70 persone denunciate per frode fiscale; sequestri per 2.5 milioni (e mega ville!)

 
 

La Guardia di Finanza di Verona ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, ordinato dalla Procura scaligera, di beni per circa 2.5 milioni di euro riconducibili a un 62enne veronese residente in provincia, indagato per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, alla frode fiscale, oltre che per autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.
Le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Verona hanno preso avvio dall’approfondimento di alcuni fallimenti di società cooperative.

Le Fiamme Gialle, ampliando e approfondendo le investigazioni, hanno quindi individuato 34 società, operanti soprattutto nei settori delle pulizie e del facchinaggio, tutte facenti capo a due consorzi della provincia e gestite di fatto da un’unica persona che riuscivano ad ottenere importanti commesse grazie ad un rodato sistema illecito: i consorzi, infatti, presentavano offerte a prezzi talmente bassi da sbaragliare la concorrenza di qualsiasi operatore onesto.
Queste condizioni “fuori mercato” discendevano dal fatto che le cooperative omettevano sistematicamente il versamento di imposte e di contributi nei confronti dei lavoratori, maturando enormi debiti nei confronti dell’Erario.

La Guardia di Finanza ha segnalato alla locale Autorità Giudiziaria 71 persone, delle quali 20 ritenute componenti dell’associazione a delinquere, 46 per averne agevolato la sfera d’azione mediante concorso esterno e 5 coinvolte direttamente nel riciclaggio, auto-riciclaggio e trasferimento fraudolento del denaro di provenienza illecita.

Sono stati sequestrati:

– Una villa a San Giovanni Lupatoto, con una superficie di circa 1.000 metri quadrati, dotata di piscina, sauna, sala cinematografica, intestata ad una SRL esercente l’attività immobiliare, del valore di oltre 1 milione di euro;

– Un fabbricato rurale intestato alla medesima società, composto da 4 terreni e un capannone;

– Un’azienda agricola estesa su 38 terreni per circa 34.000 mq complessivi con sede a Legnago;

– Un vero e proprio ristorante galleggiante di circa 500 mq, allestito su un’imbarcazione ubicata nel legnaghese, in zona demaniale fluviale dell’Adige;

– Denaro contante rinvenuto.

 
 

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