovrebbero guardarsi negli occhi e dirsi sinceramente la verità.
9 anni di presidenza Arena non sono serviti a rilanciare il Catullo e soprattutto Montichiari, e non ci vengano a raccontare che gli scenari politici mondiali hanno ridotto i voli in arrivo, semmai hanno temporaneamente ridotto quelli in partenza per le zone a rischio.

Arena, con l’amico Riello, hanno tenuto in piedi il palco per permettere a SAVE di gestire lo scalo trasformandolo in aeroporto low cost, hanno permesso al “Socio forte” di non spendere nemmeno un euro per lo sviluppo di Montichiari, ed ora annunciano che sarebbe necessario restituire la concessione.
Di fatto sanciscono l’inettitudine del socio allo sviluppo, e confermano l’impreparazione alla gestione complessiva delle due concessioni.
Domanda: quale altra società di gestione ha restituito una concessione quarantennale per incapacità di sviluppo, dopo averla voluta con le unghie e con i denti?
Ulteriore domanda: siamo proprio certi che sia necessario morire veneziani?
Dalla stampa abbiamo appreso che Venezia è l’11° aeroporto del globo, per efficienza, e gestione del passeggero (https://m.ilgazzettino.it/nordest/articolo-4343963.html), a spese di chi?

Cheffai, mi cacci?

 
 
33 anni, parte di questi trascorsi inutilmente nel tentativo di scrivere una biografia seria e sensata. Forse questa è la volta buona (lo dico sempre!). Italiano e veronese, amante della comunicazione con ogni mezzo e a (quasi) ogni costo. Hellas Verona nelle arterie, musica jazz e le parole di un caro amico al momento giusto. Con la famiglia di VeronaNews per dare il meglio di me alla città che più amo al mondo.

2 COMMENTI

  1. Il ragionamento si può estendere, purtroppo, a molte altre realtà del pubblico a Verona.
    Per fortuna siamo in una zona ricca e attrattiva, altrimenti più di un’azienda pubblica sarebbe già con le gambe all’aria.
    E pensare che la nostra terra è ricca di imprenditori illuminati e capaci, che hanno portato le loro aziende ai vertici nazionali.
    Verona, dal punto di vista dei trasporti, è una meta che si vende da sola. Senza particolari sforzi il nostro aeroporto sarebbe già vicino ai 5 milioni di passeggeri. E invece i segnali per il 2019 sono inquietanti.
    Presto ci troveremo senza servizi di linea verso Francia, Spagna, Portogallo, tutta la Scandinavia e quasi tutto l’est Europa.
    Scandaloso.

    • Beh, è da quel dì che dal Catullo non si vola dignitosamente in quelle regioni, a parte la Russia con Aeroflot e S7 e la Spagna con il precariato di Ryanair. Per il resto sono collegamenti “fru-fru”. È intollerabile non avere Air France su Parigi e British su Heathrow, eccetera, eccetera. Funziona bene solo Air Dolomiti.
      Arena ride, beato lui.

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